un brano del 2010 per ensemble ed elettronica

Zapping è un modo per guardare lo stesso oggetto da diversi punti di vista, fatto di sezioni che si susseguono e rimangono chiaramente distinguibili

Zapping

Walking Sax by Marcello Filotei. A work created for Biennale di Venezia 2010.  Chamber Hall of the Sverdlovsk Philharmonic September 29, 2013, Yekaterinburg. First concerts of subscription series "Evenings of actual music with Olga Viktorova". Sax player - Stanislav Shushkevich. Paintings by Accademia Belle arti Venezia

Walking Sax

Un lavoro del 2005 per soli suoni elettronici in memoria della strage di Canudos, città brasiliana simbolo di lotta e resistenza per gli schiavi liberati alla fine dell'800, prima della repressione statale che terminò in uno sterminio. Il riferimento del titolo, fin troppo evidente, è a "RIcorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz", di Luigi Nono

Ricorda Anche Cosa Ti Hanno Fatto A Canudos

Donna Elvira, quella del Don Giovanni di Mozart, non mi è mai piaciuta: è il tipico esempio di donna che non conosce il senso della misura. Continua a dire le stesse cose, ma le dice bene, ed è difficile da ignorare. Così per liberarmene ho deciso di metterla sul Titanic, nella speranza che continuasse a cantare durante il naufragio. Non so se si è salvata, temo di sì. A me è rimasto questo pezzo del 2010 per solo supporto magnetico. 

Donna Elvira sul Titanic

“Non cerco la tragedia ma ne subisco la vocazione”.  Ho letto il verso di Giovanni Giudici su un’antologia dei poeti italiani del ‘900, uno di quei libri che si sfogliano perché una citazione colta fa sempre comodo. “Fermi tutti”, mi sono detto, questo verso “è” il mio pezzo. In realtà Automa I avevo cominciato a comporlo partendo da un’idea meramente tecnica: un solista emette cinque suoni in un microfono, dopo di che tutto avviene ineluttabilmente nel mio computer, non si può più intervenire. Un po’ come nella vita: uno prende una decisione, magari pensa che non sia nemmeno troppo importante, ma poi tutto scivola con naturalezza verso il suo destino entropico. Io però tutto questo non l’avevo mica pensato prima, io volevo solamente costruire un automa musicale. Perché, vede dottore, in realtà io non cerco la tragedia, è che ne subisco irrimediabilmente la vocazione. Già finito il tempo? Passati i 45 minuti? Credo che non verrò più dottore... Giovedì? Sì a giovedì. (clarinetto basso Massimo Munari)

Automa I

“Avevamo concordato un fischio di riconoscimento per l’aldilà, 
lo modulo nella speranza che siamo tutti morti”. 
I grandi poeti sanno sintetizzare in poche parole uno stato d’animo. Montale ha saputo concentrare in due versi una condizione esistenziale, quella di chi non sa esattamente dove si trova, non sa nemmeno se è veramente vivo o è morto, e si sente straniero ovunque. In realtà la versione originale della poesia non è esattamente questa, ma così è rimasta nella mia mente e questi sono i versi che ho usato e che ho trovato perfettamente aderenti alla mia idea di metamorfosi, non tanto intesa come mero cambiamento, ma come trasformazione continua che non punta ad alcun approdo, ma fa del cambiamento stesso la sua ragione d’essere primaria. 

Metamorfosi (per pianoforte, violino, violoncello ed elettronica)

per quartetto d'archi ed elettronica. Il brano, sulla Costituzione italiana, ha ricevuto una lettera di apprezzamento dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
prima assoluta 29 marzo 2014 al Teatro Verdi di Firenze per il festival PlayIt! 
versione realizzata dall'homemade-midi-ensemble.

note: Una delle lingue meno parlate dagli italiani è l'italiano. Quando vogliamo dire qualcosa che ci appartiene emotivamente usiamo il dialetto. Per questo ho deciso di far tradurre in romanesco, napoletano, perugino, veneziano, romagnolo siciliano e salentino, alcune idee che ci dovrebbero stare a cuore: i primi dodici articoli della Costituzione. Ma i nuovi italiani ormai usano anche altre lingue: rumeno, cinese, inglese, arabo o spagnolo, mentre francese e tedesco si parlano da sempre in alcune zone. Grazie all'elettronica le voci che leggono gli articoli in 7 lingue e in 7 dialetti possono diventare puro suono o mantenere il significato originario. L'obiettivo è tenere tutto insieme. E in musica stare insieme si traduce: "quartetto d'archi", il luogo dove ognuno può farsi sentire senza prevaricare. Elettronica e quartetto sono fusi perché "A Repubbrica, è una e nun se po’ spartì", urlano che "Nuje schifamme ‘a guerra pe' se mettere a coppa all’ata gente", e ricordano che "Ognun e po prighè e su dio" anche se "U Statu e a Chiesa cattolica cumanninu ppi cuntu so". Il risultato è un contrappunto timbrico fitto, sostenuto, agli archi, dalla rielaborazione lentissima dell'inno nazionale, che qua e là diventa riconoscibile (è una sorpresa, non diffondete la voce). 
P.S. Quando cantiamo "siam pronti alla morte" intendiamo la nostra, non quella degli altri.

Dov'è La Vittoria?

Resistere3 per pianoforte con risonanza eseguito da Francesco Prode
Resistere3 è una riflessione su ciò che rimane quando quello che l'ha generato scompare. Un brano per pianoforte solo che fa uso sistematico del pedale di risonanza per isolare alcuni elementi di accordi in staccato o di passaggi melodici. Quello che resta, la risonanza, viene poi utilizzato nei quadri successivi. Il pezzo quindi procede riutilizzando il materiale che egli stesso crea e in questo modo riproduce l'andamento della vita e della musica, che spesso coincidono. Resistere, resistere, resistere, è l'idea generatrice, perché resistere bisogna e qualche suono rimarrà. (marcello filotei)

Resistere3 - Francesco Prode

2 piano, percussion and contralto. "Ferries", Chiarastella Onorati (mezzosoprano), Giuseppe Galluzzi (percussions), Biondi / Brunialti (pianos). 02 08 2001, Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano
"Ferries", is an attempt to approach with renewed curiosity in those years ford between the '800 and the '900 that saw some artists fight against the erosion of the forms, in a desperate attempt to overcome the helplessness of modern man in front of the becoming. From this conceptual premise arise seven miniatures poetic-musical dedicated to some of the musicians that have characterized the past century. "Ferries" is an afterthought on the transition from one bank to the other of unknown seas, through which is relived a very personal existential journey. The short cycle browse through visionary paths of Stravinsky's "great circus of the steppe", led to the "delusions clockwork" of severe practice, to sail off to other shores. But the work is above all a reflection on that, without sentimentality and without regret, trying to get on those ferries that can take us beyond the ford.

"Traghetti" è un tentativo di avvicinarsi con rinnovata curiosità a quegli anni di guado tra l’800 e il ‘900 che videro alcuni artisti combattere contro lo sgretolamento delle forme, nel disperato tentativo di superare l’impotenza dell’uomo moderno di fronte al divenire. Da questa premessa concettuale scaturiscono sette miniature poetico-musicali dedicate ad alcuni dei musicisti che hanno caratterizzato il secolo appena trascorso. "Traghetti" è un ripensamento sul passaggio da una riva all’altra di mari ignoti, attraverso il quale viene rivissuto un percorso esistenziale tutto personale. Il breve ciclo di Lieder naviga attraverso i visionari percorsi dello stravinskiano “gran circo della steppa”, approda ai “deliri ad orologeria” della severa prassi shönberghiana, per salpare nuovamente verso altri lidi. Ma il lavoro è soprattutto una riflessione sul presente che, senza sentimentalismi e senza rimpianti, rifugge dall’ostentata complessità e cerca con naturalezza di salire su quei traghetti capaci di portarci al di là del guado.

Traghetti / Ferries

Two metronomes placed on a hard surface and sent away out of sync forever remain out of sync. Two people standing in their decisions and not willing to hear the reasoning of others remain in their mind forever. If we move the two metronomes on a surface oscillating these begin to influence each other and after a few seconds they enter in synchrony, they move with the same rhythm, they are harmonized . Perhaps it also works with people. If everyone, instead of just politely waiting their turn to speak, try to listen to others as well perhaps avoid being stopped swinging alone without relation to what happens around. The question remains whether we really want to resonate with what surrounds us: To sync or not to sync that is the question

Due metronomi posizionati su una superficie rigida e fatti partire fuori sync restano fuori sync per sempre. Due persone ferme nelle loro decisioni e non intenzionate a sentire le ragioni dell'altro restano della loro idea per sempre. Se spostiamo i due metronomi su una superficie oscillante questi cominciano a influenzarsi tra loro e dopo pochi secondi entrano in sincronia, si muovono con lo stesso ritmo, si armonizzano. Forse funziona anche con le persone. Se ognuno, invece di limitarsi educatamente ad attendere il proprio turno per parlare, prova pure ad ascoltare gli altri forse evita di rimanere fermo a oscillare da solo senza relazione con quello che gli capita intorno. Resta da chiedersi se vogliamo davvero entrare in risonanza con quello che ci circonda: To sync or not to sync questo è il dilemma

To sync or not to sync - Orchestra della Toscana - Luca Pfaff

Marcello Filotei is a composer that enjoys mood swings. Taking advantage of moments of optimism, he received his diploma in piano, composition and electronic music from the Conservatory of Santa Cecilia in Rome. During frequent moments of melancholy, he put to music what he could not express otherwise. In anticipation of a musical archeology of the 23rd century which recognizes his fundamental role in the culture of our times, Filotei sees his work performed in Italian and foreign music festivals, receives commissions from Biennale Music of Venice, Cantiere Internazionale d'arte di Montepulciano, Orchestra of Tuscany, Haydn Orchestra in Trento and Bolzano, Musical Sagra of Umbria, Accademia Filarmonica Romana, Tiroler Festspiele Erl, dabbles in creating and directing international composition competitions, is part of the Direttivo di Nuova Consonanza and exercise of his inconfessable sadism as music critic for the L'Osservatore Romano. Old since birth, he vouches for his presence in the world since 1966. 

marcello filotei

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