Il Nuvolo Innamorato - Balletto in un atto unico di Oderigi Lusi.
Scena 13 - “Seifì il nero e il cardo ripresero il cammino a ritroso e giunsero presso il giardino di Aiscè. Smontato da cavallo Seifì sparse ovunque nel giardino le sabbie del Paese dell’Aridità. Tutti i fiori cominciarono a seccare. Intanto Aiscè, la colomba e il leprotto accorsero in giardino richiamati dalle voci pietose dei fiori che chiedevano di essere salvati. La fanciulla era agitata e confusa. Anche il Nuvolo era incapace di muovere un dito. La colomba volò presso di lui e lo implorò di fare qualcosa e fu così che il nuvolo iniziò a tramutarsi in pioggia e a sacrificarsi per Aiscè e il suo giardino. Seifì era furioso ma il cardo fu più astuto e svelto di lui. Aprì l’orcio con il vento che iniziò a frantumare il nuvolo in mille cuoricini. Ma la colomba riuscì a ricomporre con il suo becco i cuoricini in un unico grande cuore. Fu allora che il cardo si fece lanciare in aria da Seifì e azzannò il nuvolo iniziando a succhiarne il sangue. Ma la colomba lo frantumò con il suo becco in mille pezzi. Intanto il vento si andava calmando e la pioggia cominciò ad essere più fitta iniziando a rianimare i fiori. Intanto la colomba rincorse il vento e lo convinse a tornare indietro e a vendicarsi nei confronti di Seifì il nero che lo avevo usato in modo cosi ignobile. Detto fatto. Il vento tornò indietro e fece cadere Seifì in un burrone”.

Da un viaggio a Petra

Oderigi Lusi

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