1993

Vent'anni fa la nostra vita
non era certo meglio di adesso
non ci si riusciva ad entusiasmare
né per la politica né per il successo

Si parlava di male di vivere
di un'identità ancora da trovare
si cercava di lavorare all'università
per continuare a studiare

Si parlava più spesso di sentimenti
ed io seguivo a fatica i tuoi amori
mi perdevo in quella confusione di nomi
di studenti e di professori.

Addio addio Maria
addio addio perché
la vita mi ha costretto
a fare a meno di te

Si parlava, si parlava, si parlava tanto
si parlava, si parlava, si parlava soltanto
non so contare le notti trascorse a parlare
e mai una volta a fare all'amore.

neppure per sbaglio toccarci una mano
noi eravamo una coppia intellettuale
sfiorarci ci sarebbe sembrato strano
baciarci del tutto innaturale

Così ci siamo sposati con altre persone
questo rientrava in una specie di programma
giova adesso specificare chi l'abbia fatto per primo
immaginare che a qualcuno abbia fatto rabbia 

Addio...

Heidegger con te non l'ho condiviso
ma quante altre cose dopo di allora
per quanto ne so fai l'impiegata in Germania
chissà se i filosofi li frequenti ancora.

Io ho fatto cose che non c'entravano niente
a volte mi sono sentito realizzato;
ti può sembrare impossibile, mi son sentito importante
quante volte invece mi sono disperato.

Scriverci dopo anni è stata una sorpresa
sorprendente sentirci ancora in sintonia
continuare sarebbe un'assurda pretesa
meglio accontentarci di questa prova di simpatia

Addio...

Per me comunque non hai perso un colpo
sei rimasta la fanciulla molto dotata
a quarant'anni non riesco più a immaginare il tuo volto
non riesco a concepire che tu sia cambiata.

Mi hai detto che il ruolo di quella sempre intelligente
ti pesava a quei tempi e anche adesso non ti va:
senza eccedere ti piacerebbe mescolare
un po' di intelligenza e un po' di stupidità

Chissà se quella nostra intelligenza scolastica
meriti ancora un trenta e lode
per la vita normale è del tutto pleonastica
per il resto vale solo se uno ne gode.

Addio...

7 La canzone per M.

Io sono qui seduto in un istante senza tempo dove i giorni del passato hanno perso il sopravvento e il futuro si profila con immagini di un film tutto a colori. Potessi io vivrei fino a novanta e rotti anni datemi libri e che la vista mi accompagni in mille viaggi della fantasia, ma il sesso resti cosciente della sua supremazia. come potrà stancarsi se ogni giorno è una sorpresa, se ogni donna è un miracolo e la mia donna è una tempesta che impegna ogni mio muscolo e mette a dura prova la mia testa. Ci sian cavalli intorno, bellezza pura ed energia, potenza naturale, oltraggio alla tecnologia ci sian cavalli intorno e gli odori di bosco e di campagna. Vino che non tradisca, vino per chi ne voglia bere, tempo per non far niente, tempo prezioso da sperperare chissà che un giorno anch’io non riesca ad ascoltare l’altra gente. Si sciolga il mio riserbo, si perda la mia discrezione, scopra lì sotto un grumo di molto umana imperfezione e un sentimento che sia di tenera e corporea simpatia. La vita è la mia amica, la mia costante tentazione, l’inganno, il disinganno, l’indovinello, la soluzione; ma il vero diventa falso e questa storia ricomincia all’infinito. Consiglierò ai miei figli di costruirsi le difese Per far fronte agli attacchi che poi gli porterà la vita, ma gli dirò che questa merita d’essere vissuta con fiducia. Che schiavitù sarebbe non poter mostrare mai quello che abbiamo dentro, quello che in fondo siamo noi, sarebbe vita da poco non azzardare mai a metterci in gioco. Io sono qui seduto in questo istante senza tempo in cui tutto è ancora possibile o può finire in un momento, spero nei novant’anni, ma in ogni caso di quel che viene io son contento. 


7 La canzone per M.

francescorebora