"Agli assenti. Della morte ovvero della vita."
Torino Spiritualità è alla XIX edizione. Il tema di quest'anno è il più arduo, la certezza più indicibile: l’ultima soglia da attraversare, alla fine.
Gli incontri vogliono suggerire una riflessione sull’idea della nostra finitudine, sui legami che neppure la morte fisica cancella, sull’ipotesi dell’Oltre e sui nessi che, malgrado le nostre rimozioni, uniscono in maniera inscindibile la morte alla vita.

Torino Spiritualità 2023

Radici 2023

Nessun lettore o lettrice del nostro tempo l’ha dimenticata, tanti continua ad accompagnare giorno per giorno con le sue opere, con una scrittura così straordinariamente accogliente, spaziosa: che parli della vecchiezza o di Matera, che dipani il suo meraviglioso Lessico famigliare, la disillusione rassegnata di Caro Michele o la malinconia intrisa di squallore di La città e la casa, Natalia Ginzburg racconta il mondo. Il suo e il nostro.

A farci riascoltare la sua voce sono stati critici, scrittrici e scrittori, attori e attrici lungo una serie di incontri dedicati alle tante vocazioni di questa grande autrice.

in collaborazione con Giulio Einaudi editore

Una voce che racconta: riascoltare Natalia Ginzburg

La prima volta che mi è capitato di salire su un palco avevo sei anni, facevo la prima elementare e avevo un ruolo con tanto di battute nella recita natalizia. In realtà la battuta era solo una, «oste della malora!», e la pronunciavo con enfasi da moralizzatore quando il locandiere diceva a Maria e Giuseppe che lì, per loro, posto per dormire non ce n’era. Arriva il mio
momento e io convinto esclamo: «oste della marola!», che non vuol dire niente. Poi, preso atto della performance imperfetta, piango disperato; e continuo a piangere anche mentre la maestra mi porta oltre le quinte. Quella mattina scopro quanto sia paralizzante mostrare agli altri la propria fallibilità.
Non che prima d’allora non avessi sbagliato qualcosa, figurarsi, ma mai l’avevo fatto davanti a un pubblico, mai mi ero sentito così consapevole dello sguardo altrui. 

Ecco, dunque, a che cosa è dedicata la XX edizione di Torino Spiritualità: all’esperienza dell’umana imperfezione che tutti, presto o tardi,
incontriamo. Il titolo che abbiamo scelto, Come legni storti. L’imperfezione,
l’errore, l’inciampo, è invece un omaggio al filosofo Immanuel Kant, che così definiva l’essere umano, un “legno storto”, e ne traeva la conclusione che da una creatura così tortuosa e in compiuta non potesse mai nascere qualcosa di perfettamente dritto. E in effetti, chi tra noi può affermare di non aver mai
compiuto un errore, di non aver commesso un passo falso, di non aver preso, almeno qualche volta, lucciole per lanterne?

Nessuno, perché l’imperfezione è costitutiva di ciò che siamo, è la marca della nostra naturale fragilità, ma è anche segno della nostra capacità di osare l’imponderabile e, attraverso gli abbagli, giungere a rettificare le nostre idee sul mondo.
Eppure, soggetti a un clima sociale che condiziona il nostro agire imponendo canoni di insostenibile performatività, viviamo ogni svista come umiliante, negandoci così la possibilità di riflettere in modo profondo sull’esperienza dell’imperfezione; che non solo è comune, ma solleva domande degne d’attenzione: come è giudicata la fallibilità nella nostra cultura?

Come assumiamo le responsabilità per le conseguenze delle nostre mancanze? Come ci comportiamo con quelle degli altri? Quale ruolo ha l’inciampo nella ricerca spirituale? Si può fare pace con la paura di sbagliare? Possono, i legni storti, raddrizzarsi quel tanto che basta a vivere insieme senza cadersi addosso?

E proprio dal legno storto prende spunto l’immagine guida di questa edizione, realizzata dall’illustratore Francesco Chiacchio, che gioca con la suggestione kantiana per rovesciarla: il legno è ora quello drittissimo, geometrico e svettante di una squadra da disegno (ma con una piccola pecca... la vedete?), qui trasformata nella vela di una barca che solca un intricato oceano di linee curve. Come a dire che, a certe condizioni,
anche l’imperfezione può essere una via.

Ma allora, qual è l’intento dell’imminente edizione di Torino Spiritualità? Proporre un elogio dell’errore? Un’apologia dell’imperfezione? No, perché errori e imperfezioni possono condizionare la nostra e l’altrui esistenza quanto il culto della performance o l’eccesso di perfezionismo. Ci sono imperfezioni che aiutano a progredire ed errori che indicano nuove strade, ma ci sono errori che ricadono con la violenza di un martello e imperfezioni che congelano la vita. Ci sono inciampi che ridimensionano chi li compie e inciampi che, scambiati per verità, alimentano feroci illusioni di onnipotenza, inciampi che creano problemi e inciampi che generano soluzioni. In-
somma, le imperfezioni ci sono. Gli errori si commettono. E hanno, le une e gli altri, diversi volti. Per questo non conviene ignorarli, minimizzarli o temerli. Piuttosto, conviene provare a conoscerne meglio dinamiche ed effetti. E poi, di questa maggior confidenza con l’imperfezione che siamo, farne il miglior uso possibile, anche a rischio di dire “marola”.

Armando Buonaiuto, Curatore di Torino Spiritualità

🤚🏿 Torino Spiritualità 2024

Festival del Classico 2024

Guidalberto Bormolini | Intervento introduttivo a The Biggest Death Café Ever
L'incontro si è svolto durante la XIX edizione di Torino Spiritualità "Agli assenti. Della morte ovvero della vita".
Intervento introduttivo Guidalberto Bormolini, monaco e tanatologo
Nati in terra anglosassone, i Death Café sono occasioni per riflettere insieme sulla morte e sul morire. Non sedute terapeutiche, conferenze o gruppi di mutuo aiuto, ma momenti di limpida condivisione in un’atmosfera informale, in cui tabù e rimozioni cedono il posto alla convivialità e a una leggerezza che non è superficialità, ma consapevolezza che essere mortali è quanto di più umano ci sia: qualcosa che riguarda tutti e che tutti ci fa uguali.

Suddivisi in piccoli gruppi, ognuno dei quali raccolto intorno a un tavolo, sotto la guida di conduttori preparati e gustando bevande e biscotti, proveremo dunque a capire in che modo la morte possa fare parte della vita. E lo faremo perché oggi non lo si fa abbastanza, perché la risposta pubblica al morire continua a dividersi tra silenzio e sensazionalismo, perché distogliere gli occhi dalla morte ci sembra sempre la cosa più sensata. Ma se così sensata non fosse? Oggi la morte ha smesso di fare parte della vita, è vero, ma non è tardi per tornare a interrogarsi sul suo sconfinato
mistero.

🖐🏿Guidalberto Bormolini | Intervento introduttivo a The Biggest Death Café Ever

Francesco Paolo de Ceglia e Chiara Valerio | Vampyr. La vita per sempre
L'incontro si è svolto durante la XIX edizione di Torino Spiritualità "Agli assenti. Della morte ovvero della vita".
Nutrirsi di vita per non lasciare la vita. È ciò che fa il vampiro, sinistro riflesso di un nostro sogno atavico: spingere indietro la morte ed essere eterni nel corpo prima ancora che nell’anima. Un’aspirazione all’immortalità che, stando all’immaginario collettivo, trova nel vampiro piena realizzazione. L’icona del non-morto gode infatti di una “vitalità” sorprendente, un tenace risorgere in forme nuove, rivisitazioni inedite, narrazioni che ricombinano perturbante e fascinoso, tenebra e luce. Francesco Paolo De Ceglia, autore di una genealogia storica del vampiro, e Chiara Valerio, che ha immaginato un Dracula nostro contemporaneo, «attraversano gli oceani del tempo» per rendere omaggio al principe delle nostre inquietudini.

🖐🏿Francesco Paolo De Ceglia e Chiara Valerio | Vampyr. La vita per sempre

Alessandro Bergonzoni, attore e artista e Guidalberto Bormolini, monaco e tanatologo | Difficile non morire tutti quando muore qualcuno

L'incontro si è svolto durante la XIX edizione di Torino Spiritualità "Agli assenti. Della morte ovvero della vita"
Modera Cristina Vargas, antropologa e direttrice scientifica Fondazione Fabretti Onlus

«La morte di qualsiasi uomo mi diminuisce», scriveva il poeta cinquecentesco John Donne, e aggiungeva di non andare a chiedere per chi stia rintoccando la campana perché ogni volta che essa suona, sta suonando anche per te. Insomma, non c’è morte che non mi riguardi, e forse anche per questo la sapienza antica ci ha sempre raccomandato di tenere bene a mente che prima o poi moriremo: perché essere consapevoli del nostro fragile limite ci rende consapevoli del fragile limite degli altri. Di più, ce ne rende responsabili. Guidalberto Bormolini, monaco impegnato nell’accompagnamento spirituale dei morenti, ne discute con Alessandro Bergonzoni, da anni testimonial del centro di riabilitazione Casa dei Risvegli Luca De Nigris e vincitore del Premio Nazionale Cultura della Pace-Città di Sansepolcro 2022.

🖐🏿Alessandro Bergonzoni e Guidalberto Bormolini | Difficile non morire tutti quando muore qualcuno

Marco Pozza, sacerdote e scrittore | «La mia anima è triste fino alla morte»
L'incontro si è svolto durante la XIX edizione di Torino Spiritualità "Agli assenti. Della morte ovvero della vita".
Anche Cristo ha sperimentato l’angoscia del morire: «La mia anima è triste fino alla morte», si legge nel Vangelo di Marco. Ma c’è anche un’altra esperienza che lacera l’anima, ed è quella dell’uccidere. «Uccidere è sempre uccidersi», scriveva Simone Weil, e don Marco Pozza, cappellano del carcere Due Palazzi di Padova, lo sa bene. Ma se certe morti, mai giustificabili, diventassero tuttavia una sorpresa?

🖐🏿Marco Pozza | «La mia anima è triste fino alla morte»

Paolo Nori | Spiacente di avervi conosciuto
L'incontro si è svolto durante la XIX edizione di Torino Spiritualità "Agli assenti. Della morte ovvero della vita".
Reading da Essendo capace di intendere e di volere di Salvatore De Matteis.
Clarinetto Mirco Ghirardini, si ringrazia Sellerio Editore.

Paolo Nori legge una selezione di testamenti olografi tratti dagli Archivi notarili o di Stato di Napoli. Testimonianze di sé spontanee, spesso umoristiche, a volte riconoscenti, talvolta risentite, come le parole del testatore i cui parenti hanno ignorato l’onomastico: «per la speciale ricorrenza di cui mai una volta vi siete ricordati, ho deciso di fare io a voi un regalo: vi comunico di avervi diseredato. Siete dunque sul lastrico e da qualche anno vivete al di sopra delle vostre possibilità». Ma quale che sia il tono, ciò che conta è che c’è sempre un’ultima urgenza, un’estrema volontà che deve essere ascoltata: «In fundis, mi arraccomando le esequie. Non facciamo le solite figure di pezzente».

🖐🏿Paolo Nori | Spiacente di avervi conosciuto

Bret Easton Ellis al Circolo!
L'incontro si è svolto durante la I edizione di Radici. Il festival dell’identità (coltivata, negata, ritrovata).
In occasione dell’uscita di Le schegge (Einaudi) in collaborazione con Giulio Einaudi editore

Le schegge è il primo romanzo di Ellis dopo tredici anni: valeva la pena aspettare. Non solo ha scritto il suo libro più bello dagli anni Novanta – sexy, inquietante, ambiguo, violento: è Ellis in purezza – ma anche una delle più lucide riflessioni su memoria e desiderio, verità e narrazione di questi nostri tempi paranoici e puritani.

Nel 1981 Bret ha diciassette anni e frequenta l’ultimo anno alla Buckley, la scuola della gioventù dorata di Los Angeles. Un mondo falso e perfetto, ma tutto sommato piacevole, di certo eccitante. Almeno finché in classe non arriva uno studente nuovo, Robert Mallory. Robert è intelligente, bello, carismatico e presto entra a far parte della ristretta cerchia di amici di Bret. Robert però nasconde un segreto, indecifrabile anche per le persone che gli sono più vicine…

L’incontro con il grande scrittore americano, in dialogo con Diego De Silva, è l’anteprima del nuovo festival della Fondazione Circolo dei lettori Radici. Il festival dell’identità (coltivata, negata, ritrovata), in programma a Torino dall’1 al 5 novembre. Introduce l’incontro il traduttore di Ellis per Einaudi, Giuseppe Culicchia, curatore di Radici.

Bret Eston Ellis | Le Schegge (Einaudi)

Viva la Pampa Gringa!
Questo incontro si è svolto durante la I edizione di "RADICI. Il festival dell’identità (coltivata, negata, ritrovata)".

con Eugenio Goria, Albina Malerba, Giovanni Tesio e, in collegamento da Santa Fe per la FAPA – Federazione delle Associazioni Piemontesi d’Argentina, Hernan Trossero, Alejandra Gaido e Laura Moro

Quanti sono i Piemontesi d’Argentina? Tantissimi, e generazione dopo generazione hanno saputo mantenere nel corso del tempo un fortissimo legame con la terra d’origine, a cominciare dall’uso del dialetto, che naturalmente non è rimasto immutato una volta sbarcato al di là dell’Atlantico. Quando le radici e l’identità di una comunità si rinnovano innanzitutto attraverso la lingua.

Viva la Pampa Gringa!

Piemontesi d’Argentina
Questo incontro si è svolto durante la I edizione di "RADICI. Il festival dell’identità (coltivata, negata, ritrovata)".

Incontro con JAVIER CHIABRANDO
in dialogo con Giorgio Ballario

La comunità dei Piemontesi d’Argentina è notoriamente assai numerosa e ha saputo mantenere nel corso dei decenni un rapporto unico con le proprie radici. E Javier Chiabrando, acclamato scrittore di noir discendente da genitori originari della nostra regione, vi appartiene a pieno titolo.

a seguire

La Cricca dij Mes-cià
IL CONCERTO

con Maurizio Bongioanni, fisarmonica, Daniele Ronco, voce, Matteo Ternavasio, chitarra, Simone Chiappalone, basso, Emanuele Bevione, fiati e Davide Barbero, percussioni

La Cricca dij mes-cià è un gruppo di musica folk popolare nato nel 2013. Alterna canti della tradizione rivisti in chiave ballabile con canzoni di proprio pugno. Cantano l’amore e le tradizioni, lo spopolamento dei paesi, il consumo di suolo, l’importanza di possedere un orto.  Il ritmo trainante si mischia al piemontese, il genere folk è contaminato. Dalla tournée in Argentina, presso le comunità piemontesi, ne è nato il documentario Réis-Raìz.

Piemontesi D'Argentina | Javier Chiabrando + La Cricca dij Mes-cià

SCRIVERE CON LA VOCE
Come creare mondi bellissimi
con le attrici e gli attori dello spettacolo Diari d’amore, modera Mariapaola Pierini
«Eri in un mondo diverso, già cresciuto», scrive Rocco Scotellaro di Natalia Ginzburg. Del suo e di tanti altri mondi ascoltiamo la voce del suo teatro grazie a chi, insieme a Nanni Moretti, mette in scena in questi giorni al Teatro Carignano Diari d’amore | Fragola e Panna e Dialogo, due piccoli grandi capolavori della scrittrice.
in collaborazione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e DAMS/Università degli Studi di Torino
nell’ambito di Retroscena, gli incontri organizzati dal TST in occasione degli spettacoli in cartellone

Scrivere con la voce: Come creare mondi bellissimi

L’IMMORTALITÀ DELLE PAGINE
Natalia Ginzburg letta da tre generazioni di donne
con Beatrice Salvioni, Lisa Ginzburg e Elena Loewenthal
«Le donne sono una stirpe disgraziata e infelice con tanti secoli di schiavitù sulle spalle e quello che devono fare è difendersi con le unghie e coi denti dalla loro malsana abitudine di cascare nel pozzo ogni tanto perché un essere libero non casca quasi mai nel pozzo.» Proviamo a non cascare nel pozzo ascoltando Natalia Ginzburg attraverso le voci di donne che scrivono, leggono, le vogliono un mondo di bene.

L'immortalità delle pagine: Natalia Ginzburg letta da tre generazioni di donne

ALLA SCRIVANIA DI NATALIA
Anima morale e coscienza critica della casa editrice Einaudi
con Domenico Scarpa e Tommaso Munari
Dalle sue lettere a colleghi, consulenti e traduttori, dai suoi pareri su testi di autori famosi o sconosciuti e dalle testimonianze di un lavoro multiforme, spesso convulso, emerge un mondo. Una storia che pulsa di umanità e intelligenza.

Alla scrivania di Natalia. Anima morale e coscienza critica della casa editrice Einaudi

PPP e la mutazione antropologica degli Italiani
Nell'ambito della I edizione di "Radici. Il festival dell’identità (coltivata, negata, ritrovata)"

Incontro con PAOLO DI PAOLO
in dialogo con Giuseppe Culicchia

Nel solco del Giacomo Leopardi che nel suo Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani individuò i tratti della nostra identità nazionale, Pier Paolo Pasolini ha saputo intercettare in anticipo sui tempi i segnali di quel mutamento antropologico che con l’avvento del consumismo ha cambiato per sempre l’Italia e gli Italiani.

Paolo Di Paolo - PPP e la mutazione antropologica degli Italiani

Questo incontro si è svolto durante la I edizione di "RADICI. Il festival dell’identità (coltivata, negata, ritrovata)".

Incontro con EMIR KUSTURICA
in dialogo con Piero Negri Scaglione

Il regista serbo due volte Palma d’Oro a Cannes, che con Underground ha raccontato la guerra civile che ha insanguinato l’ex Jugoslavia, rende omaggio nel suo ultimo libro al Premio Nobel per la Letteratura Peter Handke, andando alle radici dell’odio che ha lacerato quel lembo d’Europa sul finire del Novecento.

Emir Kusturica - Da "Underground" all'"Angelo ribelle"

con Neva Papachristou, insegnante di Dharma e meditazione
e Luigi Maria Epicoco , sacerdote, teologo e filosofo
modera Armando Buonaiuto, curatore Torino Spiritualità
immersioni sonore Simone Campa

Imperfetti, inseguiamo miraggi di efficienza e perfezione. Incompleti, aspiriamo a illusioni di completezza. Fallibili e disorientati, siamo sempre in cerca. Di che cosa, però, nessuno sa dirlo con precisione, e mentre la domanda resta sospesa, fragilità e fallimenti vengono vissuti socialmente come vergogne da nascondere. Ma se smettessimo di puntare all’utopia perfezionista e iniziassimo a maneggiare la nostra umanità fragile in modo diverso? Con confidenza, cura e amore, come hanno fatto il Buddha e Gesù. Il primo ha insegnato a coltivare un desiderio salutare, capace di orientare il nostro agire verso ciò che davvero genera un’esistenza felice: il bene. Il secondo ha insegnato che dove noi vediamo disvalore, proprio lì traluce una grazia nascosta. Insomma, se quella che chiamiamo “imperfezione”, e che tanto ci fa soffrire, non fosse inadeguatezza che svilisce, ma il passaporto per una vita vissuta fino in fondo?

🤚🏿 Fragile, maneggiare con cura. Sulla preziosità della vita umana

con Beatrice Mautino, biotecnologa e divulgatrice scientifica, e Piera Levi-Montalcini, presidente Levi-Montalcini Foundation

«Il fatto che l’attività svolta in modo così imperfetto sia stata e sia tuttora per me fonte inesauribile di gioia, mi fa ritenere che l’imperfezione nell’eseguire il compito che ci siamo prefissi o ci è stato assegnato, sia più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione». Così scriveva Rita Levi-Montalcini nell’autobiografia pubblicata nel 1987, un anno dopo essere stata insignita del Premio Nobel per la Medicina. Beatrice Mautino e Piera Levi-Montalcini, nipote della celeberrima scienziata, ripercorrono la lunga e travagliata vita di una figura straordinaria del ‘900, narrandone le tappe salienti, i traguardi, le rivoluzionarie intuizioni.

🤚🏿 Elogio dell'imperfezione. In ricordo di Rita Levi-Montalcini

con Alberto Ravagnani, sacerdote, scrittore e influencer, e Riccardo Pedicone, autore radiofonico e scrittore

Se ogni essere umano, preso da solo, è imperfetto, nella trama delle relazioni accade talvolta che le nostre imperfezioni risaltino di più, ma può accadere anche il contrario: che il groviglio delle fragilità che siamo, delle emozioni che abbiamo provato, degli sbagli che abbiamo commesso e delle correzioni che abbiamo ricevuto, trovi compiutezza in un disegno più grande, dove ogni filo è solo un filo, ma tiene insieme tutto. Lo sa bene don Alberto Ravagnani, che attraverso social, associazionismo e scrittura intreccia comunione e community e ne fa uno spazio in cui i legami possono fiorire.

🤚🏿 Alberto Ravagnani e Riccardo Pedicone - Nessun filo basta a se stesso

lettura musicata da Disastri di Daniil Charms
con Paolo Nori, scrittore
violoncello Enrico Bronzi

«Quando compri un uccello, guarda se ci sono i denti o se non ci sono.
 Se ci sono i denti, non è un uccello.»
Daniil Charms

Tra il 1905 e il 1942, in una città che prima si chiamava Pietroburgo, poi Pietrogrado, poi Leningrado, è vissuto un signore che scriveva delle cose tutte sbagliate. A leggerlo uno potrebbe dire che si chiamasse Samuel Beckett o Eugène Ionesco, invece si chiamava Daniil Ivanovič Juvačev e si faceva chiamare Daniil Charms.

🤚🏿 Paolo Nori - A me interessano solo le scemenze

con Guidalberto Bormolini, monaco e tanatologo, e Vasco Brondi, cantautore e scrittore
modera Armando Buonaiuto, curatore Torino Spiritualità
pianoforte e cori Angelo Trabace 

Cantautore tra i più influenti della scena indipendente italiana, Vasco Brondi affianca all’attività artistica la pratica e l’insegnamento dello yoga e della mindfulness: un cammino di ricerca interiore che lo ha portato a incrociare il percorso di padre Guidalberto Bormolini, tanatologo e maestro di meditazione con un passato da liutaio. Due figure a loro modo speculari, animate da slanci creativi e affondi spirituali, libere dal “dover essere” perché convinte che la bellezza della vita non stia nella perfezione. «Ho ancora tanti errori da commettere, ti prego lasciameli fare» canta Brondi nel suo ultimo disco: un inno al “poter essere”, da scandagliare tra riflessioni e canzoni. Anche a rischio di sbagliare.

🤚🏿 Guidalberto Bormolini e Vasco Brondi - Ho ancora tanti errori da commettere

con Daniel Schreiber, critico d’arte e saggista
in dialogo con Jonathan Bazzi, scrittore
traduzione consecutiva Nicole Maina

Oggi l’assenza di una relazione amorosa viene considerata alla stregua di un fallimento personale, un’incompiutezza dovuta a qualcosa che non va: scarsa attrattività, mancata realizzazione economica, incapacità emotiva… Ma che cosa significa davvero vivere soli, per scelta o accidente? Si può stare nella solitudine senza che faccia male, senza rinunciare alla felicità, senza sentire il dovere di giustificarsi? Partendo dalla propria esperienza, Daniel Schreiber ci porta con umanità e schiettezza tra le pieghe di una condizione che tutti, almeno un po’, abbiamo conosciuto, e che spesso spaventa.

🤚🏿 Daniel Schreiber e Jonathan Bazzi - Storia di una solitudine

In cammino verso la Verità
a cura di Comitato Interfedi della Città di Torino
al pianoforte Renata Seranella
al violoncello Giacomo Berutti

Più che mai nel nostro tempo, il tempo della complessità, siamo viandanti alla ricerca del senso dell’esistenza. Da sempre le religioni offrono una possibile risposta a tale ricerca proponendo una propria Verità, talvolta con la pretesa di imporla all’altro. Ma nessuno possiede la Verità intera, e ciascuno è in cammino alla scoperta di frammenti di vero che altri potrebbero aver già trovato. Il Comitato Interfedi – organismo consultivo della città di Torino nato per promuovere il dialogo interreligioso – propone dunque un evento in cui testimoniare diversi percorsi di ricerca e lasciare tracce preziose per ciascuno di noi.

🤚🏿 Renata Seranella e Giacomo Berutti - In cammino verso la verità

con Paolo Curtaz, scrittore e teologo e Ermes Ronchi, sacerdote e teologo 

Liberi di sceglierci la vita, possiamo seguire l’inclinazione della nostra anima oppure incamminarci su sentieri che, metro dopo metro, ci allontanano dalla nostra identità profonda. Sbagliare strada è facile, e tanti sono i motivi per cui può accadere: disattenzione, superficialità, intemperanza o incapacità di decifrare la mappa, possono farci smarrire la direzione che conduce a noi stessi. È allora che Dio, solerte navigatore satellitare, ricalcola il percorso. Per ascoltare le sue indicazioni, però, bisogna essere disposti a dire: “forse mi sono perso”.

🖐🏿 Paolo Curtaz e Ermes Ronchi - Dio ricalcola il percorso

con Maura Gancitano (in videocollegamento), filosofa e scrittrice, e Davide Sisto, filosofo e tanatologo
modera Giulia Muscatelli, scrittrice

Tra le tante bizzarrie generate dalla rivoluzione digitale, i virtual influencer sono forse la più eclatante: identità digitali che “incarnano” il modello di un’umanità perfetta, estranea a fragilità e inadeguatezze, sui social si contano già a centinaia. Eternamente giovani e belli, i virtual influencer sono oggetto di investimento emotivo da parte di follower che, in una dialettica sempre più serrata tra realtà e finzione, sviluppano verso di loro legami empatici. Che il terreno delle relazioni si stia spostando sempre più nel digitale non è una novità, ma che cosa ci dicono queste tendenze di noi, della nostra educazione sentimentale e degli ideali di perfezione ai quali fatichiamo a sottrarci?

🖐🏿 Maura Gancitano, Davide Sisto e Giulia Muscatelli - La perfezione innaturale

Storia naturale dell’umana imperfezione 
con Telmo Pievani, filosofo della scienza, evoluzionista

Ingegnoso, plastico e creativo, il cervello umano è un portento. Eppure, osservato dal punto di vista dell’evoluzione, il capolavoro che ci colma d’orgoglio è un assortimento di imperfezioni che lo rendono ambivalente nelle prestazioni intellettuali, fallibile quando elabora la realtà, permeabile a condizionamenti, conformismi e irrazionalità varie. Questa inattendibilità originaria fa sorgere in noi qualche forma di umiltà evoluzionistica? Parrebbe di no. Ma davanti alla spericolata mistura di poteri crescenti e persistenti limiti che ci contraddistingue, viene da chiedersi se non ce ne sia bisogno.

🖐🏿 Telmo Pievani - Comprereste un'auto usata da homo sapiens?

La necessità del principio misericordia 
con Romano Madera, filosofo e psicoanalista

«Un baratro è l’uomo e il suo cuore un abisso», grida il salmista che invoca la protezione di Dio contro la malvagità della persecuzione del “giusto”. Ma questa protesta finisce per coinvolgere implicitamente anche i perseguitati a causa della giustizia perché, sebbene in forma diversa, quel baratro appartiene a tutti. Nessuno può chiamarsi fuori dall’orrore che spesso erompe nella storia dell’umanità. Proprio per questo è necessario riferirsi alla misericordia, all’aver cuore per la miseria che ci circonda e ci abita, al perdono degli altri, di sé e della natura stessa. La misericordia non come un buon sentimento soltanto, ma come un principio del pensare, del sentire e dell’agire.

🖐🏿 Romano Madera - «Un baratro è l'uomo e il suo cuore un abisso»

Dietrich Bonhoeffer, uomo del nostro tempo 
con Ludwig Monti, biblista e Mario Cucca, biblista

Dal drammatico limite della cella di una prigione, incarcerato per ordine di Hitler, il grande teologo e cristiano Bonhoeffer ci consegna intuizioni insuperate su come coniugare limiti e possibilità, fragilità e fede, responsabilità e libertà. La riscoperta delle sue parole ci consente di vivere come credenti, consapevoli che «Cristo afferra l’uomo al centro della sua vita»; come autentici uomini e donne, chiamati a fare ancora oggi, di fragilità e imperfezioni, il terreno su cui far fiorire la propria unicità.

🖐🏿 «Vorrei parlare di Dio non ai limiti, ma al centro»

Intorno a Viktor Šklovskij
con Paolo Nori, scrittore

«Nell’ultimo libro che ha pubblicato (nel 1981), che in Italia è stato pubblicato nel 1984 e poi più, e difatti è introvabile, Viktor Šklovskij, il pilastro del formalismo, l’autore di quell’articolo incredibile del 1917 dal quale salta fuori il procedimento dello straniamento, Šklovskij, dicevamo, in questo ultimo libro racconta come scrive Tolstoj e, in generale, come si scrive. Riassumendo, se volete scrivere un romanzo come quelli di Tolstoj, dovete sbagliarvi. Se volete scrivere Anna Karenina, immaginatevi all’inizio una cosa completamente diversa, non so, Pel di Carota, e vedrete che andate poi bene.» (Paolo Nori)

🖐🏿 Viktor Šklovskij - L'energia dell'errore

con Andrea Schnöller, frate cappuccino e insegnante di meditazione, Maciej Bielawski, studioso di spiritualità, Vito Mancuso, teologo e Franco Stefanoni, giornalista

Religioso francescano, innovatore spirituale, fine conoscitore delle grandi e millenarie religioni e “uomo consapevole”, padre Andrea Schnöller ha contribuito al risveglio meditativo degli ultimi decenni, invitando uomini e donne a ritornare a sé stessi, in palese contrasto con la fuga dall’io individuale che tanto spesso disorienta le nostre vite. La “via del silenzio” da lui suggerita altro non è, in fondo, che un percorso gentile e mite, messo a disposizione di chi si sente smarrito o perso tra quotidiana stanchezza, superficialità e approssimazione. Un’occasione per conoscere più a fondo l’avventura spirituale di padre Andrea attraverso le sue parole e le testimonianze di alcuni amici che hanno condiviso parte del suo cammino.

🖐🏿 Andrea Schnöller, Maciej Bielawski e Vito Mancuso - Chi tace, non sbaglia

con Enrico Galiano, insegnante e scrittore e Enrica Tesio, scrittrice
modera Armando Buonaiuto, curatore Torino Spiritualità

Immersi nelle conseguenze di un errore, vorremmo poter tornare indietro per fare altre scelte, meno avventate, meno frettolose. Sì, ma indietro… dove? Di fatto, non è facile individuare il punto esatto in cui il piano su cui procedevamo ha iniziato a inclinarsi, e noi a scivolare. Convinti di sapere dove abbiamo sbagliato, potremmo accorgerci che le origini del nostro ultimo passo falso risalgono più in là, o che le sue cause sono più profonde di quanto immaginiamo. Quello dell’errore è un continente misterioso, dove l’ansia da prestazione si intreccia al diktat della perfezione, il giudizio all’inadeguatezza, la correzione all’imbarazzo. Però, non sono proprio i luoghi misteriosi quelli che abbiamo voglia di esplorare?

🖐🏿 Enrico Galiano e Enrica Tesio - Ma io, dove ho sbagliato?

con Chandra Candiani, poeta
in dialogo con Armando Buonaiuto, curatore Torino Spiritualità
sonorizzazioni e tromba Giorgio Li Calzi 

La vecchiaia, la malattia, la morte e la salvezza: ecco i quattro ineluttabili visitatori celesti che portano sì dolore, ma anche trasformazione. Intermediari tra i mondi, essi recano con sé notizia bruciante, messaggio d’altrove che risveglia, ma per ascoltare la loro voce non basta porgere l’orecchio. Bisogna, piuttosto, essere disposti a disimparare: disimparare le garanzie di riuscita; disimparare ad accorgersi più facilmente del male che del bene; disimparare a corteggiare la perfezione mentre l’imperfezione mendica un sorriso; a pesare in chili ciò che manca e in grammi ciò che è offerto. Impegnativo, vale la pena.
In apertura dell’incontro, Chandra Candiani legge i suoi versi accompagnata dalle musiche composte e eseguite da Giorgio Li Calzi.

🖐🏿 Chandra Candiani - I visitatori celesti

con Matthew Ichihashi Potts, sacerdote e docente e Morena Baldacci, teologa
modera Gianluca Montaldi direttore editoriale EDB
traduzione consecutiva Simona Caldera

Il desiderio di perdonare i torti subiti e di essere perdonati per i nostri sbagli emerge in molte delle nostre relazioni. Ma che cosa significa, in un mondo che non perdona, praticare il perdono? Se perdoniamo un torto, in che senso possiamo ritenere chi lo ha compiuto responsabile dell’azione compiuta? E se perdonare volesse dire riconoscere la ferita invece che medicarla frettolosamente? Matthew Ichihashi Potts, docente di Morale alla Harvard Divinity School, si inoltra nel complesso terreno del perdono e, tra Nuovo Testamento e letteratura contemporanea, riflette su dolore, rabbia, rimorso, memoria e oblio.

🖐🏿 Matthew Ichihashi Potts e Morena Baldacci - Il torto e il perdono

con Gabriele Goria meditatore, artista marziale, pedagogo teatrale e Paolo Scquizzato, sacerdote e scrittore 

Il perfezionismo è il più grande ostacolo alla perfezione. Sostituendo il cammino di compimento con un traguardo impossibile, il perfezionismo trasforma la perfezione in un ideale irrealizzabile. Nell’ambito delle vie spirituali, sono molte le patologie correlate a questo fenomeno. Come riconoscere, per esempio, quando il lavoro interiore separa anziché unire? Come evitare il sorgere di forme di manipolazione dell’altro? Un dialogo per mettere in luce alcune delle trappole più comuni al percorso spirituale – dal perfezionismo al narcisismo spirituale, dal bypassing alle indigestioni di spiritualità – e sollevare interrogativi su come instaurare (e mantenere) “buone abitudini” nella pratica quotidiana.

🖐🏿 Gabriele Goria e Paolo Scquizzato - Il perfezionismo spirituale

con Silvio Orlando, attore
in dialogo con Armando Buonaiuto, curatore Torino Spiritualità
con la partecipazione “non casuale” di Maria Laura Rondanini, attrice
sax, clarinetto, elettronica Gianni Denitto
violoncello Lamberto Curtoni
scultura scenica Roberto Abbiati

Essere imperfetti e fallibili, per i tanti di noi che faticano a farci pace, significa sentirsi come precipitati in scena: di rado per ricevere applausi, spesso con la paura dei fischi. E quasi mai si è sicuri di avere imparato bene la parte. Certo, è più una sensazione che una condizione effettiva, perché nella vita non c’è sempre un pubblico che si aspetta qualcosa da noi, e tuttavia… Ma per chi ha fatto dell’essere in scena una professione, che cosa significa esporsi continuamente, in teatro o su uno schermo, al giudizio altrui? Ci si sente mai davvero pronti per la ribalta? Tra riflessioni e aneddoti, Silvio Orlando si racconta e porta al pubblico di Torino Spiritualità un inedito e intenso omaggio alle pagine del grande Vasilij Grossman, nei sessant’anni dalla morte.

🖐🏿 Silvio Orlando - La vita è una prova generale (e quando sei pronto, muori)

con Paolo Giordano, scrittore e Chiara Valerio, scrittrice
modera Armando Buonaiuto, curatore Torino Spiritualità
in collaborazione con Banca d’Alba

Se non fossimo imperfetti, intimamente incompiuti, non saremmo capaci di desiderare. Il desiderio che sorge dalla nostra imperfezione è lo spazio traboccante di tutti i “possibili” che ancora ci mancano. Ma adesso che il progresso tecnologico ci consegna poteri sempre nuovi e crescenti, saremo in grado di mettere queste risorse al servizio del domani che desideriamo? Oppure sarà la tecnologia a dare forma alle nostre priorità, facendoci perdere di vista ciò di cui abbiamo realmente bisogno? Questioni su cui è opportuno interrogarsi, perché demandare l’oggetto del proprio desiderio non vuol dire solo perdere il contatto con sé stessi, ma rischiare di non saper più rispondere a una domanda cruciale: che cosa vogliamo fare davvero di noi?

🖐🏿 Chiara Valerio e Paolo Giordano - Alexa e il desiderio

con Massimo Recalcati, psicoanalista

Per limare le nostre imperfezioni scegliamo dei maestri che possano indicare una via migliorativa e che, soprattutto, sappiano far nascere in noi il desiderio di tenere fede al cammino, anche quando è più accidentato. Ma che cosa accade se l’allievo, lungo quella stessa difficile via, assiste alla caduta del maestro? I discepoli di Gesù sono spettatori della più rovinosa tra le cadute: attendevano il trionfo del loro Rabbi e trovano l’ingiuria e l’infamia, si aspettavano di contemplare la potenza di Dio e vedono la fragilità dell’uomo scosso dalla prova. È mai possibile che quella parola, capace come nessun’altra di sovvertire l’ordine del mondo, debba ora spegnersi tra delusioni, tradimenti e lacrime?

🖐🏿 Massimo Recalcati - Quando cade un maestro

Gesù, il puro e l’impuro
con Massimo Recalcati, psicoanalista

Da dove proviene l’impuro che corrompe l’essere umano? Se proviene dall’esterno, allora essere puri significa aderire a ciò che prescrive la Legge, seguirne scrupolosamente i dettami, le restrizioni e i rituali per emendare le impurità della vita, anche a costo di armare la propria mano. Ma Gesù viene a incrinare questo paradigma, e insegna a non voltare mai le spalle alla vita, anche se sporca e imperfetta. Perché a rendere impuri non è quel che viene da fuori, ma quel che sorge da dentro: non nei comportamenti esteriori va ricercata la purezza, ma nella propria interiorità, nell’accordo con la vocazione profonda che in ciascuno di noi dimora.

🖐🏿 Massimo Recalcati - La prima pietra

con Mario Calabresi, giornalista e scrittore

«Una ragazza mi ferma nel cortile dell’università, mi parla della sua ansia, della paura di non essere all’altezza delle aspettative, piange silenziosamente e mi chiede come si può scegliere la strada». Così scrive Mario Calabresi nel suo ultimo libro, Il tempo del bosco, constatando quanto sia paralizzante il timore di non stare al passo degli altri, di sbagliare scelte, percorsi, desideri e mete. Con il risultato, a volte, di rinunciare a intraprendere perché, piuttosto che fallire, meglio niente. In questi anni, con i suoi libri e i podcast, Calabresi ha realizzato una mappatura degli inciampi che punteggiano i nostri cammini e tuttavia non cancellano la strada. Ora, sul palco di Torino Spiritualità, ci ricorda come gli esseri umani – per quanto legni storti – siano in grado di tendere alla luce.

🖐🏿 Mario Calabresi - Scegliere la strada

con Vito Mancuso, teologo
in collaborazione con SOCREM – Società per la Cremazione Torino

Che da un legno storto (quale ognuno di noi è) possa uscire qualcosa di perfettamente diritto (qual è il bene morale) non è logico, né è logico aspettarselo. Eppure Kant lo esigeva, per sé e per gli altri, e se lo esigeva è perché lo riteneva possibile avendolo sperimentato. Il che significa che anche noi, che siamo storti, possiamo produrre qualcosa di diritto. Vito Mancuso propone al pubblico di Torino Spiritualità una riflessione su questo paradosso e su che cosa ci insegni a proposito della nostra vita e del suo senso.

🖐🏿 Vito Mancuso - Kant e il legno storto

con Vanessa Roghi, storica

«Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque continenti per colpa dell’ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell’energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un’energia troppo costosa. Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio, la Torre di Pisa». Con queste parole Gianni Rodari, nel 1964, invita gli adulti a mutare il punto di vista sugli errori. Lo fa scrivendo un meraviglioso libro di storie e filastrocche che quest’anno compie sessant’anni. Sessant’anni portati benissimo, e dunque proprio dal Libro degli errori partiamo per un viaggio nel mondo dell’infanzia, della poesia, dell’educazione e persino delle scoperte scientifiche.

🖐🏿 Vanessa Roghi - «Per esempio la Torre di Pisa»

con Marco Aime, antropologo, Chiara Saraceno, sociologa e Cristina Vargas, antropologa e psicologa
letture Antonella Delli Gatti 
a cura di SOCREM – Società per la Cremazione Torino e Fondazione Fabretti Onlus

Il rimorso, ovvero quel tormento interiore provocato dalla colpa che torna a “mordere” la coscienza per danni inflitti in passato; e il rimpianto, inteso come sofferenza provocata da ciò che non abbiamo fatto o da ciò che abbiamo perso, sono emozioni profonde: dolorosi movimenti interiori che condizionano la vita e la relazione con gli altri. Al pari di altre emozioni connesse alla colpa, tuttavia, esse non sono solo fenomeni individuali: piuttosto, ponti fra il soggettivo e il sociale, poiché collegano l’agire e il sentire di ciascuno a codici morali che hanno radici culturali, storiche e religiose. Una riflessione a tre voci per esplorare il tema della colpa nel pensiero antropologico, nella tessitura dei legami famigliari e nel percorso di elaborazione del lutto, a partire da alcune testimonianze raccolte nell’ottobre del 2020, durante le cerimonie commemorative organizzate da Socrem Torino in ricordo di chi è deceduto durante il Covid.

🖐🏿 Marco Aime, Chiara Saraceno e Cristina Vargas - Rimpianto e rimorso

con Enzo Bianchi, fondatore Comunità di Bose e Casa della Madia

L’umano è un essere creato non completo, un essere che fallisce, che erra, che non solo conosce il limite, ma si fa anche soggetto del male. Sente dentro di sé una vocazione alla pienezza, alla perfezione (τελειότης) e tuttavia non la raggiunge… Come accogliere questa condizione senza approdare a visioni nichiliste della vita? Che cosa dice la fede cristiana a riguardo? Può affermare «O felix culpa», o beata colpa? Muovendo dal versetto della Seconda lettera ai Corinzi, Enzo Bianchi riflette sulla debolezza in cui la Grazia mostra la sua forza.

🖐🏿 Enzo Bianchi - «Quando sono debole, è allora che sono forte»

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del classico.

con Erri De Luca // scrittore

«Secondo un detto, la vita umana è lunga quanto quella di tre cavalli. Da qualche anno mi trovo sul dorso del terzo. Anche l’andatura corrisponde al ritmo delle età. È stata al galoppo in gioventù, al trotto da adulto e adesso avanza al passo. La vecchiaia contiene vastità sconosciute alle età precedenti.
È un’età sperimentale. Ho la strana sensazione che nessuno è stato vecchio prima di me. La vecchiaia di chi mi ha preceduto non mi fa da modello e non mi prepara a niente. Per il corpo di ognuno, quando succede è per la prima volta.» A partire dal libro Feltrinelli.

Apre l’incontro la proiezione del corto L’età sperimentale di Erri De Luca (regia di Marco Zingaretti, con Erri De Luca, Paolo Roversi, Ines de la Fressange; Soul Film Production & OH!PEN in collaborazione con Montura).

Erri De Luca - L'età sperimentale

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del classico.

Inaugurazione

con Luciano Canfora // filologo classico, storico, presidente onorario del festival
L’idea di progresso nel mondo antico è tema controverso. Un apprezzato storico inglese, John Bury, negò, in un celebre libro, che gli antichi avessero conquistato l’idea di progresso. Contro tale negazione vi è la maggiore letteratura storica, poetica e oratoria del V secolo a.C. Invece, a favore della prevalenza dell’idea di decadenza come linea di sviluppo della storia umana, vi è una tradizione filosofica che va da Esiodo a Lucrezio. Solo il De civitate Dei di Agostino sovvertirà in senso moderno e progressivo la visione della storia umana.

Luciano Canfora - Dall'età dell'oro alla natura matrigna

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico.

Inaugurazione

con Ugo Cardinale // linguista, curatore del festival
La parola natura richiama le origini nella stessa etimologia, ma è un termine polisemico che abbraccia nei suoi significati tutto il cosmo: il noi e il fuori di noi. La natura come physis, indagata dai primi filosofi che vedevano nel cosmo in divenire strutture immutabili, intuendo l’ordine dei numeri e degli atomi. La natura fuori di noi: gli animali, le piante, la natura matrigna e inquietante; la natura dentro di noi, fonte di quel diritto naturale che ha ispirato la contrapposizione tra physis e nomos dei Sofisti, ma anche la natura come prodotto della logica aristotelica, che presenta come immutabili le differenze tra i generi e le gerarchie sociali, origine dei pregiudizi che oggi ci inquietano. Quale futuro riserva la natura lacerata della storia presente?

Ugo Cardinale - La natura tra essere e divenire

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del classico.

con Stefano Mancuso // botanico, Università di Firenze
e Gennaro Carillo // Università di Napoli Suor Orsola Benincasa

Quella di essere i signori del pianeta è una grande – e pericolosa – illusione, del tutto sconfessata dall’evidenza empirica. Le piante costituiscono ben l’80% della biomassa. E sono venute al mondo molto prima di noi. Già questo basterebbe a indurci a un atteggiamento più rispettoso. Se poi si considera che le piante sono esseri non solo senzienti ma intelligenti, allora il nostro pregiudizio antropocentrico, già vacillante, crolla del tutto. Se per intelligenza s’intende l’attitudine alla risoluzione dei problemi, le piante vanno ritenute intelligenti a pieno titolo: le loro capacità di adattamento e di previsione sono formidabili. La sfortuna delle piante è che il loro comportamento sfugge alla nostra vista. È compito della neurobiologia vegetale – non è un ossimoro! – indagare questa vita segreta e meravigliosa.

Stefano Mancuso - L'intelligenza delle piante

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico

con Piergiorgio Odifreddi // matematico

Che valore hanno i miti in un mondo ormai scientifico e tecnologico? Lo insegna Plutarco in La faccia della Luna, che testimonia quanto ne sapessero i Greci di astronomia. Quando, 1500 anni dopo, lo lesse Keplero, fu d’ispirazione per la scrittura di quello che Borges considerò il primo racconto di fantascienza: Il sogno, in cui si racconta come si vede la Terra dalla Luna, così come Plutarco raccontò come si vede la Luna dalla Terra.

Piegiorgio Odifreddi - Dalla Terra alle Lune con Plutarco e Keplero

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico.

con Giorgio Ieranò // grecista, autore di Il racconto del Labirinto (Einaudi) e Paola Mastrocola // scrittrice, autrice di Il dio del fuoco (Einaudi)

Efesto, scagliato dalla madre giù dall’Olimpo, è un dio diverso, imperfetto, che non vive nella bellezza e nello splendore ma suda e fatica tra i fuochi della sua officina. Ma che si riscatta diventando l’artefice magico per eccellenza, creatore di automi e macchine miracolose. A Creta, invece, Dedalo, altro reietto, cacciato da Atene, inventa il Labirinto, suprema architettura dell’intelligenza, casa di un figlio rifiutato, il Minotauro. Efesto, Dedalo, il Minotauro: storie di esclusi in cui lo stigma della diversità confina misteriosamente con il prodigio della creazione artistica.

Giorgio Ieranò e Paola Mastrocola - Da Efesto al Minotauro: i miti degli esclusi

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico.

con Max Bergamo // Università di Padova / Yale e Sergio Givone // filosofo

I Presocratici appaiono gli ultimi di una cultura in cui logos e mito si intrecciano, dove la riflessione sul vivente e la meditazione sull’uomo s’incontrano. L’idea di natura di Eraclito è una tra le più note e antiche della tradizione occidentale. Eraclito avrebbe sostenuto che è proprio della natura il nascondersi. Tale interpretazione è corretta? Un’analisi filologica e filosofica del significato di “natura” in Eraclito suggerisce una conclusione diversa.

Max Bergamo e Sergio Givone - L'aurora del pensiero filosofico

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico.

con Vito Mancuso
in collaborazione con Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale

Il narcisismo rimanda al rapporto con noi stessi: come dobbiamo regolarlo? Esaltando noi stessi, finendo nell’avidità dell’egoismo? O rinnegando noi stessi, finendo nella più desolata mancanza di autostima? Né l’uno né l’altro, il che ci fa capire che il narcisismo è un po’ come il colesterolo: ne esistono uno cattivo e uno buono. Come fare a riconoscerli? A partire dal mito di Narciso, passando per le riflessioni di filosofi e spirituali, il teologo ci offre una prospettiva inedita per scandagliare il problema forse più abissale: il rapporto con il nostro intimo sé, che non possiamo non proteggere ed amare.

🔱 L’incontro con Vito Mancuso è nell’ambito di Sei un mito
Le passioni divine assomigliano moltissimo a quelle terrene. I miti classici hanno già capito tutto. Sfidano i tabù, sbrigliano le nostre resistenze in una liberatoria assenza di moralità, affrontano situazioni anche molto problematiche del vivere sociale, ispirano, insegnano, stupiscono, consolano chiunque li ascolti dalla voce dei testi classici. Su e giù dall’Olimpo risiedono gli archetipi dei nostri comportamenti, che racchiudono un’umanità piena di colpi di scena, pulsioni irrefrenabili e azione.
Viola Ardone, Marco Balzano, Giada Biaggi e Steve Della Casa sono i quattro aedi contemporanei che porteranno nelle scuole (secondarie di primo e secondo grado) i miti di Narciso, Callisto, Ifi e Pigmalione, per stimolare il pensiero e la creatività di studenti e studentesse.

Vito Mancuso - Il narcisismo, ovvero il dilemma dell'amore di sé

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico.

con Guido Barbujani // genetista, Università di Ferrara

Secondo Lucrezio «in qualche luogo e tempo non definiti» i corpi deviano dalla traiettoria della loro caduta. In biologia, analoga al clinamen potrebbe essere la mutazione del DNA: il punto di partenza casuale dei processi evolutivi. Il nostro essere bipedi e le straordinarie dimensioni del nostro cervello, ma anche malattie o resistenza alle malattie; e colore della pelle, e la nostra capacità o incapacità di digerire il latte. Tutto questo e molto altro si è evoluto a partire da deviazioni casuali nel DNA.

Guido Barbujani - L'intuizione di Lucrezio e degli atomisti

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico.

con Mauro Bonazzi // Università di Bologna e Bruno Centrone // Università di Pisa

Che cos’è la giustizia? Quale la sua origine? Sono temi su cui gli antichi non hanno smesso di interrogarsi, da Omero in poi. Se all’inizio l’obiettivo è mostrare che la giustizia è meglio della forza (ma allora perché tutti pensano di poter risolvere i problemi con la forza?), con lo sviluppo della democrazia è la natura stessa di dike a essere indagata. È divina, esiste indipendentemente da noi, la giustizia? O è semplicemente ciò che consegue dalle decisioni umane? Lo scontro tra Platone e i sofisti attende ancora una risposta.

Mauro Bonazzi e Bruno Centrone -Physis contro nomos

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico.

con Mauro Bonazzi // Università di Bologna e Matteo Nucci // scrittore

Stando alla tradizione antica i primi pensatori scrissero libri prevalentemente intitolati Peri Physeos, Sulla Natura. Ma di che natura si tratta? Chi è quell’essere che la natura forgia e che la natura studia? La definizione di Aristotele è ancora oggi decisiva: l’animale dotato di logos è quell’animale che può parlare di sé stesso e che diversamente dai compagni di cammino, può indagare la morte a cui tutti i viventi nella natura vanno incontro.

Mauro Bonazzi e Matteo Nucci - Vivere secondo natura

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico.

con Andrea Capra // grecista, Università Statale di Milano

Prometeo è nemico di Zeus, quindi potenzialmente della natura, ma al tempo stesso fonda il sacrificio – che rappresenta il tentativo dell’umanità di riconnettersi a una natura perduta di comunione con gli dèi. Eroe minaccioso e minacciato, nelle pagine, fra gli altri, di Esiodo, dei tragici e di Platone ci accompagna in un percorso cangiante, in cui il mito greco offre prospettive assai diverse e illuminanti sul potenziale conflitto fra tecnica e natura.

Andrea Capra - L'ara di Prometeo

L'incontro si è svolto durante la VII edizione del Festival del Classico.

con Claudio Pagliara // giornalista e Paola Peduzzi // giornalista

ll mondo è rimasto sospeso in uno stato di attesa delle elezioni americane come se ci fosse bisogno di una leadership che potesse tirare le fila della «guerra mondiale a pezzi». E ora che il leader è stato “svelato”, occorre capire il nuovo volto di un Paese lacerato e interrogarsi sul declino di un’egemonia e sulle nuove dinamiche di un mondo multipolare. Due grandi conoscitori della storia americana e delle dinamiche geopolitiche dialogheranno su questi grandi interrogativi.

Claudio Pagliara e Paola Peduzzi - Dove andrà il mondo dopo le elezioni americane

con Elena D’Ambrogio Navone

Il bilancio personale e professionale di un artista che con i Pooh ha fatto la storia della musica italiana, che sceglie cento parole per raccontare i valori che lo ispirano, gli affetti in cui trova rifugio, i progetti a cui si dedica con instancabile entusiasmo.

Red Canzian - Centoparole (Sperling&Kupfer)

Promuove e produce cultura, tutti i giorni, per tutti, nelle sue tre sedi – Torino, Novara e Rivoli – con rassegne e festival. Un progetto di Regione Piemonte

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