Questo amore lo abbiamo immaginato così. Conferendo alla bomba una natura gentile. Dandole un'umanità ed una sensibilità di fondo, che le sono negate per sua stessa essenza (dice, infatti, il poeta che “la bomba non ha una natura gentile”). Questo desiderio di conferirle pensiero e vita è il frutto di una ricerca avviata già con altri testi. Di un percorso che talvolta ci ha portato ad adottare sguardi altri, di cose. Una bomba intelligente, forse. Ma non perché selettiva rispetto al bersaglio. Di sicuro una bomba capace di pensare in una prospettiva di lungo periodo. Di inserire la specie umana nel contesto naturale e mortale delle cose. Dicendoci che, nonostante si spostino i fronti, per la poesia (e l'arte tutta) deve essere sempre tempo di guerra.

Pensiero di una bomba

L'Italia è una Repubblica

E' la storia di questo passaggio. Di questa grande trasformazione. Dell'operaio che insegue sogni da ricchi e che intanto continua a produrre, consumare e crepare. Come sempre. E, viceversa, del ricco che vive di rendita, che non ha bisogno più dell'operaio, dei profitti d'impresa. La fine della lotta di classe, verrebbe da dire. Che poi è solo la fine del lavoro, con tutto ciò che ne consegue. L'ingerenza della chiesa nella gestione della cosa pubblica. Il meccanismo effimero dei media ufficiali, generatore di miti sempre nuovi e che, però, durano solo il tempo di una stagione. Ci assolviamo tutti. Siamo tutti santi. Eppure c'è sempre chi è più santo degli altri. Chi è santo subito. Ma, in fondo, questo testo è anche un manifesto del lavoro. O, meglio, del non-lavoro, della precarietà post trasformazione. Un manifesto che esprime idee, linee di principio e che, saltando, fomenta all'azione diretta.﻿ 

Santo subito

In principio era Zero lab: un'associazione culturale che per qualche anno ci ha visti impegnati sul tema della guerra, dell'ambiente, della precarietà e della produzione dei saperi. Un'esperienza di partecipazione attiva alla vita sociale e culturale della città di Napoli che rivendichiamo tuttora. Nonostante sia terminata già da un po' di tempo. Lo "zero" rimandava non ad una dimensione temporale: ad un "anno zero", per intenderci. Ma ad una dimensione sociale: il livello più basso della società. Dove le relazioni si presuppongono orizzontali, tra pari. O comunque non gerarchizzate. Il "laboratorio" era il luogo dove si elaboravano le idee, le azioni. Quando decidemmo di accostare il nome della banda (già in embrione anch'essa) a quello di questa associazione, aggiungemmo in fine la dicitura "station". Poiché la stazione ha rappresentato – in un passato che la vedeva molto poco centro commerciale – il posto dove arrivavano e partivano gli individui. E con loro, le idee.

Zero Lab Station

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