Il 31 luglio 1922, l’Alleanza del Lavoro proclama lo sciopero nazionale come protesta contro le ripetute violenze fasciste. Mussolini da’ l’ultimatum: cessazione immediata o repressione.
A Parma, la gente dei borghi, al comando di Guido Picelli e dei suoi Arditi del Popolo, insorge difendendo i quartieri popolari dell’Oltretorrente e del Naviglio con trincee e barricate.
Nei cinque giorni di resistenza, poche centinaia di uomini e donne fronteggiano migliaia di fascisti al comando del famigerato ras Italo Balbo, in quella che rimane una testimonianza unica dell’antifascismo della prima ora.

Questa storia viene raccontata da Francesco Pelosi e Rise in un graphic novel dal titolo "Guido Picelli - Un antifascista sulle barricate" (Round Robin, 2022) di cui questo EP è l'ideale colonna sonora.

Dalle barricate di Parma al viaggio verso il confino con Antonio Gramsci, fino alla morte tra le fila delle Brigate Internazionali in Spagna, "Guido Picelli – Un antifascista sulle barricate" racconta le vicende umane e politiche del sindacalista e combattente parmigiano, in un graphic novel appassionante e storicamente accurato, nel centenario dei fatti che lo resero celebre nell’Italia di allora.

In libreria dal 22 luglio 2022

06 Oltretorrente (canzone D'amore)

05 Noi Che Desideriamo Senza Fine

04 In Morte Di Picelli

03 A Las Barricadas El Ejercito Del Ebro

02 Figli Dell'officina

01 Si La Bala Me Da

Barricate in ogni paese

Con i sassi del torrente, con le pietre del piazzale
Con gli armadi e con i carri, con le panche delle chiese
Barricate in ogni casa, barricate nelle strade,
barricate in ogni paese.

Coi vestiti della festa, con gli stracci del lavoro
col bracciante e l’operaia, con la madre, con il figlio,
barricate in ogni pugno, barricate in ogni cuore,
dall’Oltretorrente al Naviglio.

Siam gente che nessuno vede, che nessuno sente,
Siam vite appena iniziate, già belle finite,
siam l’urlo che esplode nel cuore in mezzo alla notte
siam fuoco, siamo le tue paure di non avere più niente.


Con la fame che ci mangia, con la sete che ci brucia,
Con le mani e con le facce tutte nere, tutte sfatte,
barricate dalla Siria, barricate dalla Spagna,
a Genova, a Parigi e in Val di Susa.

Dalle spiagge dei migranti ai campi del caporalato,
da ogni centro commerciale, da ogni azienda, da ogni ufficio,
ghetto, carcere o favelas, baraccopoli e borgate
barricate, barricate, barricate.

Siam gente che nessuno vede, che nessuno sente,
Siam vite appena iniziate, già belle finite,
siam l’urlo che esplode nel cuore in mezzo alla notte
siam fuoco, siamo le tue paure di non avere più niente.


Dal silenzio dei ghiacciai che precipitano in mare,
all’urlo di ogni fiore, ogni albero e animale,
barricate in ogni pugno, barricate in ogni cuore
barricate nelle case, barricate nelle strade, 
barricate in ogni paese.


Siam gente che nessuno vede, che nessuno sente, 
siam fuoco, siamo le tue paure di non avere più niente.


testo e musica: Francesco Pelosi

Francesco Pelosi, voce e chitarra
Nicolas Furlan, chitarra e cori
Luigi Martinelli, violino e cori
Dario Caradente, flauti

arrangiamento: Nicolas Furlan

registrato da Alberto Bonici
mixato e masterizzato da Roberto Passuti

artwork by Rise The Cat

Barricate In Ogni Paese

Francesco Pelosi & The Bouncing Brothers
Dell'amor e degli amici 

1. Twin Peaks
2. Canzone per gli amici

Testi e musica: Francesco Pelosi

Francesco Pelosi: voce, chitarra
Yalica Jo: voce
Nicolas Furlan: chitarra
Luigi Martinelli: violino
Francesca Baccolini: contrabbasso, percussioni
Rocco Marchi: organo, piano elettrico, percussioni

Arrangiamento: Rocco Marchi, Nicolas Furlan, Francesco Pelosi
Produzione artistica: Rocco Marchi

Registrato, mixato e masterizzato da Roberto Passuti presso Spectrum Studio, Bologna

2.Canzone Per Gli Amici

1.Twin Peaks

Il rito della città, album d’esordio di Francesco Pelosi in uscita il 6 ottobre 2017 e anticipato dal singolo O Morte, ha come protagonista la città, luogo di partenza di un’indagine sentimentale e sonora che, più che suggerita, gli è stata costretta per diritto di nascita. Leonard Cohen cantava di non avere scelta, poiché nato con una “golden voice”. Più o meno allo stesso modo, nascere in una città di provincia, stretto fra due fabbriche e inondato di mitologie a basso prezzo (ma costosissime per l’anima), dall’osteria alla resistenza e dal cattolicesimo al mercato globale, non lascia scampo. Bisogna darsi da fare per raccogliere ciò che di vero esiste ancora in quel piccolo mondo nuovo che ci ha accolti. Si scopre così, non senza amarezza o rassegnazione, che esistono spiriti affini, che alcune mitologie sono ancora vive e concrete e che il viaggio, per quanto difficoltoso a arduo, esiste, si manifesta.
Il rito che ne consegue e che abbiamo imparato ad ammansire per non esserne divorati completamente è allora la porta spalancata del passato che ci permette di appoggiarci e dare il colpo di reni verso l’avanti. Il bancone di un bar. Il letto di un amante. Il legno di una chitarra.
Alcuni santi* guidano l’impresa, pochi amici si fermano ancora a cantare tutta la notte, molti critici avversano. L’entropia sembra governare. Ma un fiore sboccia ancora tra le labbra e custodito fra un seno e un palmo irradia il mondo di vita. In alto i calici allora (e un goccio a terra per i defunti), il rito della città non è soltanto distruzione servile e malinconico annegamento. È un gesto antico che comprende i nostri giorni, ci guarda nelle viscere e quieto come un orso soffia il suo respiro sui cuori. Di questo si è cercato di cantare.
Suggestioni e mitologie. Carne e magia. Materia e Immaginazione.
Canzoni fatte di maglia sdrucita e pasta per le mani. Ricordi, dissolvenze, spietate constatazioni e amore irriducibile. Chi metterà un piede nel cerchio della danza non potrà non partecipare al rito. Costa ben poco: un ascolto dedicato e senza indulgenze, un tempo lento, una coperta, un fuoco, un bicchiere di vino e qualcuno con cui condividerlo.

Nordest

1260

Un bacio
(Francesco Pelosi)

Un bacio mi prende la pancia,
un bacio mi prende le labbra.
Se per un bacio mi han rotto la faccia,
la faccia, la pancia, le labbra,
le labbra con cui ti bacio,
con cui metto in bocca e conosco le cose,
il cibo, il tuo corpo, il tuo pene
e la cosa fa ridere tante persone
e fa scatenare la rabbia
a chi col suo non ci sta bene,
a chi teme ogni mio bacio
e questo mio sesso maschile
che non cerca scuse né assoluzione
per il suo libero amore,
ma solo che ogni suo bacio
sia dato a chi voglio e a chi lo vuole.
Ma è sempre la solita storia,
che con l’ignoranza c’è poco da fare,
che con la miseria di mente e di cuore,
o fai come loro
o continui a baciare.

Continua a baciare.

Un Bacio

Vincitore del Premio Daffini 2017 con il brano inedito NordEst, Francesco Pelosi, artista originario di Parma, sta per dare luce al suo primo album da solista, la cui uscita è prevista per l’autunno del 2017. Si intitolerà Il rito della città.

Cantautore eclettico e dal repertorio profondamente vasto, calca palcoscenici da più di un decennio.
Tra i suoi progetti, che vanno dal rock d’autore alla musica popolare, passando per spettacoli dedicati ai suoi “santi ispiratori” come De Andrè e Jannacci e opere per bambini, ci sono: Merovingi, Staout, trio Pelosi-Rosignoli-Giromini e molti altri.

Francesco Pelosi

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