II - A Clarinet

III - Bb Clarinet

il passato non è più
il futuro non è ancora.
Il presente, come elemento di separazione fra due cose che non esistono, come fa ad esistere?

Pinzimonio

Live concert 

Piano: Roberta Spinelli
Viola: Claudia Laraspata
Clarinet: Eugenio Tattoli

"An evening at skittles" - Mozart's Kegelstatt Trio - Andante

Liborio Greco è nato a Napoli ma vive a Bari, quartiere Libertà.  
Barba portafortuna, non dimentica mai di inviare cartoline. Ha un cane che si chiama Tensho ed una vecchia moto del 1958.

Piacere Liborio Greco

Ricordo che Carmela amava farsi chiamare Nancy; non so se l'ho sognato o se era davvero così.

Nancy, brevi simpatici memoriali

4 Gennaio 1957, ultimo giorno di navigazione.

L’ultimo giorno di navigazione è un giorno di navigazione come tutti gli altri. Si sta in mare, fin quando non si arriva a terra. Non sei a terra, non poggi le valige, fin quando non il primo piede non è oltre le passerelle. 
Il lavoro continua come sempre, al buio, nel rumore assordante dei motori, con le scarpe grosse, immersi nel tanfo della nafta. Le mani, per quanto possano essere pulite, rimangono sporche. 

E’ inverno, ma in sala macchine si sta caldi. Ho detto ai due periti meccanici, di tornare in cabina alle 12, così da rimanere per le ultime operazioni solo io e il sottoufficiale.
 
Dopo il comandante, sono colui che ha maturato più tempo sulla nave. Quasi due anni. Per l’esattezza, con oggi, 718 giorni, e qualche ora. L’arrivo è previsto alle 16, ma saremo gli ultimi a sbarcare. 
Ieri abbiamo cenato bene, bevuto un ottimo vino, ed il cuoco ha cucinato uno splendido brasato di maiale, con patate e verdure in brodo. Il comandante ha offerto a tutto l’equipaggio una bottiglia di Chartreuse Sarti, riserva per la marina mercantile. Una bella cena, stanchi come siamo, è servita a ristorare fisico e spirito. Al termine, ci siamo salutati tutti, consci che per un bel po’ la Simona Gagliano se ne starà all’asciutto, e con lei anche noi. 

Stamane tutto sembra andare per il meglio. Alle sei faceva ancora molto freddo, l’aria era tersa. I mozzi portano sul viso e sulle mani i segni taglienti del vento, della salsedine e del sole. C’è il giovane turco che dovrà affrontare un lungo viaggio per tornare a casa. 

Attendiamo tutti di sentire le sirene; sarà segno e suono inequivocabile della vicinanza alla terra. Allora saprò di poter uscire, certo di poter scorgere Capri e il Vesuvio. Da li a qualche ora, ti rivedrò. 

Tornerò in sala macchine ad ultimare il distacco dei due motori ausiliari, lasciando il principale, in attesa dei rimorchiatori. Poi potrò tornare in cabina per mettere a posto la divisa, lavarmi e vestirmi. 
Ho già preparato tutte le valige. Due anni di navigazione portano con me i ricordi di Panama, Egitto, Malta, Stati Uniti, Buenos Aires. La valigia vuota ora è piena. Ne saranno felici Giorgio, Mario e Concetta. E ne sarai felice anche tu. Mi troverai dimagrito, forse un po' più taciturno. Nei prossimi giorni dovrò sistemare alcune carte per lo sbarco in capitaneria. Il comandante Mitzlaf ci ha aggiornato circa la continua massiccia presenza di americani. Muoio per la smania di tornare. Sono passate le 12, per le 15 dovremmo entrare in porto.