Lana


Mi rende pazzo
il respiro fuso con l’oscurità.
La visione di cotanta bellezza
mista a sezioni trasversali di cellule animali.
Sgorgano lacrime tra le insenature degli occhi,
un ipnosi in solitudine schivando gli sbocchi.
Muovo a tentativi,
plasmando materia nei vuoti d’aria.

Crudi sospiri squarciano i silenzi
in una notte di novembre da colpi di coda.
Un riff melanconico sorregge i miei versi 
che mai nessuno leggerà.
Il buio è prigione e la luce accecante;
avete mai visto qualcosa di giusto?
E tu, mi hai mai davvero visto?

Piovono massi contro ogni legge millenaria;
piombano a terra tramutando schegge in crudeltà.
Al di la delle nubi sogno i miei piedi danzare
un twist senza tempo ne tanto meno gravità.
Come si fugge da questa irresistibile terra?
E tu: sei mai fuggita dalla mia realtà?		

Musica: Be Still, The Fray

Lana

Ipotesi Base Musicale

Il Resto Della Tua Morte

Si muore ogni giorno che si ingurgita Morte.
Si muore ogni giorno che si ingurgita Morte non curandosi di ciò che è stata.

Si muore ogni giorno che si ingurgita Morte non curandosi di ciò che è stata perchè da allora morirai ogni giorno inconsapevolmente.

Si muore ogni giorno che si ingurgita Morte non curandosi di ciò che è stata perchè da allora morirai ogni giorno inconsapevolmente finchè non capirai davvero quello che hai causato.

Si muore ogni giorno che si ingurgita Morte non curandosi di ciò che è stata perchè da allora morirai ogni giorno inconsapevolmente finchè non capirai davvero quello che hai causato e scoprirai di esser morto più e più volte insieme a chi hai avidamente ingurgitato.

Si muore ogni giorno che si ingurgita Morte non curandosi di ciò che è stata perchè da allora morirai ogni giorno inconsapevolmente finchè non capirai davvero quello che hai causato e scoprirai di esser morto più e più volte insieme a chi hai avidamente ingurgitato, e dovrai conviverci per tutto il resto della tua Morte.

Musica: Meat is Murder, The Smiths


Il Resto Della Tua Morte

Il Trampoliere

Se ne stava disteso inerme, il trampoliere,
a curarsi le piaghe con alibi d'amore.
Violentava i ricordi in cerca di confessioni,
di segni che cancellassero i ricordi migliori.
Lavorava su di se come il più abile dei masochisti.
Malediva quei giorni di sereno
che alternavano i mesi più grigi.

E' solo stanotte, nel vortice del dolore.
Spalanca le porte al suo primo traditore.
Quella fantasia che lo ha reso vivo e fatto sognatore
adesso lo uccide come nell'incubo peggiore.

Stanco e perso cerca un appiglio.
Il baratro incombe e non da preavviso.
Le gambe tremano sotto il peso dei rimorsi,
stentano ogni qualvolta le riveda gli occhi.

Ma i suoi son chiusi; postumi del sognatore.
Si immagina foglia in balia del monsone.
Adesso ricorda di quando abitava il cielo,
di quanto quell'albero lo tenesse al sicuro.

Uno spasmo improvviso gli riaccende il motore;
ha scelto di correre incontro al suo Amore.
Scorrono i secondi, lenti i rintocchi.
Vuole sciogliere i dubbi, riapre gli occhi.

Ma se ne stava disteso inerme, il Trampoliere,
a curarsi le piaghe con gli alibi di quell'Amore.
Incalzante la speranza bussa al suo portone;
l’ennesima trappola del suo primo traditore.

Musica: Guaranteed, Eddie Vedder

Il Trampoliere

Diamante

Fugge dal caos il viandante barbuto 
in cosciente malessere nel vortice etereo. 
Naviga invano di speranza in speranza, 
ed invecchia, mentre si lascia assorbire dalla cupa brezza. 
Nessuno lo vede sulla linea del traguardo 
che coincide l’ignoto al suo nobile intento.

Pronuncia fonemi di apocalittici concetti. 
Non si arrabbia, non piange, 
carica un altro peso sul suo carro di ghiaccio. 
Il peggio è passato, le bugie non ancora, 
sa di mentire ma non sa dire di meglio. 
Leggero volteggia tra le spire del maestrale; 
lascia che sveli le sue più deboli sfumature. 
Non ha bisogno di trucchi nella solitudine del suo sopravvivere. 
La magia ti sorprende se non ne fai un mestiere.

È qui che scrive del suo Diamante perduto 
in un pomeriggio di febbraio 
che rincorre in un miraggio.

Musica: Everyday, Carly Comando

Diamante

Duchessa. Zucchero. Silente.

Io non lascio andare nessuno.                                                                                                                                                                          

Mentre la tempesta mi toglieva tutto ciò che amavo,
io ho abbracciato la fine.                                           
Era già lì, Duchessa, e sorrideva..                              
Mi è corsa incontro e pugnalato al volto.                                                                                                                                               

Sono in debito con lei;                                           
mai mi ha nascosto i suoi intenti.                            
Ho letto le sue carte e accettato i termini.           
Ora dorme con me, trae forza dal mio sonno.        
Si ciba del mio tempo e da un senso al mio canto.
Questo nostro legame è un vincolo speciale;         
uno di quelli che è un dono saper spezzare.       
Domani la mia coscienza sarà più cupa                  
ma lei illuminerà il suo abisso.                          
Vorrei ignorarla come un tempo ma bramo la sua presenza.
Vorrei andarmene prima di svegliarmi ma son mesi che neanche dormo.                                                                                    

È Zucchero per me il suo fiato sul viso.         
Nutre alla vita                                                    
mentre pian piano, Silente, 
mi uccide dentro..

Music: Comfortably Numb, Pink Floyd

Duchessa. Zucchero. Silente.

Proseliti

Germogli di guerra curano i tuoi malanni                  
in un complesso esodo di anime in esilio.         
Comici allo sbaraglio nelle trincee sudiste,     
sudano sangue dal fiorellino sul petto.       
L’autorità si veste del suo nudo integrale,     
sorseggia il suo nettare color bianco Natale.       
Folta, la prima linea d’attacco danza con i volti dolenti       
in un valzer dilettante tra cadaveri agonizzanti.
Piange il più goffo e non molla l’arma,           
inghiotte sabbia e sputando bestemmia.              
C’è già chi è impazzito e si fotte una bambola;         
ha schivato la morte cadendo in disgrazia.

Questa è la storia di cinque Proseliti;             
guerrieri anonimi nell'eterno conflitto quotidiano 
che cavalcano un pullman da mattina a sera
trovando pace nell'altrui sventura.

Musica: Diggin in the Dirt, Peter Gabriel


Proseliti

Il Re del mondo

La mia ambizione a dispetto di tutto      
Impassibile                                                         
nessuno domi un sognatore.                                      
-Sono il Re del mondo!-

La mia più grande delusione                       
Impacciato                                                               
in debito fino al midollo.                                           
-Ridatemi il mio sogno!-

La mia famiglia collusa                            
Impostore                                                       
pedina del tuo scacchi.                                                 
-Fai di me ciò che vuoi!-

La mia ombra in divisa                       
Imperturbabile                                                            
fa di me il suo bersaglio.                                              
-Non spararmi, ti prego!-

La mia macchia di arabica                            
Imbarcato                                                                
senza bagaglio mi godo il viaggio.                             
-Addio Irlanda!-

La mia camicia di forza                              
Imbrigliato                                                                   
4 piani tra me e il cielo stellato                                 
-Che giorno è fratello?-

La mia vita distrutta                                   
Imbrogliato                                                                 
ho bruciato il cervello                                                 
-Sono il Re del mondo!-

Musica: Schizofrenia, Appino

Il Re Del Mondo

Carnem Levare

È animale resistenza                                               
di poemi d’amore dietro mura del pianto.                
Un rapporto carnale                                                   
tra l’aria e i polmoni                                              
l’acqua e la radice                                                      
il fuoco e la brace.                                                  
La terra e la zappa.

Arranchiamo glabri da superflue coperture
mascherati da noi stessi                                            
in un carnevale senza fine.

Musica: The house of the rising sun, The Animals


_Mezz_