G2V 4

L’uomo con la faccia di cera
Scioglie il sorriso con l’accendino
accende il filo sulla sua testa di candela
Ha parole ed inganni ha mazzi di chiavi
L’uomo con la faccia di cera
Si muove si guarda continua
Oltre il cancello la ricerca infruttuosa
di ogni cosa/ destinata all’oblio
nel mare di nebbia della sera
Intanto guardando lontano
la faccia scompare e la faccia riappare
guarda quel piccolo mondo di pensieri appuntiti
che sembra appartenerci
guardalo colare/ sui pavimenti
delle case dei ricchi
senza tanto preoccuparsi
senza tanto sbraitare guardarlo cadere
con soddisfazione
in mille frammenti frammenti di dolore

A due a due si guardano l’uno davanti all’altro
L’uomo e lo specchio nel circo
le giostre si arrugginiscono
il circo è in città
ma in città da troppo tempo
e nessuno lo sa
A due a due si guardano l’uno davanti all’altro
L’uomo e lo specchio nel circo
le giostre si arrugginiscono
il circo è in città
ma in città da troppo tempo
e nessuno lo sa

L’uomo con la faccia di cera 
Da bruco a farfalla la sua primavera
Mi sfugge la sua traccia mi sfugge sulla neve
Solido d’inverno liquido d’estate
L’uomo con la faccia di cera
Ha preso una stanza in affitto con vista sul porto
Le navi che arrivano presto ripartono
Sono petroliere corrose dal ghiaccio

Le tazze tintinnano all’ora del thè 
L’uomo si fonde sul fondo 
Le forchette si arrugginiscono
Evapora il cuore
Sulle città nevica zucchero
E confettura di more

Le ossa tintinnano all’ora del thè 
Lo scheletro balla sul piatto
Le forchette si arrugginiscono
L’arrosto va in fumo
Ci guardiamo intorno e non c’è piu nessuno

Dal trapezio arriva il suono di una risata
Il suono di una risata ad un funerale
Abbiamo ampolle di vetro piene di lacrime 
Silenziosi le teniamo in processione
Dal trapezio arriva il suono della pioggia
Il suono della pioggia in un giorno di sole
L’uomo con la faccia di cera sciolta per metà
Canta una canzone 
E lieto sorseggia
una granita al granito

Il movimento del pendolo 
È avanti e indietro
Il movimento del pendolo
È avanti e indietro
A due a due si guardano l’uno davanti all’altro
L’uomo e lo specchio nel circo
Le tazze tintinnano all’ora del thè 
L’uomo si fonde sul fondo 
Le ossa tintinnano all’ora del thè 
Lo scheletro balla sul piatto


L'uomo con la faccia di cera

Elizabeth,                                                                
Ho provato a sognare le sponde di oceani invisibili 
Le acque agitate negli occhi di chi guardandosi indietro
Si è accorto di essere improvvisamente una statua di sale.
Nelle conversazioni al ritmo di stelle agitate gli spruzzi di lame
dividono anime e sangue antico caverne di templi scavati
Deserti e sconfitte ci seguono all’ombra di carovane
Elizabeth il viaggio non sembra finire
Mai
ho trascritto  un quaderno di simboli nuovi e di vecchi velieri appesi alle travi
 bretoni chiese affogate in un mare lontano in preghiera dipinto di burro e nocciola
a cavalcare farfalle salendo le torri si spegne il tramonto 
guardiamo stupiti gli esplosi pianeti frammenti di luce nei cieli piangenti
Elizabeth sono sicuro che stai bene 
Il tuo cuore è una macchia che si allarga infinita
E brucia

Ho trasmesso punti e linee alfabeti che l’aria solleva
in terrazzi segreti e scudi scoperti  i miei limiti acciaio ferito che sanguina sotto corazze di roccia
gialli ocra i deserti sollevano polvere e piove la sabbia rompendosi a terra in un guscio di nuvole e lampi il cristallo crepato del cielo 
Elizabeth piove e mi sto nascondendo mi sto perdendo
La mia tasca è una vela gonfia un sorriso e una lacrima
Elizabeth

Elizabeth,
Elizabeth prima dormendo poi piano crescendo si allinea  profondo sull’orizzonte di questo universo il manifestarsi glorioso e trafitto di un temporale
vicina la soglia di casa il giardino che aspetta di scrivere un libro segreto di pagine e pagine  pagine  pagine pagine
strade di ciottoli e lontane rondini in fuga
Elizabeth abbiamo passato Dunkerque
E  siamo a 46 miglia da Dover





Elizabeth

Per uno come me di un piccolo paese con piccole abitudini e giorni tutti uguali
Per uno come me ti rendi conto di come deve essere Istanbul?
Per uno come me che ha visto una sola religione sotto un’unica morale comune
Per uno come me ti rendi conto di come deve essere Istanbul?
Per uno come me che passa da una scatola nera a un’altra scatola nera
Ferma sull’autostrada una chiesa di amianto/
che effetto farebbe vedere il più antico quartiere del mondo?
Gloria alle cose del cielo e alla terra che vedo e che non tocco con mano
al confine sottile inferno paradiso Gloria alle cupole d’oro
Le donne coperte da un velo disegnano lune con gli occhi sul viso 
e il calore le attraversa la pelle danzano nude al centro delle stelle
come preghiere la seta ti scopre 
ora bevo alla tua bocca di lame affilate
Attraverso i miei limiti ritorno alla luce
Ora affondo la tua carne coperta di pietre preziose
….ti rendi conto di come dev’essere Istanbul?
….ti rendi conto?

Anch’io sono metropoli tra due continenti due spade sulla testa d’oriente
Non so decidermi se aprire la porta la torre d’avorio in cui mi hai rinchiuso
Io vedo le sponde alla luce dell’alba di due mari differenti da questa piccola vita
ho paura di uscire e vedere oltre il buio che è scritto alla fine di un libro
Io so Costantinopoli del viaggio che faremo e i canti lontani che sentiremo
Avremo un sorriso che ritorna dal Bosforo per ogni grido di gabbiano

Gloria alle cose del cielo e alla terra che vedo e che non tocco con mano
al confine sottile inferno paradiso Gloria alle cupole d’oro
Le donne coperte da un velo disegnano lune con gli occhi sul viso 
e il calore le attraversa la pelle danzano nude al centro delle stelle

Per uno come me che è rimasto cieco davanti al bagliore di un minareto
Per uno come me ti rendi conto di come deve essere Istanbul?
Per uno come me che è rimasto muto a Gerusalemme alle porte del tempio
Per uno come me ti rendi conto di come deve essere Istanbul?
Per uno come me che pensa sono solo sabbia portata dal vento
che effetto farebbe scoprirsi dentro la voce di tutte le persone del mondo?


Come Deve Essere Istanbul?

Inorganismo

Congelando stelle fredde 
congelando le distanze 
le distanze mentre parli 
le distanze mentre ridi 
congelando stelle fredde 
manteniamo le distanze 
se per sbaglio ci sfioriamo 
congeliamo

Dove sono solo se ti senti solo chiedo 
Solo se lo chiedo sento solo che io sono 
Senti che io sono solo dove se lo chiedo 
solo che io chiedo solamente dove sono 
Dove me lo chiedo se io solo sono solo 
Solo cosa chiedo se non sento dove sono 
Senti che io solo non lo sono solo solo 
Solo se lo chiedo solamente sono solo

Dove sono solo se ti senti solo chiedo 
Solo se lo chiedo sento solo che io sono 
Senti che io sono solo dove se lo chiedo 
solo che io chiedo solamente dove sono 
Dove me lo chiedo se io solo sono solo 
Solo cosa chiedo se non sento dove sono 
Senti che io solo non lo sono solo solo 
Solo se lo chiedo solamente sono solo

Solo chiedo guardo indietro 
Vedo solo passo chiudo 
Guarda solo se ci credo 
Passerò attraverso il muro

Dove sono stato chiedo solo se ti sei sentito solo 
Dove sono solo nello stato di sentirmi solo che vedo che spiego 
Che non riesci a capirmi nemmeno 
Un gramo grammo grano 
di felicità in polvere che evapora 
lascia tutto 
lascia niente 
solo il sonno solo 
solo un sonno solo 
sono 
solo 
suono

Resto come chiuso dentro un muro silenzioso 
Dentro sono a un passo dal sentirmi come sono 
Mentre nel silenzio per toccarti non mi muovo 
Passo dopo passo sento si avvicina il muro 
Come sono chiuso faccio un passo e non mi muovo 
Chiuso non mi muovo quando passo sono muro 
Come faccio un passo se mi muovo resto chiuso 
Passo dopo passo e muro dopo muro

Resto come chiuso dentro un muro silenzioso 
Dentro sono a un passo dal sentirmi come sono 
Mentre nel silenzio per toccarti non mi muovo 
Passo dopo passo sento si avvicina il muro 
Come sono chiuso faccio un passo e non mi muovo 
Chiuso non mi muovo quando passo sono muro 
Come faccio un passo se mi muovo resto chiuso 
Passo dopo passo e muro dopo muro

Salgo il muro guardo indietro 
Vedo solo passi chiudi 
Salta in mezzo alle distanze 
E Mi vedrai dall’altra parte

Dove sono stato chiedo solo se ti sei sentito solo 
Dove sono solo nello stato di sentirmi solo che vedo che spiego 
Che non riesci a capirmi nemmeno 
Un gramo grammo grano 
di felicità in polvere che evapora 
lascia tutto 
lascia niente 
solo il sonno solo 
solo un sonno solo 
sono 
solo 
suono

forse tu mi toccherai 
forse no 
forse siamo equidistanti 
forse no 
forse soli siamo tanti 
forse siamo soli in tanti 
forse soli siamo tanti 
forse siamo tanto soli 
forse no 
forse si 
forse no 
si no 
no

Le Distanze

Avventura Hardcore in Cucina con D I O S C U R O

Ricetta Hardcore

Apri i cancelli chiusi dall’ interno, Vuoti apparenti in milioni di cassetti taglienti lucenti ricordi che affiorano e affondano il petto con lame e veleno. E non ti basterà tutto l’alcol del mondo, niente sparirà abbastanza a fondo più spingi le parole e i ricordi sui bordi poi bussano alla porta milioni di zombie.

Giungle fiorite sul tuo passato sbarrare gli accessi al di là del prato
Le cose che succedono acquistano valore perché tutto si capisce solamente dopo
Il significato ci sfugge perché / restiamo svegli di notte
Imbottiti di droghe sociali / di giorno dormiamo sempre 
Il significato ci sfugge perché / non deviamo dalle norme
Imbottiti di droghe sociali / le nostre mani rimangono ferme

Dentro uno spazio senza dimensioni nulla ci appare come può sembrare in contrasto coi sensi in stanze limitate camere d’albergo quadrate sbarrate incontri vite spine incarnate tappeti sporchi trattengono stelle e in pochi secondi dopo essere nati già chiudiamo i cancelli della mente

Spezziamo e sminuzziamo guardiamoci al microscopio facciamo di noi un totem un idolo venerato
Riduciamo e rientriamo in formule matematiche e tutto il resto lo infiliamo in un armadio che alla fine esplode
	
Ma apri i cancelli chiusi dall’ interno una macchina infine rimane solo un mezzo 
E per cambiare lo status non ti basta un figlio e far vedere che riesci a mantenerlo
Perché tutto si alimenta ti cresce dentro tutto quello che spingi nello spigolo d’angolo
E rimango solo e rimango vuoto per capire meglio e riaprirmi al gioco

Non starmi dietro non seguirmi 
Per dire davvero qualcosa che senti 
non devi gridare ma solo lottare
Lanciare il tuo pensiero dentro abissi di pace
E la voce sarà chiara senza gli altoparlanti senza schermi senza fili mi senti?
E la voce sarà chiara senza che i tuoi pensieri restino lucchetti senza combinazioni

Il significato ci sfugge perché / restiamo svegli di notte
Imbottiti di droghe sociali / di giorno dormiamo sempre 
Il significato ci sfugge perché / non deviamo dalle norme
Imbottiti di droghe sociali / le nostre mani rimangono ferme
Il significato ci sfugge perché / restiamo svegli di notte

invecchiamo lentamente chiusi dall’interno senza dire niente
ma in qualche posto si stanno riaprendo
I cancelli della mente
invecchiamo lentamente chiusi dall’interno senza dire niente
ma in qualche posto si stanno riaprendo
I cancelli della mente

Il significato ci sfugge perché / restiamo svegli di notte
Imbottiti di droghe sociali / di giorno dormiamo sempre 
Il significato ci sfugge perché / non deviamo dalle norme
Imbottiti di droghe sociali / le paure rimangono eterne


Droghe Sociali

Che non mi vedano i pesci rossi dalle pareti di questo acquario
Piccoli pesci rossi che nutro con la ferocia di un dio solitario.
Li tengo in mano perché non scappino li tengo grassi perché non pensino
Ho telecamere sui fondali e accendo fari sul loro buio. 
Che non mi vedano i pesci rossi che non vedano la mia mano
Quella mano che si apre a comando è la mano che tiene il cibo.
Sono di gomma le loro bocche inesistenti i loro denti
Li tengo al caldo per farli crescere ma poi li uccido se troppo grandi

Mi metto dietro la tenda rossa e spio ogni loro mossa
Provo a confonderli con i colori di atolli tropicali 
Piazzo luci dappertutto come in un centro commerciale
Che non si aggreghino che non si organizzino che si convincano di essere al mare
Da qualche tempo io li sento quando non li sto guardando
Piccoli pesci rossi e dorati si radunano sul fondo
Da qualche tempo io li sento nel mio sonno agitato
Mi sembra quasi di vederli uscire dall’ acquario

Che non mi vedano i pesci rossi mentre ricreo i loro desideri
Dentro scatole scintillanti mando in onda i loro pensieri
E c’è un pesce più rosso degli altri potresti essere come lui
E invece sei come tutti quanti e resta in fila dove sei
Tanto sono io che decido se la ventola deve girare
Se il sistema di raffreddamento all ’improvviso si dovesse guastare 
Decido il tempo decido la notte il giorno i gradi la temperatura
Quanto si abbassa il livello dell’acqua fino al livello della paura
Che non si accorgano i pesci rossi che rimangano muti
Silenziosi stupidi pesci in diecimila centimetri cubi
 
Da qualche tempo io li sento quando non li sto guardando
Piccoli pesci rossi e dorati si radunano sul fondo
Da qualche tempo io li sento nel mio sonno agitato
sembra quasi di vederli uscire dall’acquario
Da qualche tempo io li sento se mi sveglio all’improvviso
Senza fare alcun rumore ma sempre più vicino

Da qualche tempo io li sento scivolare verso l’alto
Prendere l’unica via di fuga quella che non avrei mai immaginato
Da qualche tempo sono sveglio e non sento più alcun suono
Sono in piedi senza parole davanti ad un acquario vuoto

Vuoto

Pesci rossi

Attenzione: Messaggio Spaziale.
8000 parsec direzione Sagittario

Sarà la Notte a Dirlo

Il  15 agosto 1975 alle ore 10:16 pm EST il radiotelescopio Big Ear alla ricerca di possibili civiltà intelligenti nello spazio profondo capta un segnale radio della durata di 72 secondi con una specifica sequenza: 6EQUJ5.
La forma e la precisa durata del messaggio ricevuto evidenziano senza alcun dubbio che il segnale è di origine extraterrestre.

Il Segnale WOW


In paradisum

Non avrai altro dio al di fuori di schermi
Alla fine di un cavo non ci sono altri mondi
Non desidererai lo yogurt di un altro
Se rimani con noi credito illimitato

In paradisum deducant te angeli
il regno dei cieli è nei supermercati
saremo perfetti e uomini santi
una volta finita la raccolta punti

Vedete la perfezione non ha punti neri
Seguiamo i consigli degli indossatori
Sulla pelle dei moribondi usiamo i correttori

Dentro scatole ambigue infiliamo gli orrori
Venite in palestra a sentirvi migliori
Con il codice a barre tatuato sui polsi

E abbiamo spazio per andare da nessuna parte
E abbiamo tempo da aspettare ogni giorno uguale
Siamo schegge furiose di un mondo portatile
Preghiamo insieme il nostro dio ricaricabile

Non avrai altro dio al di fuori di schermi
Questo gruppo di amici l’ho preso coi saldi
Non invecchieremo mai perché siamo già morti
Ma appena nati qualcuno dirà che siamo risorti

In paradisum deducant te angeli
La chiave del cielo è nei supermercati
Saremo perfetti e uomini puri
Schiacciandoci gli occhi sui televisori

In paradisum deducant te angeli

L’importante è che il formaggio sia morbido e speciale
Che il ph della pelle sia neutrale
Proprio come le tue idee senza direzione
L’importanza è nella grinta sulle quattro ruote

L’importante è che il formaggio sia morbido e speciale
Che il ph della pelle sia neutrale
Proprio come le tue idee senza direzione
L’importanza è nella grinta sulle quattro ruote


In Paradisum


Restami

Restami: l’ultima goccia di seta su morbida pelle confondimi il cuore e ora crollano stelle dai muri fradici fra le tue gambe, accarezzami al centro di un altare, gli angeli riempiano cieli di quiete.
Proibiscimi il desiderio e soddisfa il pensiero di spalle scoperte, sul pavimento rimbalzano piccole perle, dita che marchiano a fuoco la schiena.

Incendiami 
Scioglimi
Toglimi 
Restami 

Levami dall’ etichetta il mio nome non sarò nessuno soltanto rosse parole di labbra e di rabbia mordono nuvole gonfie di pioggia. Mangiami, io sarò la fame in piccole pillole eterne,
scaverò il buio di grotte sommerse toccando segreta la carne.

Soffiami via dal cuore la cenere 
In alto più forte del vento e lontano da me
Che possa confondermi ora
Con te 
Con te
Con te 

Restami addosso l’odore del vento di foglie e conchiglie, noi siamo reduci di un mondo ostile di fuoco e di meteorite. Baciami indossami cambiami strappami telecomandami 
Appoggiami filo sottile sulle tue palpebre chiuse.

Incendiami 
Scioglimi
Toglimi 
Ma restami

Soffiami via dal cuore la cenere 
In alto più forte del vento e lontano da me
Che possa confondermi ora
Con te 
Con te

Con te
Restami 
Accarezzami al centro di un altare.
Gli angeli riempiano cieli di quiete.


Restami

Linee Aeree Saudite

L’aeroplano, bianco e piatto nelle solide maglie di una lingua sconosciuta, sta volando tra le pubblicità orientali, evanescenti. Rincorrendo immagini, notoriamente bianche, tengono sveglie nei lunghi viaggi le catene del passato. Scorgo visi galleggianti: le tue folle invisibili inchiodate a porte solari pressurizzate, e sotto uno dei tanti mari, precipitiamo, nel fossile del giorno, ora divenuto desertico.
La pietra è nera
Masjid al-Haram , Masjid al-Haram 
L’aeroplano ha un gioiello incastonato nel suo centro. Guardandoti, la bellezza sublime di una moschea spegne la lampada. Mi è vietato l’accesso nello stadio Saudita, immenso. Dhu l-Hijja Dhu l-Hijja
In un’oasi di tappeti erbosi e alcantara, le spezie rovesciate dalle confezioni di plastica ci tengono lontani da profumi più reali. Celato ai i santi imbevuti nel vino, io sono l’antenato. L’antenato aruspice: L’ oracolo, che non ha chiesto in cambio quello che ha rivelato.
Masjid al-Haram. 
Nella sua schiavitù il commerciante di lane pregiate osserva l’abbondanza subdola del lusso: colma il vuoto con cimiteri di lampadine. E, noi, dal decollo procediamo a sparire via via consegnandoci al cielo.
saghira nuri saghira nuri
La porta si intravede connessa alla doratura dei monili e le perle negli amuleti.
La porta. Miḥrāb.  Si intravede. Miḥrāb. L’aria che entra non sa chiuderla.
La porta si intravede nel lusso viaggiante. Compriamo un attesa. Siamo garanti della superficie sotto il bicchiere sporco del vino trascendente.  Raggi di luce percettiva a illuminare zone d’ombra grigia e pelle squamosa di sirena oltre l’Europa continentale. Pavimenti eurasiatici. E zolle, di silenzio. muʾadhdhin, muʾadhdhin Habibi

Poiesis inviting gods over the shoulders of ancient small ziqqurats. Eurosaxon mymesis waving the edge of the north-eastern sea, resting silent rubbery. i move, and i still. Dropping to a glass surface, melting my memory the alabaster table. Close me uncertainly to the bottom, mixing stones and love, washing my ears and my arms. Only a tear remains: this is the essence of my prayer. Al-ḥajar al-aswad. Three languages and two tongues: many terrors are covered by hats and clothes. Spoken, loved, be quiet a little louder. Thinking you as an inspiring movement of your legs, thinking me as a dove with no moving eyes and standing on a black sea. The dove licks the river bigger than an eagle. Higher and higher from above and from the deep infinity of an empty cake.


Linee Aeree Saudite

RestamiSmokeyOldJazzClub1955 Alt. Vers.

D I O S C U R O
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 are:

 Davide "Peppe" Passerini - Music Composer, Arrangements, Keyboards, Samples, Loops, Bass Guitars, Guitar-Synth, Acoustic, Electric and MIDI Guitars & Recordings

Simone Beghi: Lyrics, Spoken Words, Normal Voices, Sub Intonizying Voices, Vocal Effects, Telling Tales, Jokes and direction.

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