La determinazione di un animo che anche nella più completa desolazione non riesce a smettere di andare in cerca di una scintilla di bellezza. E' un invito a ricordarci della nostra umanità in ogni momento, a combattere per essa come per l'unica cosa davvero importante, a non permettere a niente e nessuno di mutilarla o sminuirla, dato che è solo nella sua espressione più completa (nel pianto come nel riso, nel sesso come nel conflitto, nella paura come nel coraggio) che l'esistenza assume un senso.

Fiore Nel Deserto

Cosa intendiamo per “normalità” e cosa per “follia”? E’ un labile e arbitrario confine che mi ha sempre colpito. Perché abbiamo tanta paura di quello che può rompere la nostra normalità? Ho immaginato una storia d’amore “non-ordinaria”: due pazienti del Manicomio di Arezzo si conoscono e si innamorano l’uno dell’altra proprio mentre la direzione dell’istituto viene presa da Pirella, il rivoluzionario direttore che insieme a Basaglia contribuirà alla chiusura dei manicomi in tutta Italia. Il mondo cambia. L’ospedale chiude. I due “ex-matti” si perdono di vista. Si rincontreranno solo 40 anni dopo, nella più inaspettata delle situazioni. Ed è proprio nel loro legame puro e cristallino, in questa follia di due matti che si amano, che il senso di essere sbagliati svanisce, lasciando spazio a un più semplice, autentico e straordinario “essere umani”.

I Matti

Il terzo singolo è un figlio ribelle. “La Nave” è una miscela di Hard Rock e Folk che dipinge con passo pesante il quadro di una nave sul punto di affondare. Tutti i passeggeri si riuniscono per discutere il da farsi, ma nessuno sembra troppo preoccupato dall’imminente naufragio. Del resto, la priorità è non essere riconosciuti come i responsabili di questa situazione. Ed ecco che ogni dito presente si solleva per indicare qualcun altro, come in un perverso stallo alla messicana. La nave cola a picco. Ma l’importante è mantenere il proprio illustre posto a bordo.

La Nave

Non cercare un senso. Lasciati cullare da questo pezzo, che poi è una sorta di flusso di coscienza scritto a 4 mani con Tommaso Caperdoni, bassista e grande amico. La lingua del ritornello? E' un mistero anche per me...

CARNE D'ANIMA

Sicuramente una delle canzoni di cui sono più fiero. E' scaturita direttamente dal cuore verso la penna ed è dedicata a uno dei punti di riferimento più grandi della mia vita: papà.

Non può essere lontano

Il Kambo è una rana amazzonica, ma è anche il veleno che la ricopre. Alcune popolazioni della zona lo usano come medicinale in piccole quantità. Mi piaceva quest'idea di un veleno che in realtà è anche una medicina e ho scritto "Kambo", che rappresenta la ricerca di una vita più completa, significativa e dignitosa, anche a costo di passare per una fase dolorosa.

Kambo (DEMO)

Mi chiamo Matteo Croce. Sono nato e cresciuto tra le accoglienti colline aretine e a 15 anni ho trovato in una chitarra lo strumento perfetto per esprimere certe cose che trovo difficile spiegare a parole. Dopo anni di condivisione della mia passione per la musica con band, di cui una, gli Alabama&Cocaines, ancora attiva, ho deciso di intraprendere una via in solitaria. Non so se mi porterà in terre meravigliose oppure a Mordor, ma insomma, tentar non nuoce. 

Voglio parlare di emozioni. Credo nel potere terapeutico della musica, fermamente e convintamente. Sogno che le mie canzoni possano far tremare di vita i mondi che ognuno di noi porta dentro. Una catarsi indotta dai suoni e dalle parole, perché chiunque ha un impellente bisogno di conoscersi e di accettarsi, e solo alcune vibrazioni e alcune immagini furtive possono penetrare la roccia con cui inconsciamente ci difendiamo.

Matteo Croce

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