Il Leone di Vicenza e NEZ pongono tra loro le basi per una tregua, condividendo insieme le reciproche opinioni sul bigottismo e i tipici luoghi comuni made in Veneto, per una traccia satirico-dissacrante, decisamente non adatta ai minori.

Da notare che questa traccia rappresenta il primo episodio di apparente riappacificamento tra i due dead leader, dopo la Guerra civile del primo album e un beef avvenuto tra Lion D e MC Margine - la voce all'inizio del pezzo - membro dell'ex-crew a cui NEZ apparteneva, ai tempi in cui la T.D.Z. era ancora in embrione. 

Nel finale, improvvisamente, il dead membro  A$AP Krebb, attualmente fuggitivo latitante, manda un messaggio (relativo all'argomento profano) ai due leader, avvisandoli così di essere ancora in vita.

03 - Solo Chiese Nello Stato

09 - NE.Z. risponde al dissing di Lion D, ma, questa volta, sorprendendo chiunque nell'approccio da lui scelto: la traccia in questione è un commovente storytelling sulle origini del gruppo, al cui interno viene omaggiato sia il socio Red Garden, responsabile della connessione tra il rapper padovano e il resto della crew, sia i gloriosi anni sventurati e selvaggi di Gattamelata, rispondendo così alla terza traccia performata dal rivale, senza ulteriori spargimenti di sangue. 

In molti, tra critici e fan, hanno visto questo pezzo come l'anello di congiunzione tra l'esperienza fatta con la Dead Zone e il successivo percorso solista intrapreso dal rapper con la pubblicazione di STESO, il suo primo (ed unico, viste le vendite) album ufficiale.

09 - I Musicanti Di Brema

08 - Red Garden (al secolo, Rotobomba) interviene allora dall'oblio, performando un vero e proprio requiem paranoico. 

Il testo è claustrofobico, la voce e i contenuti al limite dello psicopompo-nelle-casse. Un ultimo sguardo al di là del proibito "Giardino Rosso" degli Shinigami. Red Garden è tornato alla sorgente; oltre i cieli di Gattamelata.

08 - Tumuli

07 - Un ritorno alle origini nella settima traccia: 

Lion D comincia con un freestyle per poi scatenarsi, al rifiuto secco e sgarbato di NE.Z di saltare insieme a lui - per la seconda volta, nello stesso album - sulla stessa base. C'è aria di un nuovo beef. 

Il Leone di Vicenza ci va giù pesante, in quello che sembra essere il dissing definitivo con la sua nemesi; quando, all'improvviso, le sue rime cambiano completamente il bersaglio. 

All'apice del suo attacco verbale, L.D. tira in ballo un altro personaggio affiliato alla Dead Zone, rimasto a lungo silente: niente meno che Red Garden (che lo aveva criticato alla fine della terza traccia), il cui beatbox può essere udito nelle parti iniziali di questo pezzo. 

Red viene chiamato qui da Lion per nome e cognome, andando contro perfino il codice dell'omertà (e per questo censurato da Gozo) del gruppo.

07- Legione

06 - Le teorie del complotto incontrano la filosofia della domenica, quando NE.Z decide di far sfoggio di un'inclinazione lirica tendente al conscious. 

Inoltre, la traccia rappresenta lo showdown per il rapper becchino della Zona Morta: Meg Bateman, AKA Megathrone, il quale sfodera la strofa d'eccezione della sua carriera, rivelando  di saper tirare fuori anch'egli della materia grigia - in chiave rap - dal gretto e squallido materialismo (che tanto ci piace) che lo ha reso famoso. 

Il qualunquismo non è mai suonato così bene sui quattro quarti.

06 - Apocrifi

05 - Terminato il canto, è tempo di celebrazione per il buon Death Star, con una cascata di flow misto barre stilose e storytelling di aggiornamento. La degna conclusione solista del presidente "pro-pace, pro capite" della T.D.Z. click. 

N.B. La skit in conclusione è ad opera di Mac Miller - mentore ideale di Death Star - deceduto anni prima dell'uscita di questo album.

05 - Goz's Plan

04 - Un'altra chance di appianare le divergenze tra i protagonisti dell'ormai storica guerra civile: 

NE.Z. riflette in prima istanza sul destino della sua generazione, uscendo dai confini puramente classici della lirica rap; in seconda battuta, Lion D interviene con sedici potenti barre pragmatiche e fiere, criticando l'odierna società del consumo. 

Come due menestrelli improvvisati, Death Star ed A$AP Krebb condiscono l'outro del brano eseguendo una performance cantata (anche qui, la ferocia del genere rap viene meno), alleggerendo l'atmosfera ad uno stato più malinconico e disteso: il passaggio ideale per la prossima stazione sonora.

04 - Uomini

03 - Lion D racconta epicamente le gesta che portarono dapprima alla formazione, e poi, in seguito, al declino del gruppo. 

In chiusura, un redivivo Red Garden lo accusa di una condotta troppo plateale e di conseguente affettatura.

03 - Cronache

02 - Meg Bateman vince il premio per il ritornello politicamente scorretto dell'anno. 

Il Nefando NE.Z (aka il NEfario di Zona) scende in campo a cavallo - a detta di Death Star, in un rara intervista - di una delle basi più cattive mai prodotte da Gozo. Nelle sue barre, il vecchio MC dalla voce spettrale e corrosa dal fumo si sfoga sullo stato del rap italiano e sull'andazzo attuale del gruppo. 

Nel finale, un A$AP Krebb sempre più con un piede nella fossa (a giudicare dalla voce) si aggiunge ai cori celebrativi del gruppo.

02 - Zio Fester

01 - La vita è una cerchio che si chiude; ma prima, bisogna tirare le somme. Gozo pompa la base e i membri - chi più, chi meno - rispondono loro malgrado all'appello. 

In conclusione, un breve estratto tratto dal comunicato stampa di Lion D, che aveva lasciato presagire ai fan la natura "terminale" del gruppo

01 - Circle Time - Intro

Best rap crew from Veneto State

A$AP Krebb
Death Star
Lion D
Meg Bateman
NEZ (Prod. Gozo)
Red Garden

03 - Solo Chiese Nello Stato

The Dead Zone

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