testo, musica, voce e sinth: Giovanni Peli
cori: Angela Scalvini
registrato, mixato e prodotto da Isacco Zanola
presso Intellilab studio di Casazza (BS)

brano scritto appositamente per la compilation Free Christmas 2013
di Mescalina.it


Siamo stati a poco a poco cancellati
e il nostro passato è perduto

tra i regali di natale troppo costosi

oggi dentro al gregge discutiamo di ogni cosa
i natali cruciali sepolti dall'immondizia e i debiti

li hanno fatti passare di nascosto

e poi vengano i figli senza dolore

e noi avvolti dentro una nube di incenso
non afferreremo mai 
mai 
mai
mai
il presente

ora sul tavolo, nel letto, in bagno
dovunque tu mi vuoi
dovunque tu mi vuoi

ecco tutto ciò che non sono io.

Natali cruciali

Testo, musica, voce: Giovanni Peli

Arrangiamento e programmazioni: Daniele Bisi e Giovanni Peli
Chitarra elettrica: Nicola Panteghini
Mixato presso lo studio Ritmo&Blu di Pozzolengo (BS)
Produzione artistica di Stefano Castagna


Berlino


Sembrava te una rosa
quando restavi sola
e tu ridi come fa la luna.

Seduto giù per terra
scrivo “ciao” sul muro
e mi chiedi quando finirò.

Dico: “ Perché ti interessa, amore?”

Leggiamo piano insieme
poi dico al cielo stanco
“Sento, lo so, sono come te”.

Come fa la luna

Testo, musica, voce, chitarra: Giovanni Peli

Arrangiamento e programmazioni: Alessandro Pedretti e Giovanni Peli
Mixato presso lo studio Ritmo&Blu di Pozzolengo (BS)
Produzione artistica di Stefano Castagna

Distanza

Musica, voce: Giovanni Peli
Testo tratto dalla poesia di Mario Benedetti "Quante parole non ci sono più"

Arrangiamento e programmazioni: Silvio Uboldi e Giovanni Peli
Mixato presso lo studio Ritmo&Blu di Pozzolengo (BS)
Produzione artistica di Stefano Castagna

Accorgetevi

Testo, musica, voce: Giovanni Peli

Arrangiamento e programmazioni: Silvio Uboldi e Giovanni Peli
Mixato presso lo studio Ritmo&Blu di Pozzolengo (BS)
Produzione artistica di Stefano Castagna

Fiori

Sterminate

Mentre ci copriamo la faccia con il cielo
guardiamo una nuvola che va
e dentro si vede già intero
il futuro senza noi.

Quando non c'ero
cosa travestivi di bellezza?

La notte, con vane dolcezze
e all'alba un sogno non si disgrega,
è un'alba arresa, come la tua pelle già lontana
prima che il mio volto si mostri per quello che è:

Quando non c'ero
cosa travestivi di bellezza?

Non c'è più niente 
come quei giorni:
il sole contava le ore
e la gioia era lì da afferrare.

E noi lo facevamo
con un colpo deciso
e la pella arrossata.

Ma oggi di due anni fa
io mi trucco e la faccia non cambia,
tra le bocche spalancate alla stazione di Verona
il destino viene a prendermi e somiglia molto a me.

E tu,
che vivi qui e non ci sei?
Tra i cento sensi obliqui
nascosi ciò che restava.

Ed anche questo ora mi fa bene,
ed anche questo ora mi fa bene
e la fantasia ci sostiene...

Quando non c'ero 
cosa travestivi di bellezza?
Quando non c'ero 
cosa travestivi di bellezza?
Quando non c'ero 
cosa travestivi di bellezza?
Quando non c'ero 
cosa travestivi di bellezza?
Quando non c'ero…
Quando non c'ero...
Quando non c'ero...
Quando non...


Le maschere

Erano giorni di canzoni inglesi
di speranze contro Berlusconi
erano giorni di rose da farne la nostra pelle

Le nostre voci sovrastavano
perfino chi non sa guidare i SUV
noi dalla terra cadevamo al contrario nel cielo

Chi ero?
Quando un solo pensiero aveva senso ed era il mio


Io non resto senza te

Non mi perderai hai detto ieri 
ed è ricominciato il mio delirio comico
una piuma dl cuore sfidò il cielo metallo
 

sono passate poche ore 
e ciò che era rosa pallido è labbra corallo
e disponibile alla cura e mi chiedo:


Chi ero?
Se qualcuno di noi due era sordo ed ero io

Io non resto senza te

Come picchiano le camice verdi
i nostri piccoli nazisti mi distraggono

Ma il cielo è solo sfumature corallo
oggi l'universo assume un peso diverso

Vado a scrivere una data sul muro
ciò che ha senso è ancora solo corallo
ho sconfitto questo cielo metallo
ciò che ha senso è ancora rosso corallo


Corallo

Nella giungla le automobili sfrecciavano di rosso
erano appena comprate e puzzavano di nuovo.

Chiara urla "scoppia il motore da tanto vado forte"
scappava ed era un lampo io avevo appena chiuso gli occhi.

Ma qualcuno adesso non dorme e sta appeso ad un filo
e si beve la favola che sente sempre recitare.

Sua moglie lo scalda un poco gli ricorda ciò che conta
quello che è fatto è finito c’è ancora tutto da pagare.

"Da pagare avrei la dose, la dose che mi ammazza
che come un lupo mi rincorre mi spia e poi mi azzanna".

Lui scappa e incontra Chiara 
al centro dell’incrocio
forse si guardano un istante, 
"no, non c’è nessun traguardo" dice lui...

E poi apre le ali
in mezzo ai clacson
e poi si mette a piovere
Chiara dice "lo sapevo…
do fuoco al mondo,
scoppia il motore…"
Chiara perdeva il controllo
era un po’ come ubriaca
e le piaceva dire "era lui
l’uomo che ho perso",
e le piaceva dire "era lui
che ho amato davvero".


Incrocio

Piccola ombra svanita
io vado mano nella mano col mio sole
perché solo lei scalda e brucia,
lei che è tutto ciò
che non sono io.
  Se fosse un incendio morirei
per tenerlo vivo.

Piccola ombra svanita
hai lasciato uno spazio già riempito da questa gioia.
Sono inaspettati vorticare e calore
queste danze che mi riallacciano al mondo.

Se fossero fiamme brucerei
per sempre all’inferno.

Ora è facile descrivere la gioia,
vederti sempre più piccola
e alla fine svanire,
sapere cos’è che conta
ed ogni male dove va a finire.


Giovanni Peli

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