C’è una scena di un film di Marco Bellocchio che svela un postulato importante per le vicende dell’arte contemporanea. In una delle prime sequenze un cameraman segue due sposi, tenta di staccare gli odori della Sicilia e il sapore del mare. Si accorge, subito dopo, che nella stessa spiaggia c’è un regista ben più noto. Con un bel po’ di umiltà e vergogna, va da questo e gli chiede dove lui avrebbe posizionato la telecamera. L’occhio, lo sguardo. E’ una questione di immagini. C’è un altro occhio che sta guardando, magari è migliore del suo. Magari è soltanto diverso. L’importante è capire da dove mostrare il mondo, e da dove ricrearlo, a proprio piacimento. In fondo è una questione di immagini anche la musica, la rappresentazione dell’essere presente. Quando un musicista improvvisa, sta raccontando una storia, sta invocando un senso altro e esortando l’immaginazione, la sua ma anche quella degli ascoltatori. Sembra realizzato a partire da questi postulati Hermanos, esordio discografico del MAT, dove MAT è l’acronimo di Marcello Allulli trio.
Il disco ha una doppia anima. Da un lato c’è la sensibilità dei musicisti, di Marcello e dei compagni di viaggio Francesco Diodati alla chitarra ed Ermanno Baron alla batteria, giovani dalle belle e auspicabili speranze del jazz di casa nostra. Sensibilità umana si intende, perché chi conosce almeno un po’ Allulli sa bene che la sua statura umana è gigantesca, avvolgente come un abbraccio (che è il suo saluto preferito, all’inizio e alla fine). Lo stesso sentimento che esce dal suo sassofono tenore, e siamo all’altra anima del disco. Voce caldissima quando si annoda nelle ballate (che meraviglia il lento lentissimo scandire di note su Time), anche un po’ stridente quando i tre si imbattono in furiosi corpo a corpo che sanno di avant garde molto moderna. E’ un disco dove i colori del bluesy convivono con gli inserti spagnoleggianti. La chicca è il brano che dà il titolo all’album, nel quale un coro – improvvisato per l’occasione nello studio di Cavalicco (Ud) di Stefano Amerio e composto da amici venuti da tutta Italia per sostenere il trio – regala tutto il desiderio di libertà, la ricerca spasmodica della bellezza, il sogno dell’autenticità dei sentimenti. E dal vivo, spettacolo assicurato, tutto ciò si trasforma in una vera e propria festa. Del lavoro fanno parte anche degli ospiti: c’è Fabrizio Bosso qua e là; c’è Glauco Venier al pianoforte in un pezzo e Antonio Jasevoli alla chitarra in un altro. C’è, soprattutto, un aspetto determinante in questo Hermanos del MAT trio: le immagini che ne escono sono realistiche, almeno quanto sognate. E’ una questione di sguardi, di saper posizionare la telecamera. Anche la musica, a suo modo, può raccontare un gran bel film.
Federico Scoppio

Marcello Allulli – tenor sax
Francesco Diodati – guitar / loops
Ermanno Baron – drums
Fabrizio Bosso – trumpet / electronics
Guests: Glauco Venier – piano (track 14), Antonio Jasevoli – guitar (track 15), Coro Hermanos (track 6, 13)
Sul cd: graphic design di Riccardo Gola – foto di Fabio Zayed e Glauco Comoretto

“Hermanos” - tracklist:
E.E. / Ant / Intro... / L'ultimo sogno / Intro... / Hermanos / Time / Intro... / Oscuro / Intro... / Madrid / B.B / 7 agosto / Inno / A S.R. (bonus track)

Tutti i brani sono composti da Marcello Allulli tranne la traccia 7 di Thomas Waits, e la traccia 14 Irish Folk Song.


14 INNO

06 HERMANOS

Si L'Amour /live

MONOKHORDON
Acousmatic
[2019]

“There is geometry in the humming of the strings.”
(Pythagoras)


“There is coming-to-be of not one single thing of mortal things, nor is there  any end of deadly death, but only mixture and separation of what is mixed, and nature (physis) is the name given to them by humans.”
(Empedocles, in Plutarch Adv. Coll. 1111f)


“In string theory, each particle is identified as a particular vibrational mode of an elementary microscopic string. A musical analogy is very apt. Just as a violin string can vibrate in different modes and each mode corresponds to a different sound, the modes of vibrations of a fundamental string can be recognized as the different particles we know.”
(Barton Zwiebach, A First Course in String Theory)




Pythagoras with monochord discovered the relation between the length of strings and their perceived pitch when plucked and attempted to explain the cosmos with this mathematical-musical model in his Harmony of the Spheres. Today in string theory a one-dimensional string with particular mode of vibration corresponds to an elementary particle like a sound. The strings can interact by splitting and joining. It seems that everything in the universe is made out of oscillating strings. A sort of twenty-first century Harmony of the Spheres comes to mind.

Musical metaphors seem to me to offer the opportunity to provide the imagination to those processes in multidimensional space-time with the creation of various and complex interacting sonic spectra that originate only from concrète sounds of the open E sixth string of the electric guitar. The harmonic field of the composition comes from the overtone series of this string and its subharmonic and inharmonic modulations. All partials, their sonic aggregates and gestures are obtained form digital processing of the original E pitch sounds with custom softwares.

Monokhordon

TRAIETTORIE 2011 - XXI edizione della rassegna internazionale di musica moderna e contemporanea

Registrazione live del concerto di Accroche Note del 29/09/2011 presso la Casa della Musica di Parma.

04 Gyorgy Ligeti - Harom Weores - Dal

Maria Serena Sapegno - Figlie Del Padre (Feltrinelli 2018)- legge Roberta De Piccoli

Natural Wonders Every Child Should Know

Messa per l'apocalisse

Un voyage dans les souvenirs fragiles. 
Pièce pour contrebasse et support. Sarah Clénet à la contrebasse. 
Compositeur : Anne-Claude Iger
Avec la participation de Jean-Pierre B., Toinou G., Jeanie A., Georges G., Eveline I. et Geneviève B. que je remercie chaleureusement.

Le pays de l'oubli

Minimalia. A collection of extemporary and composed sound fields in the COVID-19 pandemic era. A sound diary. Territories where I have been, where I could be.

Minimalia #3

This theme is dedicated to one of the greatest composers of all time... I invite you to imagine his suffering, I invite you to listen "Beethoven's Silence".

Maria Serena Sapegno - Figlie Del Padre (Feltrinelli 2018)- legge Roberta De Piccoli

rdp

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