LOVE ME TINDER

Love me tinder, love me true,
love me almeno tu
almeno tu!
380 ragazze piaciute, 
50 sembrano interessate, 
20 rispondono,
8 per l'incontro,
forse 1 la darà!

Tao, come va?
Piacere di “conoscerti”.

380 ragazze piaciute, 
ehm, cercano marito, figli, su tinder...

50 interessate.
Tao.

20 mi rispondono ,
una birra e poi chissà...


8 le incontro 
Forse 1 me la dà (ah, l'altra poi non me l'aveva data)

Tao come va?
Sono un tipo positivo ma misterioso, un duro ma morbido,  un romantico, sentite qua: “la magia del sorriso di un bambino è l'avverare il desiderio di una giovane madre”.

Chiedo solo una birra, con una femmina a doppio malto, anche se ha lo smalto! 
Ah l'amore... che desolazione!


Copia e incolla.
Tao come va? Di dove sei? 
Ah, lontano per un caffè... ma no dai, ci vengo lo stesso. 
Mi piaci moltissimo, sei speciale... !
Ehi ci sei? Dove sei finita? Niente
Qualcuno mi aiuti, che universo buio!

You have made my life così

Ah comunque una poi me l'aveva data, ma poi l'ha rivoluta
oh l'ho restituita come nuova, impeccabile.
Dillo alle amiche, le ho detto... niente...
... ho bisogno d'aiuto!

Chiedo solo una birra, con una femmina a doppio malto.

Love Me Tinder

DOV'E' LA GAMBA?


Dov'è la gamba? 
Giuro, ce l'avevo e ora non si trova più,
l'avete vista? Beh anche se fosse ora non la vedrete più

gamba, gamba fantasma
gamba snodata, gamba sbilenca, gamba smodata
gamba laccata, pelosa, di legno o di plastica, 
gamba leccata

vi giuro l'avevo messa qui nei pantaloni... come si chiama?
Se dove infili il braccio è la manica, era nella sua piedica, che ora è miseramente vuota,
strana la vita!
Eppure era qui
pausa

Me l'avran rubata?
O la gamba o la vita!
- la gamba o..? .. le dita?
La vita.
	ah ecco.. e me lo chiedi? Prendila certo, una sola?
L'altra cortesemente me la potresti lasciare? 
Se no come faccio poi a prendere le scatolette di tonno? 
E mi devo lavare i denti nel bidet? Pisciare da seduto?
Vorrei guardare negli occhi una ragazza senza passarle dal naso, 
poter sbirciare ancora nella scollatura senza usare uno specchietto,  
che poi non sarei nemmeno abbastanza basso da guardar sotto la gonna... scusa potresti almeno girarti? (guarda là)

no dai, su, che fine ha fatto?
Quel chirurgo l'avrà data ai suoi doberman o sarà in qualche discarica?
Oh ma io ci camminavo,
sosteneva parte della mia vita, la parte destra per la precisione
strana la vita... la parte destra, appunto.

O la borsa o le dita,
ora la piedica è vuota,

strana la vita, la parte sinistra no, quella è ancora normale
del tutto normale
quasi, quasi.

Dov'è la gamba, dov'è la gamba?
Dov'è la gamba, dov'è la gamba?
uh, uh

Dov'è La Gamba

Billy resta con me.

Billy resta con me, dai,
Con tutto ciò che abbiamo vissuto insieme,
eri piccolo come un pugno quando hai lasciato tua madre con serenità. Sulla soglia di casa hai esitato un solo attimo, poi ogni angolo dei miei mondi è diventato anche tuo.

Tutti quei bacini sulla tempia calda, quel profumino di pane/cane, quei sussurri... e che cantate insieme, le fatiche!Ed ora, dove vorresti andare?

Chissà da dove provenivano le micro-essenze che ti hanno determinato. Ora insistono per disgregarsi, venire ingerite e contribuire ad altre forme di vita con cui perdersi per il mondo nei secoli, nei millenni cavalcare venti astrali verso altre galassie, un viaggio eterno, affascinante... 
che tu non farai. 

Che tu non osi sfiorarlo Caro...nte! Ti morderebbe.
Resterà qui, con me, chiuso in un cassetto come quelle vecchie bibbie. Sarà inespugnabile, cementato, a prova di fuga, per averti sempre vicino a me. 
Sempre vicino a me.

Altrimenti potrei portare quel meraviglioso piccolo corpo ad un forno a bruciare, poi raccogliere tutte le rimanenze con la paletta e grande cura riempendone un piccolo vasetto da tenere a casa. 
Sono due soluzioni così geniali da lasciarmi ancora indeciso, indeciso, ci devo pensare, ci devo pensare.

Quando ogni componente vitale esistente verrà racchiusa ed isolata in scatolette, un uomo ne sarà come al di fuori con tutte le chiavi e credendosi padrone dell'universo ne rimarrà pur sempre solo una minuscola, insignificante parte

Billy Resta Con Me

850 non son bastati, forse entro il millennio riusciremo a fuggire da queste sabbie mobili?

850 anni di solitudine.

L'umidità nell'osse e quell'aria incolore 
accendon lo desiderio, financo di fuggire.
L'inf-verno congela tutto il resto, che diventa dolore.
Oh miei concittadini, lasciatemelo dire,
ce la siam cercata!

Su suolo semovente, gelato ed umidiccio,
chi mai poteva ordir di dimorar? Che gran cagata!
Gente scostante, che gl'altri son d'impiccio 
d'abbracci refrattaria, briganti di ….ata


A te che l'hai fondata imprecazion' s'addicon,
giacch'eri pure papa ti prendo di petto
Alessandro terzo maledetto
A placar lo Barbarossa ti bastava uno smartphone

Ah se s' invertisse de li poli 'l magnetismo
da innevar deserti e'n su' ghiacciai vestir di canottiera, 
allor vedreste il me medesmo
d'Alessandria tropicale sventolare la bandiera.

Oh grande sega, che nimmanco cicciolina/o 
s'andassi avanti e 'ndrera a consumar le vette
cosicchè'n punta de piè l'alessandrino, facesse capolino,
sulla spiaggia genovese a sbirciar tette.

Una boccata d'aria, un briciol di sol, 
tra le nebbie e l'allergia,  
e magari fosse solo l'assenza di calor,
anco v'è la malattia, che troppi amici porta via.

Or qui v'esorto, cari e care mie
che'l guado che piagò l'umana tempra
ritorni a primari anfitrion, zanzare e-pidemie 
… più lor s'addice, non vi sembra?

S'i fossi Teresio, com'i sono e fui,
rispettiam lo mondo, vi direi
ch'iste mobil sabbie, mandan noi en profondo
e seppur Baglioni a mignotte non sa andar, nimmanco in tempi bui, 
perlomen di qua s'addice “io me ne andrei”

Ah questa melma selvaggia, sì aspra e forte
che nel pensier rinnova depression,
in letargo me ne vò, se l'inverno è alle porte
non v'è altra soluzion.

Gentile cittadina, 850 anni son pur tanti
ma comparati allo millennio ancor v'è tempo per agire 
prendiam baracca e burattini, si fa prima a far che a dire
restituiamo a' giunchi questa mesopotamia de noi'antri

850 Anni Di Solitudine

“UN IMPIEGATO INCONTRA UN PADRE CHE AVEVA APPENA PERSO LA FIGLIA”

Erano seduti in panchine una di fronte all'altra in un piccolo parco, avevano entrambi l'aspetto distrutto.
	Cosa ti è successo? Hai una faccia... -,
disse il padre sperando di condividere il proprio dolore.
- Ho fatto gli straordinari ancora, e ancora... -.
- E ti pare il caso di essere così giu? -.
L'impiegato, sicuro di sé, propose un gioco, una sorta di sfida.


- Sono nel mio ufficio tutto il giorno, si avvicina il capo che, con sottile godimento, mi chiede di rimanere un'ora in più. Non so dire di no. 
Il tempo, lentamente, scorre ma rieccolo. Questa volta si tratta di terminare l'intero progetto fino a tarda sera, anche oggi va così. 
Gli occhi pesanti, manca ossigeno qua dentro!
Là fuori è un giorno strano, l'imbrunire perdura, 
quello scenario, fisso, non cede il passo alla sera,
sono vivo ma come prigioniero in una fotografia.
E' così che mi sento, capisci ora? 
mentre fuori la vita va avanti, prigioniero di una fotografia -.


- Ho da poco perso la mia bambina, era viva tra le mie braccia e un attimo dopo non c'era più. 
Si è allontanata senza dire una parola, per gettarsi, forse, o cadere nel vuoto -.
L'impiegato non potè trattenere... un sorriso.
- Mi dispiace, disse sinteticamente, ma le tue parole non possono farmi sentire ciò che stai provando -. 
Se ne stava lì imbambolato con quel sorriso stanco stampato in faccia.

- L'altro si alzò, lo calciò in pieno volto. 
Stordito, non aveva perso conoscenza. 
Agli angoli di quel sorriso colava ora un catarroso rivolo di sangue. 
Poi un pugno tra le scapole. Steso a terra, prono, senza fiato, un crack sulla rotula, un urlo strozzato.

Esausto, si sedette, la testa tra le mani, fuori di sé.
- Hai capito ora? Ora lo senti? -.
Si alzò e se ne andò per la sua strada disperata lasciando quell'impiegato spalmato sull'asfalto.

Tra la polvere, fece un respiro corto.
Si figurò il suo ricovero, la colazione,
una gentile infermiera spalmargli la marmellata su una fetta di pane.
Tra sé e sé sorrise.

Un impiegato incontra un padre che ha appena perso sua figlia

THERESIO & Pianista anonimo - Quelle Certe Mogli (parte prima)

THERESIO & Pianista anonimo - Quelle Certe Mogli Parte Seconda

C'E' DELL'ALTRO.

Siamo parte e partecipi,
ciascuno con la propria e tutti con la stessa...
ma c'è dell'altro.

La pace, statica, contingente, 
l'odiosa transizione della guerra, la morte.
Condividendo ed innescando le risorse
in un'orgia universale.

L'elettrone si allontana dal nucleo, poi torna. 
Son pene d'amore!

Costellazioni in fuga ridicolizzano il nostro ruolo, cani da guardi di piccoli orticelli, dirottando saltuariamente la nostra attenzione verso ideali più elevati.

Con un ritmo così lento da sembrare immobili
le rocce partecipano al respiro dell'universo, 
c'incantano con la bellezza di un silenzio, 
c'è dell'altro.

Il tempo, è l'epitelio che trattiene la vita dal disintegrarsi.
Sotto di esso la cerchiamo nella carne, tra le ossa...
che sia già fuggita?
Spostare il tempo da un corpo verso l'altro... l' "amore".

Noi artisti rimaniggiamo risorse naturali
servendo ricette ai nostri amici, ai simili.
Condivisione, diletto, generosità o vanto.
Qualcuno arriva a credersi autore, maestro, 
a pensare che il mondo lo pensi o lo tema!
In questa competizione studia allora come meglio beffarlo.
Lo ingurgita e lo defeca per poi giocare a gara di rutti.
Si rimescola ignara e caparbia, si ripropone ovunque la vita
e in ogni attimo, 
così veloce da esser ferma mentre noi ci interroghiamo su di essa.

Istantanee di natura mutevole penetranmo i nostri sensi.
Mai si ripeteranno! Eppure sono immanenti.
Alcuni spettatori giudicano secondo il loro interesse, precludendosi la possibilità di goderne
ma non verranno giudicati.
C'è dell'altro.
C'è dell'altro.

C'è Dell'Altro

TI SEPARO

Ti aspettavo più tardi, bentornata, che bello vederti.
Begli occhioni, mi scruti silenziosa attraverso le tue lenti colorate.
Cos'è quella valigetta? Sembrano aggeggi da giardinaggio ma più puliti... da chirurgo? 
Però, che accetta!
 
Ti separo, sentenziò!
Ma no, accettami come sono... ma no, aspetta, non in quel senso.
Fà pure, mutilami, togli, sembra, piega, schiaccia, incolla, fammi della forma che vuoi  tu, fammi sanguinare.
E scusa se sporco.

Pulisci con allegria, senza sentir lamenti nè altre rotture e semmai potrai mozzare anche la lingua.

Rimango immobile per anni, per anni.

Poi trovo il coraggio.
Muovendomi piano piano, eh, faccio l'indifferente, trascino a me i brandelli più cari. 
Scivolano, sul loro stesso sangue, come olio, avanzi di uno sciacallo che non era neppure affamato.

Col mio grondante, goffo fardello sgattaiolo furtivo, trionfante, tramortito.
Sarebbe inutile spiegarti che non sarei riuscito a realizzarmi come spezzatino.
Hai accettato tutti, persino le mura.

Ora devo proprio andare.
Ah, attenta! Qui crolla tutto.

Ti Separo

CANZONE CONTRO

Odia ciò che non desideri
e se davvero ami qualcosa, allora odia chi la odia
odia!

Vegani contro resto del mondo, carne da macello.
E' tutto un minestrone:
i nemici dei generi... e dei suoceri
i colori di pelle, è dio che gioca coi pennarelli e poi li lascia in giro.
Contro i gay o contro chi ha problemi coi gay,
di certo hai dei problemi.

L'eco-sostenibilità usata come arma è insostenibile, 1m cubo di ghiacci preservati è 1m culo di scroti tritati (scrotri tritratri).

Il latte vaccino diventa obbligatorio; allergici al lattosio? 
Un sacrificio necessario per il bene della comunità.

Le città viste dall'alto, un arcobaleno di colori, sono i nuovi posti auto dedicati.

Equocanone per gli uteri in affitto!

Partorire con l'impollinazione? Prova tu a farti un'ape.

Barconi non approdati formano un nuovo continente che diventa subito centro commerciale, cinese.

L'asfalto deve respirare, le cacche vadano a sciogliersi nella plastica, non nell'erba, parco bio (cit.)!

Odia!
Trasparenza nella politica: mani in alto, o la borsa o la vita!

Le scarpe si tingano di rosso del sangue dei mariti padroni. Maschi, indegni portatori di seme, vi lasceremo per le api.

Il clero porta allo sclero, che iddio li salvi con la sua ira! 

Animale chi fa del male agli animali!

Il politically correct?
Beep, beep.
Quelli che odiano qualcuno, io li ammazzerei.
beep beep.
Moriteeee!
 
E' una canzone controcorrente, contro la divisione,
voglio bene a tutti, rossi, verdi, blu, progressisti, nostalgici, dal membro allegro o introverso, le bionde, le pelate, mori tatuati, bassi e grassi, spilungoni babbioni, ignoranti predicatori, le tribù nascoste in un'Amazzonia spelacchiata e quelle dei grattacieli, gli ottusi, gli antipatici, vi voglio “bene”, beh manco vi conosco, diciamo che non vi odio.

Il vero problema dell'umanità, quello per il quale distruggeremmo ogni pianeta che ci capiti a tiro, è oggi ben descritto da una fotografia:
le tette di una bella ragazza mal si nascondono dietro un libro appoggiato in primo piano.

Non sarebbe proprio necessario essere corretti,politicamente
basterebbe essere
corretti

Canzone Contro

DE “I MONDI DI TERE”

Se l'allunaggio non è mai avvenuto, se oltre il polo ci sono i campi da golf dei regnanti, se sotto la crosta terrestre ci sono i veri quartieri alti, a noi, Nini, Robbielia e Teresio, non interessa minimamente. 
Noi andiamo dritti per la nostra strada. 
Il piano è questo: con mille lire false noleggiamo un razzo senza bagno interno e, senza rendere conto a nessuno, vi portiamo attraverso diversi mondi, dove non tutto è impossibile.
Tra il serio e il faccette, suggeriamo anche stratagemmi per sopravvivere in questo, uno dei mondi più complicati.
La soluzione è quasi sempre sbagliata, ma meglio che niente.

ATMOSFERE SONORE "BLA BLA BLA" ACCOMPAGNANO PAROLE, ANCH'ESSE SONORE, "BLA BLA BLA".
SE LA MUSICA NON SI PUÒ RACCONTARE, 
TALVOLTA INVECE RACCONTA.
NON FARE SEMPRE I SOLITI ERRORI, FANNE UNO NUOVO, 
VIENI A SENTIRCI.

Love Me Tinder

I Mondi di Tere

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