Comincio dalla fine di un lungo lavoro, la pubblicazione tempo fa, di "Donne della realtà Giornale" diretto da Paola Ciccioli, da cui leggo il fondo da lei scritto. E comincio dalla canzone che è stata la causa di tutto il percorso su Milano che stiamo portando avanti da anni. Ricerca, concerti, scrittura e composizione di canzoni, video, interviste, recital in librerie, biblioteche, abitazioni private, pubbliche piazze, circoli vari insomma un bel bagaglio anche emozionale che ho pensato di condividere e raccontare mediante questo mezzo per me nuovo, infatti sono a zero. Da zero si parte e si comincia a contare, saravà!
Grazie, Paola.

Episodio #0 (creato con Spreaker)

Lui alla sciora Gina da "quasi" del tu, è il terzo fine settimana che vanno alla milonga, e finalmente la musica e il tango aiutano la natura a compiere il suo corso: schiocca il bacio. La rivincita dei non più giovanissimi.
Qui mi sono divertito a ibridare il milanese con lo spagnolo, anzi con l'argentino, grazie alla consulenza del mio "cumpari" Francesco Pulitanò che, profondo e appassionato conoscitore della cultura ispano-americana, mi ha dato il suo prezioso aiuto nella corretta stesura del testo.
Atmosfera magica al Gratosoglio...

TANGO AL GRATOSOGLIO

Il brano che più o meno dà il titolo all'album-demo. Un ritorno nella zona dove ho abitato e vissuto per anni. Il quartiere è cambiato, come è naturale, ma è cambiato troppo, a mio parere. Non è questione di nostalgia per il passato, cosa che non sopporto, piuttosto constatazione di quanto sia, e si sia, "imbruttito" e abbruttito il presente. Dall'Isola dei lader al Food-district. Ma tant'è.

ALLE GIOSTRE GARIBALDI

Considerazioni sul rapporto di dipendenza pericolosa nei confronti di rete, app, social, smartphone, tablet e quanto d'altro. Pubblicazione di foto d'antan, animali domestici o meno, cibi di ogni genere, emoji di varia natura, bambini anche in tenera età, chiappe domestiche o meno, pubi più o meno scoperti, tette flappe anche maschili, trippe da primato anche femminili. Il nostro orrore quotidiano. L'invito finale poteva essere anche più esplicito ma penso che il concetto sia passato.

TANGO DELLA RETE

"La domenica" nasce a Bellano. E' un brano sulla lentezza, sull'indolenza invernale. Forse ho esagerato, ma l'unico ritmo che mi sentivo dentro era quello di una bossa, genere che adoro, ma che se viene eseguito senza il mood giusto e senza un minimo di tecnica (infatti ho paura...) diventa quasi ona robba de rid. Non solo, nel testo mi permetto di citare addirittura un brano straordinario come "Tarde em Itapoa", ma il lago a volte fa scherzi particolari. Ad esempio dopo il tardo-pranzo domenicale ti fa venire l'abbiocco, e ti fa riaprire l'occhio mentre il pomeriggio esplode in una serie di rosa, arancio, celeste e quasi rossi che vanno a dipingere dietro e sopra le silhouette delle montagne che sembrano disegnate col nero di china, uno di quei tramonti indescrivibili che a me piace ricordare e basta, senza troppe foto.
Perché come più o meno ha scritto qualcuno, il cielo di Lombardia quando è bello... fa emozionare fino a tal punto che ti sembra che il lago diventi il mare di Bahia però tu sei a Bellano. In gennaio. Potenza della bossa.

LA DOMENICA

LA PROCESSION

Ma L'è Milan

Il brano ha una storia lunga che prima o poi verrà raccontata. Per farla breve, dobbiamo essere in grado di cavarcela in qualsiasi situazione. L'abbiamo scritta (mia moglie Paola ed io) qualche tempo fa e aveva un senso. Poi la pandemia, e aveva un senso, post-pandemia e aveva ancora un senso, al dì d'incoeu direi che un senso ce l'abbia ancora, forse di più. Quindi diamoci da fare, come diciamo a Milano "dis'ciollemes", e guardiamo avanti con ottimismo. fiducia ma anche disincanto, perché molte volte la vita non è semplice. Ma neanche poi così complicata. Poi la musica aiuta.

Gh'è de rangiass Demo

Un brano che parla anche di un teatro di varietà che per Milano è stato molto imprtante. Al Trianon si esibivano tutte le migliori compagnie di rivista. Per dirne una, in questa sala è stata eseguita per la prima volta "O mia bella Madonina", infatti Giovanni D'Anzi si esibiva come pianista intrattenitore nel sottotante tabarin, il "Pavillion Doré".
Mi sono inventato una serata al Trianon con un amico, una compagnia di prim'ordine e una vedette addirittura parigina. Colpo di fulmine. A casa mi addormento e sogno di baciarla mentre balliamo insieme a Parigi. Le gambe della vedette del Trianon hanno lasciato una serie di ricordi e suscitato una serie di sensazioni che ancora me le sogno...

LA VEDETTE DEL TRIANON

Dalle fabbriche alle giostre ai boschi verticali, per finire coi "diamanti" e con le banche. Una zona, quella di Porta Garibaldi a Milano, che si è modificata e trasformata profondamente nel corso degli anni. Non è assolutamente una questione di nostalgia fine a sé stessa, solo una considerazione sul fatto che una parte della città non mi appartiene più. Sic transit gloria mundi e bondì che t'hoo vist!

Episodio #3_Alle giostre Garibaldi (creato con Spreaker)

Foto del profilo di Mauro Nazzari
Foto dell'intestazione di Paola Ciccioli

Luca Bartolommei

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