L'Inverno

Fuoco nero a cosa stai pensando?
Dentro il lago cambio le ossa, le ossa, le ossa.
Chiudimi dentro a chiave e chiedimi la mano,
abbi fede: svuota sempre il cielo.

Vendimi labirinti di libertà (sull'acqua poi galleggeremo)
come su una spiaggia di novità,
come i sentimenti dentro il petto
siamo conchiglie appiccicate
ad un coltello.

La neve è bianca, sulle coordinate d'emisfero nord.
Niente cambia, nei millimetri di spazio dell'immensità

L'inverno.

Nelle case crollano gli altari
e gli dei escono fuori dal buio, dal buio, dal buio.
Toglimi tutto e brucia tutto ciò che sono,
un incendio è un cambiamento vero.

Credimi adesso ti prego abbracciami (colpisci ora il mio segreto),
cominciamo a scioglierci,
nelle città d'oceano e d'oltremanica s'infuria

L'inverno.

La neve è bianca, sulle coordinate d'emisfero nord.
Niente cambia, nei millimetri di spazio dell'immensità

L'inverno.

La neve è bianca
Niente cambia.

L'inverno

Hemingway Scrive Pagina Dieci
Sul pontile dove passano navi
L’aria è fredda e c’è odore di fragole,
forse è più pazzo di me
che scarico olio di aringhe nel caffè.
Radio Pirata Long John Silver
Trasmette la sua “Quindici uomini”
L’aria è fredda anche di notte alle Antille
Forse ti sorprenderà
Che ha perso la rotta una nave tra le stelle
Le stelle

 Isola di onda marina scoglio vento e fortuna di naufrago in pena
Isola: vieni qui! 
che mi è bastato una volta il perderti.
E mi è bastato una volta  il perderti 

La conchiglia dice di essere sola
Recita Shakespeare praticamente a memoria
Fa l’attrice su una spiaggia vuota
forse il passato è un ombrello
dovunque tu vada  è perduto e ti scordi di averlo

Sua maestà in vacanza forzata
Mastica foglie di jucca e sorride
Al futuro manca tutta la vita
E tutto quel Rum da finire
E forse va meglio cosi per chi è senza motore e ora ha scelto le vele
Le vele

In fondo al cuore c’è una vecchia miniera
E una colonia di inglesi sulla riviera
Qualcuno crede forse la guerra c’è ancora
Nel golfo dentro la corrente
C’è un luogo nascosto chiamato presente
È assente il presente…
 Isola di onda marina scoglio vento e fortuna di naufrago in pena
Isola: vieni qui
che mi è bastato una volta il  perderti.
Mi è bastata una volta mi è bastata una volta
Già è bastato una volta il perderti
E invece è ancora una volta e invece è ancora una volta…

Hemingway Scrive Pagina Dieci

Biciclette d'Argine

Leggeva Dylan Thomas (testo e musica Simone Beghi 2001-2012)

Leggeva Dylan Thomas
Che freddo il mare di Sardegna.
Ho una canzone nuova
E una bambina che disegna.
Leggeva Dylan Thomas
Ed era bella la Sardegna
Ma era rossa o bionda:
Nessuno si ricorda?
E mi scriveva lettere di inchiostro al profumo di more,
Mi scriveva lettere ancorate in fondo al cuore.
Leggeva Dylan Thomas
Fino dai tempi della scuola,
È’ un’onda silenziosa
Che si infrange sulla porta.
Leggeva Dylan Thomas
Prima della mareggiata
Corri la spiaggia è vuota
Signori è l’ultima chiamata.
E mi scriveva lettere di inchiostro al profumo di more
E mi scriveva lettere ancorate in fondo al cuore
E scriveva a me lontano per dissolversi e volare
E chissà se ancora adesso e chissà se ancora vuole scappare?

E mi scriveva lettere di inchiostro …
E mi scriveva lettere ancorate…

E mi scriveva lettere di inchiostro al profumo di more
E mi scriveva lettere ancorate in fondo al cuore

Leggeva Dylan Thomas
Che freddo il mare di Sardegna.

Leggeva Dylan Thomas

Isole Viste dal Cielo by Lucistante (Words and Music Simone Beghi, 2011, Arrangiamenti Carlo Binder, Piero Cavallina, Simone Beghi, U.R.K. Prod. 2014)

Isole Viste Dal Cielo

Fu quella notte di pioggia senza zucchero e spighe chiuso nel galeone a contare i tuoi
Pochi fogli d’argento e ogni volta è un divieto una strada che torna indietro
Il navigatore mi fa sbagliare e mi perdo nel sole tetro del Nilo
Riempivi distanze con le tue fortune ma un quadro non è un pittore
Ma se vorrai tornare mai al tuo lontano tornare vorrai mai
Ma se vorrai tornare mai scusa se è scura la sera di casa a aspettarti

Passerai di qua un giorno o l’altro sarà un giorno da non dimenticare
Passa l’irrealtà di una conquista  che non serve a niente e a nessuno

Fu quella città nelle Fiandre e il commosso ricordo del fumo d’oriente e barricarsi 
in un posto
Al confine deserto di un limite imposto ma che non ti sei posto mai
   
E adesso tu guardi indietro il lume a petrolio di un sogno inquieto
Riempi la notte perenne l’impero che dorme sul tuo monumento
E se vorrai tornare mai al tuo lontano tornare vorrai mai
E se vorrai tornare mai scusa se è scura la sera di casa a aspettarti

Passerai di qua un giorno o l’altro sarà un giorno da non dimenticare
Passa l’irrealtà di una conquista  che non serve a niente e a nessuno

C è il sole qui ma è tutto buio,così è perdersi solamente nel culto di sé
E così, ci sei anche tu una scommessa e un paio di scarpe che al freddo non 
Trovo le alpi più alte e i mari più profondi
Riempi le nostre distanze con il cioccolato dei giorni ormai sciolti
Quanto benessere stupido è avere alla fine solamente contato i giorni 
al ritorno di labbra arrossate in musei tutti d’oro aspettando da soli che il niente tramonti

Passerai di qua un giorno o l’altro sarà un giorno da non dimenticare
Passa l’irrealtà di una conquista  che non serve a niente e a nessuno.

Napoleone

L’effetto che faccio


Potrei dire cose bellissime a comando
Potrei scriverti cose bellissime a comando
Mancando completamente di sincerità

Potrei descrivere le rose cresciute sul tuo petto
Sconfiggere i tuoi draghi e la povertà nel mondo
Mancando completamente di sincerità 

Potrei essere pioggia sulle scarpe nuove
il difetto sul viso che ti rende migliore
il tuo viso che si guarda allo specchio e non si piace
potrei essere il vuoto tra le tue parole
lo sportivo che cade dalle parallele
il treno che per la prima volta manca la stazione

Ma l’effetto che faccio di solito è l’indifferenza
l’effetto che faccio di solito è l’indifferenza
l’effetto che faccio di solito è che tu te ne vai senza guardare indietro
il mio sforzo sovrumano
per esserti meno invisibile 

Potrei muovere le tue lacrime a comando
potrei cambiare faccia con il telecomando
mancando completamente di sincerità
Potrei riscrivere le pagine mentre stai leggendo
coltivare l’imbarazzo in un giardino segreto
lascia a terra semi di sincerità
                      
Potrei essere il fumo delle ciminiere
un corteo di pagliacci dentro il funerale
l’ingrediente sbagliato nel piatto in cui c’è troppo sale
potrei essere me stesso eppure non convincente
perché quello che cerchi di solito è
nella tua mente la copia di una copia di me

L’effetto che faccio di solito è l’indifferenza
l’effetto che faccio di solito è l’indifferenza
l’effetto che faccio di solito è che tu te ne vai senza guardare indietro
il mio sforzo sovrumano
per esserti meno invisibile 

Ma l’effetto che faccio di solito è l’indifferenza
l’effetto che faccio di solito è l’indifferenza  
ma l’effetto che faccio di solito è l’indifferenza
l’effetto che faccio di solito è l’indifferenza  

Potrei urlare adesso che sono qui davanti
eppure io lo so che invece non mi sentirai
E resto  come l’ombra sul tuo comodino
e quando spegnerai la luce non ci sarà nessuno
 
Nessuno


L' Effetto che Faccio

Il Re di Norvegia

Dal cielo nel deserto rosso 
precipita un aeroplano,
Il Re di Norvegia
Ha messo una sdraio
Accanto al vulcano.
E un mare di spremuta gialla
Lo aspetta a Samarcanda
E non può conquistarti 
Mia Regina di Persia
Perché il trono è di pietra
e non lo sposerai.
E guarda quant è profondo 
lo misuri col ferro e non tocchi il fondo
e guarda quant è profondo
non c’è misura al suo dolore;
facciamo un cambio
il tuo cuore di ghiaccio
il tuo amore freddo per la mia solitudine che  brucia dentro.

Il cuore di un iceberg
A volte è come lava,
Il Re di Norvegia
Ha una nave incastrata
Nella sua rabbia.

 E ricordati: non dire niente,
Anche se pensi a tutto c’è una spiegazione.
Ricordati: che non sai niente,
Che passo passo silenziosa
Si scioglierà la neve.

E guarda quant è profondo
Ogni ritorno è la fine di un giorno,
Non basterà il mio trono
E le rughe sul mio volto;
facciamo un cambio 
tutto il mio regno
per la tua pelle di ghiaccio che sciolgo nell' incendio della mia mano. 


Il re di norvegia

Il timido

Quello che non era vero,
Quel riflesso di un riflesso che vedevo
Quello che non era vero,
Era solo tutto quello in cui credevo.  
Quello che non era vero
Tutto quello che volevo era con me.

E’ scivolato dalle mani
Il battito di un battito di ali,
E la parola sulla lingua
Silenziosamente esplode e non ritorna
E quello che volevo dirti
Quello che volevo dirti era con me. 

Nella tempesta di un vento cieco
Io sono vuoto e sono pieno,
Sono il timido sul filo:
Nel silenzio il mio equilibrio,
Nel silenzio il mio equilibrio.

E’ passato molto tempo
Ora il foglio a poco a poco viene bianco,
E quello che avevo scritto
Sale come un palloncino sul soffitto.
E quello che ti avevo scritto
Anche se non lo vedevi era con te.

Nella tempesta di un vento cieco
Io sono vuoto e sono pieno,
Sono il timido sul filo:
Nel silenzio il mio equilibrio,
Nel silenzio il mio equilibrio.


Il Timido

L'Incertezza

Amore perduto
Sospira così,
nell’acqua riflesso
non puoi galleggiare.

Appeso ad un filo 
Attraverserai 
Il mare di notte
Con una candela.

E ti vengo a prendere
Tra luci intermittenti
Confuse di spine
Le rose che ho tenuto per me.

E respirami accanto crescendo in me
Le colonne d’ercole della nostra pazzia, 
le casseforti del nostro timore per gli anni a venire
saltano, esplodono in frammenti di mille risate.

Amore perduto
Respira così.
Precario equilibrio,
lacrime e gioia.

Diverso da questo
Il mondo sarà
Confuso e infinito,
io sarò noi due.

E ti vedo scendere dallo scivolo dei fulmini,
Dalle tempeste senza nome, raggiungimi.

Respirami accanto crescendo in me
Le colonne d’ercole della nostra pazzia, 
le casseforti del nostro timore per gli anni a venire
saltano, esplodono in frammenti di mille risate.

E respirami accanto crescendo in me
Le colonne d’ercole della nostra pazzia, 
le casseforti del nostro timore per gli anni a venire
saltano, esplodono in frammenti di mille risate.


L'Incertezza

Simone Beghi: Autore, Voce Umana, Chitarra Rossa. Arrangiamenti.
Carlo Binder: Voci, Chitarre 6 e Chitarre 12. Arrangiamenti.
Piero Cavallina: Chitarra. Arrangiamenti.

Facebook: Lucistante Fe

for booking or other requests: simonebeghi@hotmail.it

lucistante

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