DIARIO DI UN ULTIMO

Serrande chiuse come palpebre
portoni chiusi come bocche d'assassini sotto indagine
sui marciapiedi i visi tesi di compra e di chi vende
dietro vicoli vetusti 
dove il sole non ci scende


e mi sorprendo ancora
se a terra trovo una siringa e una stagnola

sangue denso come l'opera di un Pollock mai venduto
da un artista che deterge con il pianto i suoi pennelli

in quel limbo dove borse e portafogli
sventrati s'abbandonano
lasciati in qualche prato a far radici come alberi infelici
che non sanno più fiorire 
in quel giardino di nessuno

cocci di bottiglie e sagome a digiuno
appassiti sui cartoni del consumo

trovi corpi cosi fragili e inquinati
che in un soffio vanno via come fa il fumo
di un girone di un inferno inopportuno
dove  Santi senza calendario
vivono il martirio muto
tra chi troppo ha dato e chi troppo ha avuto
tra le toppe rappezzate  le bestemmie miste  sangue e muco
cappa e scudo pianto e sputo
senso d'incompiuto
ricamarsi un posto
nel tessuto 
di una società che non risponde neanche più al saluto
di chi ormai ha fallito,
ed scartato
come il mosto fatto aceto 
fra serio e faceto
lascia l'irrequieto
 fuori dalla bocca del suo imbuto..
..l'uomo si è evoluto
e magia forte mentre fissa un Cristo nudo
sono incerto, sono Cristo o Giuda?
 sono il venditore 
o sono io il venduto?
è il mio viso ho mi dipingono da bruto?
ho sbagliato
è possibile..
 però è troppo salato questo prezzo
che mi vuole come emblema di un disprezzo
che non so se ho meritato
pago il pegno come fossi un condannato
mentre leggo i Salmi Dio mi salvi da sti sguardi
che codardi m'hanno giudicato

pure se ora è tardi, pure se ho peccato...

non badare a quei passanti che si voltano dall'altro lato
so che tu li vedi, perdonali, gli hai fatto gl'occhi 
eppure sono cieci 
e non vedono i miei tagli sui piedi
fatti scavalcando divieti
mi guardi e ti chiedi
qual'è il problema e non te lo spieghi
io sono il frutto di un amore che non c'è mai stato,
m'hanno abbandonato e fuggo 
dal passato cosi in fretta che mi manca il fiato

ho l'animo graffiato e latito affamato...

mi guardi ed imprechi
mi ascolti e pensi ai falsi profeti
io come lo Jeti   
campeggio al gelo dei miei segreti
concilio d'asceti
nella mia testa tutti attorno un tavolo
che studiano un rimedio per competere 
 col diavolo che ho dentro
quell'odio puro che mi da il tormeto
che a tradimento mente alla mia mente 
ed è una voce atroce che quando la sento
mi vedi che mi assento 
sto trasgredendo a ogni comandamento 

attorno a un fuoco che non è di questa terra
danza propiziatoria prima della guerra
attorno a un fuoco che non è di questa terra
scavalco l'atmosfera sfreccio in questa notte nera
come fa la stella

ho dentro un fuoco che non è di questa terra.

Diario di un ultimo

Anam Hermit