Prion

5-2-25 v2 (from ashes)

a track by Marco Lucchi reworked by Antonio de Braga

Antonio de Braga and Marco Lucchi - The Golden Eternity

ROTER STREUSSEL

waging peace



Disquiet Junto Project 0702: Chain of Applications

Dato che la musica rappresenta più spesso uno stato psichico/psichiatrico che un'interesse o passione, il viaggio esecutivo/formativo di gran parte dei musicisti (o aspiranti tali) si dipana attraverso varie fasi di interesse/sviluppo/ per vari oggetti/situazioni sonore, rendendole, periodicamente e ciclicamente, trappole categoriali imperanti.
E queste categorie musicali cambiano spesso per tempo e modelli, sempre alla ricerca di quel qualcosa dimenticato, tralasciato, negletto per mancanza di preciso interesse o superficialità.
Se per Schaffer c'è stato prima Parigi (1948) e poi Colonia (1950), comunque  le mie personali (come di molto altri) scelte/ossessioni si sono immediatamente rivolte alla Germania (in senso molto lato ed altricolato).
Dallo SMET degli anni 80 fino a questi ultimi tempi, il mio interesse per la musica elettronica (accademica e non) è risultato pressochè univoco, pur con diverse metodologie ed aree di applicazione. Però con un sostanziale cambiamento: l'abbandono graduale del sintetizzatore per un ritorno agli strumenti acustici classici e all'uso del campione/sound object (per dirla alla francese).
Quindi privilegiando una tecnica che si basa essenzialmente sul trattamento del suono ( in senso molto lato), non tanto sulla creazione dello stesso.
Il campione, puro o trattato, alla fine rimanda, almeno per la parte istituzionale/accademica idealmente a Parigi e al GRM e ai loro monumenti verbali. 
Tralasciando però la parte autocelebrativa e autoreferenziale della scuola francese, si aprono contemporaneamente nuovi canali di applicazione/ossessione: aprire all'infinito il campo semantico del suono e della composizione . 
Quindi accostare suoni e relativi ambienti chiusi/codificati, a volte anche con ironia o provocazioni barocche. E aprire contemporaneamente lo spazio sonoro, con le tecniche multicanali (Atmos, Ambisonics et...).

Riguardo al software: parlando di campioni e sound objects, ormai lo strumento per eccellenza è diventato il campionatore, possibilmente multitimbrico (4-8)/multicanale, in modo da costruire immediatamente un ambiente musicale ben definito. Questo campionatore deve avere anche la possibilità di scelta della velocità, del tempo e della quantità di suono da trattare.
Se anche multicanale (out), posso ulteriormente trattare i singoli suoni prodotti.
Quasi sempre il campionatore è abbinitato ad un looper (mini, micro, da 6-10 secondi in avanti). Quindi tape music, però senza forbici e colla. Anche qua per l'abuso della frase musicale.

Se voglio usare la tecnica multicanale per la riproduzione sonora, consiglio la  IEM Plug-in Suite (Graz) e SPARTA Spatial Audio Real-Time Applications (Aalto)

Come direbbe David Sylvian "The ghosts of my life blow wilder than before".

In ogni caso, sempre e comunque, alla musica viene risparmiata "l'onta" del significato (G. Manganelli, '80).

5-2-25 v2 (from ashes)

a simple end