13.3
Volteggiai. Poi planai. Poi caddi in piedi.
Il volto della madonna dell'Annunciata di Palermo era sopra di me, con l'ultima luce della nova che andava disgregandosi dietro di esso. Galleggiava nella pace, nel tepore e nel silenzio.
Mi volsi e il professor Belisario era ancora lí, innanzi al suo amato capolavoro.
"Devi mettere da parte ogni vendetta. Devi sforzarti di accettare che le decisioni che prendi hanno delle conseguenze."
Restai lí ad ascoltare
"Perdonali!" mi disse serenamente. "E prima perdonati! Vendicati sul vendicatore!"
"Ci proverò professore".
E poi tutto d'un tratto, svaní e mi lasciò.
Era l'alba e si poteva vedere tutta la pianura sotto il distributore dell'acqua di Casalgrande Alto. 
Il sole sorgente a est fece capolino, ed io rimasi in silenzio immerso in tutta quella luce, mentre si alzava un filo di brezza.
"Guarda Ericson!", mi disse un'altra voce. Era una voce nuova. 
Era una voce di persona giusta.
Andava indicando un punto lontano all'orizzonte, tra le vette delle alpi che si stagliavano minuscole come piccoli denti alla fine della perdita d'occhio.
E mi sembró di colpo di trovarmi a guardare da quel punto basso e oscuro in cui mi trovavo, verso il crinale di quella montagna lontanissima. 
Mi venne da sorridere. Dopo tutto quel tempo cosí lungo e sofferto la fine del mondo era davvero arrivata.
Ma io ero ancora vivo.
___

Ω.
Nihil habere praeter te extra spatium et tempus.
Et intellegere reliqua nos non transire.
Est libertas significatio impossibilium rerum. Quae fiunt et non inclinant simpliciter ad gaudium-mortem.
Et cum profecta, erit pulchrum erit instare et scire lucem tuam intra riunas refulcturam esse. Et si reverteris intra milia et milia annorum. Magis refulgebimus.
Extra sidera et extra mortem!
___

Non vedo più le stelle.
Da questo tetto di amianto.
Speravo che il vento le portasse da te.
Sopra questo calanco.
Sopra Casalgrande Alto.
Luccicanti di smalto.
Le mie stelle di gres.
Vieni a salvarci da qui.
Vieni a salvarci da qui.
Dalle dentiere dei dimetrodonti.
Dagli eventi e dai loro orizzonti.
Da seguaci ed amici sociali, dai lampi gamma, dalle eccellenze aziendali, dai produttori di robot, dai nazisti sepolti nel sodio.
E come volteggi e spalanchi le braccia su di noi che restiamo a guardare: senza rimorso e senza più un soldo nel portafogli.
Santa Madonna Maria, prendici e portaci via, prima che sia troppo tardi.
Per aspettarti ancora.
Cambia il vento e cambia il tempo.
Resteremo da soli.
Risucchiati nel mare di silenzio che c'é.
Sopra questo calanco.
Sopra Casalgrande Alto.
Con le mani nel fango.
E con gli occhi di gres.

Non avere che te aldilà dello spazio e del tempo.
E capire che tutto il resto non ci passa più attraverso.
É la libertà il senso delle cose impossibili, che accadono e non ripiegano semplicemente su una gioia cadavere.
E quando ripartirai. 
Sarà bello fermarsi e sapere che la tua luce tra le rovine potrà ancora brillare.
E se ritornerai tra un milione di miliardi di anni.
Brilleremo più forte.
Oltre le stelle ed oltre la morte!




Vendicatori Calvi - Casalgrande Alto (mx.mp3)

tenne una mano sulla sua fronte.
era sua madre e tu non parlasti piú
lui ti diceva: "con me puoi essere niente"
ma esattamente niente non fu

fissando la notte il soffitto di casa
addestrando il cuore alla sorditá
non é per niente divertente ma é una strada
l'unica

viviamo di equilibri minuti
e per non pensare lavoriamo di piú
e alla fine il deserto riempie ogni nuvola
e la danza della pioggia non serve piú

e tu mi guardi e vuoi sapere se rimane
dietro ad ogni risata una cosa vera
un pallone sonda nell atmosfera
ed io non credo ci sia più

eppure non muore la tua attenzione
non mi fai scappare via
hai sempre avuto chiara la situazione
che io sí
io ho paura

io ho paura
io ho paura
io ho paura
io ho paura
io ho paura
io ho paura
io ho paura
io ho paura
io ho paura 
io ho paura

Vendicatori Calvi - Casalgrande Alto (mx.mp3)

Enrico Maria Sighinolfi

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