Maledetti piedi freddi 

Il ricordo di un amore che si allontana nel cuore della notte lasciando, come segno visibile dell'assenza, il freddo.
Portare entrambe le mani agli angoli superiori del lavoro tattile. Scendere lungo l'esterno e sentire il primo strato di stoffa che riveste il cielo di notte. La sinistra incontra un inizio di scogliera, fatto con un altro strato di stoffa sovrapposto. Seguire il confine della scogliera e scendere lentamente. La mano destra trova un paesaggio più variegato: sulla scogliera delle abitazioni bianche e poi rosse, con una finestrella illuminata. Seguire, con le dita, i tetti delle abitazioni e scendere per la scogliera fino ad incontrare un cuore di legno. Toccare con i
polpastrelli il cuore e sentire una spaccatura zigzagata dalla quale escono lettere e vanno giù per il mare. Giunti, con entrambe le mani, alla fine della scogliera e l'inizio di una spiaggia, esplorare le diverse stratificazioni create con la sabbia. Al centro, i granelli lasciano spazio ad una piccola superficie liscia, nella quale è inscritta una poesia intitolata “Maledetti piedi freddi”. Entriamo nello spazio liscio e saliamo in linea retta, superando il mare e varcando il cielo. Ad un certo punto, le dita delle mani incontrano una scaletta di legno sospesa.
Immaginare di salire la scala con gli indici e presto troviamo un individuo intento ad arrampicarsi.
Con la mano sinistra sentiamo l'intero corpo bianco, mentre la destra supera la scala e, arrivata all'ultimo scalino, si sposta orizzontalmente verso l'esterno.
Troviamo una luna piena, sempre di stoffa verso la quale, forse, l'uomo si sta dirigendo.

Dalla mostra Sensoltre di Informatici Senza Frontiere>>
pittoscultura: Giovanni Pedote
testo e mixaggio: Emanuela Ferri
musica: Debussy, “Claire de Lune” (1905)
app: Fabrizio Lippolis

Maledetti Piedi Freddi - Sensoltre

InformaticiSenzaFrontiere

Related tracks