Der Audioguide begleitet dich durch die Ausstellung „The Other“. Du wirst mit ihm viele Geschichten zu den einzelnen Kunstwerken hören. Manchmal werden diese von den Objekten selbst erzählt, andere Male von Menschen, die sich bereit Gedanken darüber gemacht haben.

Konzept, Text: Lara Almbauer, Katrin Ebner, Jasmin Edegger, Antonia Heigl, Pia Ranzenberger

Sprecher*innen: Katrin Ebner, Jörg Eipper-Kaiser, Antonia Heigl

Schnitt, Produktion: Katrin Ebner, Jasmin Edegger

207 Jonas Staal, 94 Million Years Of Collectivism

La curatrice Lauren Hinkson parla della mostra e del lavoro dell'artista.

Transcript
Lauren Hinkson: Benvenuti alla mostra "Jenny Holzer: Linea di luce". Sono Lauren Hinkson, curatrice associata per le Collezioni qui al Guggenheim.

Da oltre quarant'anni l'artista concettuale americana Jenny Holzer presenta le sue idee taglienti, le sue motivazioni e le sue preoccupazioni in spazi pubblici e mostre internazionali. Lo fa attraverso il linguaggio. Che si tratti di targhe, manifesti o preservativi, l'incisiva attività testuale di Holzer si affida al potere esplosivo della parola scritta. Le opere toccano alcune delle questioni e dei temi più scottanti del nostro tempo, dalla giustizia climatica ai diritti delle donne, dalla guerra alla corruzione. Holzer è una voce vitale sia nell’arte, sia nell’attivismo.

A partire dagli anni Settanta con una serie di manifesti in giro per la città di New York fino ad arrivare alle recenti proiezioni luminose su paesaggi e architetture, la ricerca di Holzer ha sfidato l'ignoranza e la violenza con l'umorismo, la gentilezza e il coraggio. Per "Linea di luce" Holzer ha immaginato l'installazione di opere prodotte durante tutta la sua carriera come un progetto concettuale unico: un'installazione olistica che si rifà - rispecchiandole - alle preoccupazioni sulla società, sulla politica e sulla fatica di vivere che hanno caratterizzato la sua attività.

Procedendo all'interno del museo, vedrete e resterete colpiti dal monumentale display a LED che sale su tutte e sei le rampe della rotonda progettata da Frank Lloyd Wright fino all'apice dell'edificio. L'opera s'intitola "Installazione per il museo Solomon R. Guggenheim". È un'opera da collezione di proprietà del Guggenheim. Si tratta di una rivisitazione dell'insegna a LED di Holzer del 1989, esposta qui ben trentacinque anni fa. 

La nuova versione dell'insegna elettronica di Holzer trasforma l'edificio con un display di testi scorrevoli che l'artista ha scritto nel corso della sua carriera. Si tratta di un'opera ironica e allo stesso tempo profonda, con frasi iconiche tratte dai suoi primi lavori, come "You Are the Victim of the Rules You Live By" cioè "sei vittima delle tue stesse regole", "Private Property Created Crime" ovvero "la proprietà privata genera la criminalità" e "Abuse of Power Comes as No Surprise", cioè "l'abuso di potere non è una novità".

I testi e i temi dell'insegna a LED ritornano anche in altre opere esposte in "Linea di luce", avvalorando le corrispondenze nella ricerca concettuale di Holzer attraverso il tempo e il mezzo espressivo. Sono presenti anche opere recenti che riprendono testi di poeti, politici, attivisti e personaggi letterari, oltre a fonti come dossier governativi e file dell'FBI secretati. Nella mostra, questi elementi assumono nuove forme, ad esempio proiezioni luminose sull'edificio e dipinti in foglia d'oro.

Sono messaggi che fanno pensare e che, nella speranza dell'artista, dovrebbero affinare la consapevolezza delle persone sulle connotazioni politico-sociali che affliggono la nostra epoca. Sono messaggi pensati non tanto per essere letti, ma piuttosto per essere ascoltati.

Exhibition Website

Informazioni sulle origini della mostra.

Hear form current and former teens about their experiences of growing up queer and how art has helped them discover and celebrate their identities. 

Read a transcript of the podcast here: https://www.moma.org/magazine/articles/1091

Pictured: Christian Holstad. Blue Boys Don’t Need Drugs with Voulkos. 2003. Cut-and-pasted printed paper on paper, 11 × 13 3/4" (27.9 × 34.9 cm). The Museum of Modern Art, New York. The Judith Rothschild Foundation Contemporary Drawings Collection Gift. ©️ 2024 Christian Holstad

How Art Is Helping Teens Find Their True Selves

ABC 6.14.24 4th

ABC 6.14.24 3rd

ABC 6.14.24 2nd

ABC 6.14.24 1st

Episode Three: “Return to the Garden”

An overwhelmingly popular series of jazz concerts in MoMA’s Sculpture Garden in 1985 proved…a little too popular, and it would be nearly a decade before live jazz was once again a regular occurrence at the Museum. In our third and final episode, hear about a new generation of musicians who revived the legacy of jazz at the Museum in the 1990s, and brought it into the 21st century.

Writer/producers: Naeem Douglas, Alex Halberstadt, Jason Persse
Host: Naeem Douglas
Additional readings: Karen Chilton
Engineer, mixer, original music: Zubin Hensler
Special thanks: Prudence Peiffer, Arlette Hernandez, Ellen Levitt, Kelsey Head, Dore Murphy, Allison Knoll, Tina James, Michelle Harvey, Marc-Auguste Desert II, Omer Leibovitz, Peter Oleksik

Music:
“Namesake.” Written and performed by Milt Jackson. Courtesy of Universal Music Group. By arrangement with Reecie Music; “Soloscope, Part 1.” Written and performed by Sonny Rollins. Courtesy of Concord Records. By arrangement with Kobalt obo Son Rol Music Company; “Strauss Waltz Medley.” Written by Johann Strauss II. Performed by the United States Air Force Band. Public domain recording; “The Thrill Is Gone.” Written by Ray Henderson and Lew Brown. Performed by Claudia Acuña. Used by permission. By arrangement with Warner Chappell Music; “Mambo Jazz.” Written (as “Titorama”) by Chris Washburne. Performed by Chris Washburne and the Syotos Band. Used by permission. Courtesy Wash and Burne Music; “Moon Bird.” Written by Myra Melford. Performed by Myra Melford’s The Tent. Used by permission. Courtesy Myra Melford; “Malinke’s Dance.” Written by Marty Ehrlich. Performed by the Marty Ehrlich Sextet. Used by permission. Courtesy Marty Ehrlich

Jazz in the Garden, Episode Three: Return to the Garden

The Universalmuseum Joanneum is considered the biggest of its kind in Central Europe. About 4,5 million items in the collections form the basis of a richly faceted ‘universal’ exhibition and events schedule. 

Founded as Austria’s first public museum in 1811, the Universalmuseum Joanneum presents a broad range of art, culture and the natural sciences at twelve architecturally valuable locations. 

207 Jonas Staal, 94 Million Years Of Collectivism

Universalmuseum Joanneum

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