Quello Che Vorrei (versione neomelodica)

Quello Che Vorrei (con Spock)

La Canzone Dell'amor Trovato

La Canzone Del Musicista

Sono Come Sono

Senza Pretese

Ora Finalmente Son Felice

Diversivo

Tecredevi (con Valentina Viola)

Due Punto Zero

All'università

Il solito tran tran: questo sconosciuto.
L'insolito trambusto è il tuo migliore amico.
Un giorno uguale all'altro è cosa per te aliena
la speranza di arrivare non è ancora una chimera.
Nessuna lotta armata, nessuno è terrorista
di coscienza sociale non ne hai ancora notizia
e senza programmarlo, senza facili proclami
distruggi la tv e non compri più i giornali.
È cambiato pure il clima
stavi certo meglio prima!
Dormi poco e mangi male
devi andare a lavorare!
Sei libero, felice e anticapitalista
non sai cos'è l'amore, ma questo poco importa
Ti auguri per tutti un futuro nuovo
più bello del presente in cui ora mi trovo
Ti droghi di Giovanni, di Manuel e di Cristiano,
ti butti in vena il grunge e il frastuono di Seattle
Fabrizio non è ancora tra le tue preferenze,
non ti preoccupare, manca solo un espediente.
È cambiato pure il clima
stavi certo meglio prima!
Dormi poco e mangi male
devi andare a lavorare!
La paura più influente, a tratti invalidante,
è quella che la fine non sarà indulgente
e ti ritroverai assalito dai rimorsi
a ripassar la riga ai tuoi capelli corti.
È cambiato pure il clima
stavi certo meglio prima!
Dormi poco e mangi male
devi andare a lavorare! 

All'università

Cultura alimentare

Mi porti al sushi bar a mangiare pesce crudo
il rischio di epatite di certo non lo eludo
oppure quando hai la spocchia borghesotta:
“Ristorante vietnamita per scongiurar la gotta?”
Di tutte le porcate il kebab è tradizione
dopo una serata è la meglio colazione
ne sono consapevole, non dormo sugli allori,
dentro quella carne ci sono i gatti e i topi.
Fai l'alternativo coi cibi qui importati
ma l'hai mai assaggiati i broccoletti ripassati?
Mente sana in corpo sano, lo dicevano i romani
mi spieghi a che titolo parlano gli americani?
Quello che detesto, che non posso sopportare
è l'ostinazione nel non voler capire:
in Italia c'è lo schifo tra mafia e malaffare
ma che nessuno tocchi la cultura alimentare.
Perciò io do di matto al solo nominare
di quella parola strana che niente poi vuol dire
se tieni alla tua vita, non trasformarmi in iena
che non ti salti in mente di dire “apericena”.
Fai l'alternativo coi cibi qui importati
ma l'hai mai assaggiati i broccoletti ripassati?
Mente sana in corpo sano, lo dicevano i romani
mi spieghi a che titolo parlano gli americani?
Moriremo di fame in un fast food vegano
dimenticheremo tutto, compreso l’italiano
Finiremo soffocati in un ipermercato
senza renderci conto che c’hanno fregato


Cultura Alimentare

Dentro ai cessi dei locali

Preferisci vivere con il sole con la luna?
Vuoi vivere nell’inganno o in cerca di fortuna?
Io che di giorno porto gli occhiali con le lenti nere
non ho dubbi: alle giornate preferisco le sere!
C’è però un inconveniente, non sono certo il solo
lo scenario boccaccesco sfoga in un clima festaiolo.
Una fauna incontrollata, borghesia e proletariato,
non negarlo, il mondo è bello perché è avariato.

La notte porta scompiglio
dentro ai cessi dei locali
lo sfascio, il degrado, lo sdegno
sono effetti collaterali

In quei luoghi ameni quanto sgradevoli
ci puoi trovare situazioni dissimili:
il vomito rosa di una caipiroska non digerita,
le chiacchiere con uno in fila per una pisciata,
le ragazze che si truccano per la prima volta,
Riccardo e Antonella che si scorticano su una porta,
io che cerco di capire i motivi della cocaina,
l’apparente normalità a cui tende la mattina

La notte porta scompiglio
nei cessi dei locali
lo sfascio, il degrado, lo sdegno
sono effetti collaterali

Usare un lavandino come fosse un water
barcollare grazie all’eco del woofer
pescare a strascico e non buttare niente
se quello che vuoi è calarti le mutande
Bestemmiare di cuore contro il creato
senza tenerti in gola nemmeno un segreto
Urlare contro un muro tutto il disprezzo
per ciò che non hai fatto, per ciò che non hai detto

Dentro Ai Cessi Dei Locali

Scacciafiga

A capodanno non sai cosa fare
nessuna proposta ti piace realmente
poi inaspettata una chiamata
ecco una cena piena di gente
La padrona di casa ti piace parecchio
pensi di averla dopo in salotto
però ti ubriachi alle nove e mezza
le vomiti ovunque pure sul letto

Non credo al destino, nemmeno alla sfiga
prendine coscienza, sei uno scacciafiga
Quella volta al mare, faceva un gran caldo
scappavi dal sole cercando un po’ di ombra
ti bevi una birra tutta d’un sorso
rutti a bocca aperta accanto ad una bionda 
Provi a rimediare ma fai di peggio
non le chiedi scusa, lei ti imbarazza
le dici che stai male, che soffri di colite
e di tutte le tue avventure sulla tazza
Non credo al destino, nemmeno alla sfiga
prendine coscienza, sei uno scacciafiga
Una volta ci sei andato molto vicino
sembrava che l’avessi conquistata
ma al primo appuntamento, quel bacio col risucchio
credo che l’abbia leggermente spaventata
Il top l’hai raggiunto con due amiche
l’idea del threesome t’ha fatto sentire dio
ma t’hanno scacciato perché omosessuali
tu hai detto loro: “So lesbico pur’io!”
Non credo al destino, nemmeno alla sfiga
prendine coscienza, sei uno scacciafiga

Scacciafiga

PENDOLARE

I vecchi mi dicevano che viaggiare apre la mente
che vedere posti nuovi mi avrebbe migliorato
Io non ho capito bene, c’era forse troppa gente,
ed a fare il pendolare mi sono ritrovato

Però, a ripensarci, come dare loro torto?
Tutti i giorni vedo un sacco di persone!
Basta l’abbonamento, non serve il passaporto,
senza dimenticare un’abbondante colazione

È bellissimo vedere una carrozza piena
che è un ammasso di corpi aggrovigliati:
il fighetto profumato, il barbone che puzza
e quelli che si specchiano nei cellulari
Treno, metro, bus e mezzi vari
la vita condizionata dagli orari
come bestie ammucchiate nei vagoni
tutti a condivider secrezioni

Di corpi deformi e di arti mutilati
la metro è un infinito campionario
ma son più dignitosi di tanti e tanti leggins 
per me uno strazio non necessario

Essere pendolare è una meraviglia
c’è anche spazio per l’innamoramento
che per carità dura un battito di ciglia,
ma è l’unico piacere e m’accontento.
Treno, metro, bus e mezzi vari
la vita condizionata dagli orari
come bestie ammucchiate nei vagoni
tutti a condivider erezioni
La vita del pendolare è un grande inferno
all’ingresso c’è scritto: “Corri che sei in ritardo”.
Se io credessi parlerei anche con il Padre Eterno,
per chiedergli di avere un occhio di riguardo

Pendolare

Non è aria

Me dici che so scemo, che non so bòno a niente
me dici che a guardamme io te paro ‘n deficiente
che quanno tu me parli quasi mai io te capisco
a fatte cambià idea di certo non isisto.
Io te piacio e tu me piaci, ma ‘ndo sta er problema
se non stamo sempre insieme, ma solo quarche sera?
tutta la settimana me 'nsurti e poi me sbrocchi
ma quanno se vedemo me baci in tutti i posti.
M’attacchi li pipponi pe' quarsiasi cosa
ogni scusa è bòna pe' tirà fòri quella storia
t’ho detto mille volte che sta co te è ‘n piacere
te chiedo per favore che non sia mai ‘n dovere!
Lo vedi che non è aria!
Capisco i tuoi discorsi e le tue frustrazioni
ma non è colpa mia se i tuoi ex so stati infami
se c’è mancato ‘n pelo che finissi all’obitorio
io non m’accollo il ruolo di capro espiatorio
E perdo pure tempo a trovà giustificazioni
provo a spiegatte sempre le mie motivazioni
c’ho la capoccia dura, sai che so pe' 'r dialogo
uso 'n vecchio detto pe' chiude ‘sto monologo
La sai quella storiella dell'uccello chiuso in gabbia?
'n canta mai d'amore, lui canta pe’ rabbia!
T'è chiaro ora er senso de sto detto popolare?
Famola finita e non famose del male!
Lo vedi che non è aria!

Non È Aria

Opera D'arte

L'amici mia

Seguendo ‘na mia fisima ancestrale
secondo cui se sta coi propri simili
rifletto su un aspetto un po' banale:
non c’hanno solo i pollici opponibili.

Eh si, l'amici mia so' gente seria
ridono spesso e sono scanzonati
so' illuminati sempre, anche la sera
quando c'hanno i ricordi radi.

C'hanno una coscienza sociale
non se fanno certo parlà dietro
in senso metaforico e letterale
guardano davanti, mica de dietro.

Potemo non vedesse pe' tanto tempo
c'è chi scapoccia e chi se n'è già andato
chi ha fatto 'na finaccia e non ha scampo
ma 'n core suo non s'è dimenticato

Ce stanno nel momento del bisogno
chi non piscia in compagnia lo sai che è?
È tutto vero, non è mica 'n sogno
se non ce credi, peggio pe' te!

Io e l'amici mia semo gente strana
se divertimo e non c'avemo niente
non se 'mbriacamo appresso a 'na puttana
e questo già me pare sufficiente

L'amici mia

Avere trent’anni

Ti ricordi quando dicevi che era presto
che non ti sentivi pronto e tutto il resto?
Quando rimandavi i tuoi traguardi?
Ora a trent’anni allo specchio come ti guardi?

Ti immaginavi uomo, affermato e sistemato
ti ritrovi non cresciuto, precario e scriteriato:
senza casa, senza futuro, senza soldi
senza voglia, senza emozioni e senza nervi saldi

La fine di un contratto è la fine di un rapporto
È ancora troppo presto per considerarti morto

Non hai più alibi, li hai consumati tutti
gli alberi sono in fiore, ma non hai raccolto i frutti
E quella cosa che t’affossa che tu chiami pressione
è solo il contrappasso per aver fatto il coglione

Mi chiedi disperato se ci sia un lieto fine
qualcosa di diretto, sei stanco di moine
Ecco la soluzione per sopportare gli strazi:
grida a squarciagola un laconico “sti cazzi”!

La fine di un contratto è la fine di un rapporto
È ancora troppo presto per considerarti morto

I Goldoni

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