3 giorni fa,in una fredda serata invernale, ho ritrovato questo brano, scritto quasi 3 anni fa.
riascoltandolo mi sono venuti i brividi, poichè, l'avevo scritto a seguito di una cotta paurosa; (nella sua primissima versione, il brano, si intitolava HAI ROTTO IL CAZZO. poi, non mi ricordo assolutamente perchè, ha cambiato nome in "i don't understand")
Sentendolo, mi si sono materializzate davanti tutte le "emozioni" e, soprattutto,le  sensazioni che provavo in quel determinato periodo agrodolce.
mi si è materializzato il freddo, di fare uno dei miei primissimi video, (proprio di questa canzone)in pieno inverno con un maglioncino del cazzo. Tutto ciò, l'ho rivisto in questo pezzo, che io, in questo momento trovo molto piacevole. 
anche se, non so se lo dico per le cose sopracitate o proprio per la musica in se (mi ero preso benissimo con la chitarra slide)

appunto, I don't understand.

I Don't Understand... - 12\1\2014

ritorna il momento delle descrizioni.
Se l'altro pezzo poteva evocare il crepuscolo, il mare e tutti i suoi derivati, questo brano, si colloca proprio dopo quell'attimo. 
La sera è calata, ed è come se il sole avesse portato via con se quella "frenesia" del giorno. Il "devo fare" lascia spazio al blu e a quel tiepido arancio che deriva dall'ambiente urbano. 
Proprio come nei film, la profondità di campo si accorcia, il diaframma si apre. l'ambiente si fa più intimo.  esce questo pezzo da dentro.


anche questo brano l'avevo scritto 3-4 anni fa, ma come tutte le cose che scrivo, rimangono lì, senza mai definirsi. come se fosse la loro più sincera natura. 
Questa non è la sua forma definitiva (e mai credo di raggiungerla) ma comunque ci tenevo a fissarla nel tempo. fissare la sua evoluzione.

e poi nulla, sono un coglione perchè sbaglio le note e vado fuori scala.. 
però mi piace così, molto LO-FI, come è giusto che sia, con il cavo che sfrigola e da fastidio.

Luca Pescaglini