Sulla via della demenza
1996

Sulla via della demenza
ho incontrato una ragazza
che ammetteva apertamente
d'esser pazza
era logica, opportuna,
conseguente e appassionata
un po' mi faceva pena
ma forse non l'ho mai capita

ma cercavo la poesia
dei suoi occhi spalancati
su orizzonti che io
non avrei mai immaginati
io cercavo la poesia
nei suoi pensieri
nei suoi desideri...

Lei ha estratto dalla borsa
una vecchia fotografia
c'era un uomo sconosciuto
con la mia fisionomia
Dice «non è mai esistito,
è un riflesso del pensiero,
è fuggito e mi ha lasciato
un biglietto menzognero

e canzoni di cui
lui si dovrebbe vergognare
canzoni che nessuno
ora potrebbe stare a ascoltare
canzoni ridicole
in cui non sono quella che dice
anima consolatrice...

E ridendo mi mostrava
un minuscolo quaderno
lo leggeva e ne cantava
versi con aria di scherno
Ascoltandola provavo
una strana sensazione
come se già conoscessi
a memoria ogni canzone.

E cantando con lei,
cantando da ubriachi
era facile stravolgerne
i significati
e quando ci siamo accorti
che ormai non significavano più niente
noi ci siamo abbracciati
finalmente.


02 2 Sulla via della demenza

Io sono qui seduto in un istante senza tempo dove i giorni del passato hanno perso il sopravvento e il futuro si profila con immagini di un film tutto a colori. Potessi io vivrei fino a novanta e rotti anni datemi libri e che la vista mi accompagni in mille viaggi della fantasia, ma il sesso resti cosciente della sua supremazia. come potrà stancarsi se ogni giorno è una sorpresa, se ogni donna è un miracolo e la mia donna è una tempesta che impegna ogni mio muscolo e mette a dura prova la mia testa. Ci sian cavalli intorno, bellezza pura ed energia, potenza naturale, oltraggio alla tecnologia ci sian cavalli intorno e gli odori di bosco e di campagna. Vino che non tradisca, vino per chi ne voglia bere, tempo per non far niente, tempo prezioso da sperperare chissà che un giorno anch’io non riesca ad ascoltare l’altra gente. Si sciolga il mio riserbo, si perda la mia discrezione, scopra lì sotto un grumo di molto umana imperfezione e un sentimento che sia di tenera e corporea simpatia. La vita è la mia amica, la mia costante tentazione, l’inganno, il disinganno, l’indovinello, la soluzione; ma il vero diventa falso e questa storia ricomincia all’infinito. Consiglierò ai miei figli di costruirsi le difese Per far fronte agli attacchi che poi gli porterà la vita, ma gli dirò che questa merita d’essere vissuta con fiducia. Che schiavitù sarebbe non poter mostrare mai quello che abbiamo dentro, quello che in fondo siamo noi, sarebbe vita da poco non azzardare mai a metterci in gioco. Io sono qui seduto in questo istante senza tempo in cui tutto è ancora possibile o può finire in un momento, spero nei novant’anni, ma in ogni caso di quel che viene io son contento. 


02 2 Sulla via della demenza

francescorebora