Lampadine fulminate, giradischi stonati, lunghe ombre e un eterno tramonto. Un suono di legno e di corde quello degli Opez, malinconico, afoso, assetato; viaggiano nel vuoto da riempire, fatto di caldo, polvere e silenzio.

"Nel tempo in cui c'erano ancora gli artisti, prima che venisse scoperta la cura per guarirli, quando ancora i matrimoni si facevano solo in due, e l'abitudine l'aveva vinta sul libero arbitrio, io mi ritrovavo ad affrontate un periodo difficile sula fase vitale terrena, sentivo di non avere i mezzi per s superarla, come un'adolescenza ma in età avanzata.

Fra lo sforzo di ricerca di equilibrio interiore, e quello di tenere tarato ogni giorno il metro delle cose, cercavo di esplorare il mio inconscio per placare quella stressante sensazione di insoddisfazione, che non mi lasciava ormai da tempo e iniziava a non farmi dormire.

In quel periodo, tra le altre cose, ho scritto anche queste."

(Danilo Gentili nasce in Romagna da una famiglia di musicisti "non diplomati" e si divide fra fra un viaggio e l'altro fra la Romagna e la Toscana nascono un po' di idee)

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