Lou Quinse - Sunen a nosta moda

Lou Quinse literally means "The Fifteen" in the Francoprovençal dialect (the ancient language spoken in parts of the Piedmontese valleys -lower Susa Valley, Lanzo Valleys, Orco and Soana Valleys- and in Aosta Valley, and also in French Savoy and in French-speaking Switzerland). The band was born in 2006 in Barmes (Balme), a small village in Val d'Ala.
The meaning of the name does not stop there.
The Fifteen is also the number of the Devil in the tarot cards (its is the fifteenth card) and with this name the Devil is known and called in the French-provençal and Occitan valleys.
But Lou Quinse perfectly describes the kind of music played by the band: "devilish" heavy metal, which has always been followed by accusations of being satanic, meets a tradition which has never suffered dogma and impositions.
Music coming from the earth is therefore saved from oblivion by renovation, actualization, without losing its own proud roots (Sem Montanhòls), Occitan and French-provençal tunes find new life in the marriage, by some thought to be blasphemous, of traditional instruments (hurdy-gurdy, diatonic accordion, flutes), harmonious and melodic, with the distorted and destructive energy typical of metal, where guitars, bass and drums create a sonic wall able to receive a painting of traditional songs.
Thus, boureias, rigaudons and farandole, with their light-hearted and funny lyrics, which can also become melancholic and thoughtful, meet the darkness of black metal, the power of death metal and the speed of thrash metal in an organic musical experience which has very few, if any, precedents.

Letteralmente "Il Quindici" in patois francoprovenzale (l’antico dialetto di parte delle valli piemontesi -Bassa val di Susa, Valli di Lanzo, Valli Orco e Soana- e della Val d'Aosta, nonché della Savoia francese e di parte della Svizzera francofona), Lou Quinse nasce nel 2006 in quel di Barmes (Balme), un piccolo villaggio della val d'Ala.
Il significato del nome, però, non si ferma qui.
Il Quindici è, infatti, il numero del Diavolo nei tarocchi (è la quindicesima carta) che, proprio con quest’appellativo, è noto nelle vallate francoprovenzali ed occitane.
Ma Lou Quinse descrive anche perfettamente la musica proposta dalla band: il "diabolico" heavy metal, da sempre perseguitato da accuse di satanismo, incontra una tradizione che mai ha sopportato i dogmi e le imposizioni.
La musica della terra viene così salvata dall'oblio con il rinnovamento, ritornando ad essere attuale, senza però abbandonare le proprie orgogliose radici (Sem Montanhòls), i pezzi tradizionali occitani e francoprovenzali trovano nuova vita dal matrimonio, da qualcuno addirittura ritenuto blasfemo, tra strumenti della tradizione (ghironda, organetto e flauto), armoniosi e melodici, e la distorta energia distruttiva tipica del metal, dove chitarre basso e batteria creano un muro sonoro su cui vengono dipinte le tinte delle canzoni tradizionali.
Bourrée, rigaudon e farandole, dai toni scherzosi e allegri, ma anche malinconicamente riflessivi, incontrano l'oscurità del black metal, la potenza del death metal e la velocità del thrash metal in una proposta musicale organica che ha pochi precedenti, se non unica.

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