Factory play Marley.  “No Woman No Cry – Jam Session 14 Ott 2024” by FACTORY (Mark III)

I FACTORY Mark III firmano una reinterpretazione cruda e spoglia di No Woman No Cry, registrata in presa diretta durante una jam session del 14 ottobre 2024. Niente reggae, niente cori, niente orpelli: solo il cuore nudo del brano, filtrato attraverso il linguaggio essenziale del gruppo.
Antonio Miscali presta la sua voce calda e sofferta, lasciando emergere un’intensità autentica e vissuta. Alla chitarra, Sergio Virdis costruisce un arpeggio asciutto e rispettoso, mentre l’organo Hammond di Silvio Vinci accompagna con regolarità ma discrezione, quasi a sostenere emotivamente ogni verso. La sezione ritmica è solida ma contenuta: Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria mantengono il respiro della ballad senza mai strafare.
Una versione “nuda”, onesta, che non cerca l’effetto ma la verità. Un omaggio rispettoso a Bob Marley, fatto con il linguaggio dei FACTORY: quello delle sale prove, del sudore, della jam notturna.

No Woman No Cry - 14 ott 2024- remastered

“Delta Lady” (studio session 19 set 2024) – by FACTORY Mark III

I Factory -Mark III -registrano live in sala prove , una versione vibrante e muscolare di Delta Lady, omaggio accorato al classico soul-rock reso celebre da Joe Cocker. Registrata il 19 settembre 2024, questa take mantiene l’energia viscerale dell’originale ma ne accentua l’impatto elettrico: chitarre più taglienti, sezione ritmica più incalzante e un piano  che ruggisce e avvolge con gusto psichedelico.
La voce di Antonio Miscali è aspra e ruvida al punto giusto, perfettamente in equilibrio tra pathos e controllo. Sergio Virdis alla chitarra elettrica alterna riff sporchi e soli nervosi, con un’impronta più rock rispetto all’impostazione soul di Leon Russell. Silvio Vinci scolpisce con un martellante pianoforte, fraseggi vintage e profondi, mentre la sezione ritmica formata da Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria tiene un groove serrato, da roadhouse sudista.
Una Delta Lady meno ballata e più strada, più elettrica e meno gospel, in linea con lo stile roccioso e dilatato della Mark III. Un altro tassello che conferma la capacità dei Factory di rielaborare i classici con rispetto e originalità.

Delta Lady (by factory 19-9-24)- remastered

FACTORY (Mark I) – Almost Cut My Hair (Live Version)

I FACTORY (Mark I) rileggono Almost Cut My Hair di David Crosby con un piglio radicalmente diverso rispetto alla versione originale incisa dai CSN&Y su Déjà Vu. Se l’originale era un inno sofferto alla libertà individuale, intriso di pathos e chitarre incrociate, la versione dei FACTORY vira verso un’intensità nevrotica, quasi elettrica, mantenendo il grido libertario ma caricandolo di una tensione più urbana e instabile.
La chitarra di Davide Spanu è tagliente, nervosa, costruisce e disfa con continui contrasti dinamici, mentre Silvio Vinci si prende il carico emotivo e strutturale che nell’originale era distribuito su più mani: alterna piano elettrico e organo Hammond in una tessitura mai ornamentale, ma sempre incisiva, quasi febbrile. La sezione ritmica di Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria tiene tutto in piedi con una solidità che non è mai statica, ma sempre pronta a spingere o rallentare a seconda delle fughe emotive del brano.

Una versione decisamente più rock, urbana e cruda, che pur perdendo l’intreccio vocale e chitarristico del quartetto originario, guadagna in urgenza espressiva, grazie al talento del vocalist Fabrizio Cherubini, con la sua interpretazione viscerale e aggressiva. È un Almost Cut My Hair che non guarda al passato, ma scava nel presente. E lo fa con classe.

Almost Cut My hair (by Factory -live Sept.2017)- remastered 2025

FACTORY (Mark I) – GIORNI (Live 2017)
Ballata scritta da Fabrizio Cherubini

Registrata dal vivo nell’estate del 2017 a Porto Torres, Giorni è una delle vette espressive più alte mai toccate dai FACTORY (Mark I). Scritta da Fabrizio Cherubini, questa ballata si impone fin dai primi accordi con una melodia strepitosa, ipnotica e lirica, capace di entrare sotto pelle e restare impressa come una cicatrice dolceamara.

Il brano è intenso e sofferto, profondamente poetico: ogni nota è carica di emozione e sembra raccontare qualcosa che sfugge alle parole. La chitarra elettrica, acida e lancinante, fende l’aria con una forza emotiva rara, mentre l’organo Hammond aleggia sul tutto come una preghiera vintage, rievocando i fasti delle grandi ballate anni ’60 e ’70.

La sezione ritmica, ridotta all’essenziale, è un esempio di misura e intelligenza musicale: minimale ma perfetta, lascia spazio al respiro del pezzo senza mai tradirne l’anima.

Giorni è una perla nel repertorio dei FACTORY: una canzone senza tempo, struggente e autentica, da ascoltare in silenzio e a occhi chiusi, lasciandosi trasportare dove solo la grande musica sa portare.

Giorni (Live-2017)- remaster 2025

“Ohio (Live 2017)” by FACTORY (Mark I)

La cover di Ohio dei Crosby, Stills, Nash & Young, registrata dal vivo nel 2017 dai FACTORY (Mark I), è un tuffo elettrico nella rabbia e nella coscienza collettiva. Il brano, già di per sé carico di significato storico e politico, trova in questa versione una nuova linfa, psichedelica e viscerale.

A colpire sin dalle prime battute è la chitarra acida e tagliente di Davide, che squarcia l’aria con un tono quasi rabbioso, riverberando l’urgenza e la disperazione del testo originale. Il groove è nervoso, serrato, ma lascia spazio a improvvisazioni dilatate che ricordano le jam session di fine anni ’60. La voce di Fabrizio Cherubini, più ruvida e bluesy rispetto all’originale, conferisce alla versione una carica emotiva personale e intensa.
Sul palco, l’Hammond di Silvio Vinci tesse tappeti sonori ipnotici, mentre basso e batteria mantengono un andamento pulsante, solido ma fluido, come si addice a una band ben rodata nei live.
Questa Ohio non è solo una cover: è una dichiarazione d’intenti, un tributo potente che suona ancora attuale. E soprattutto, è un esempio perfetto della forza del Mark I dei FACTORY: visione, energia, libertà.

Ohio (Live 2017)- remastered 2025

FACTORY (Mark I) – Season of the Witch (Live 2017)

Registrata dal vivo a Porto Torres nell’estate del 2017, questa versione di Season of the Witch rappresenta uno dei momenti più alti della fase psichedelica dei FACTORY (Mark I). Il brano – già carico di mistero nella sua versione originale – viene qui dilatato, destrutturato e ricomposto in una chiave che fonde il cosmic rock tedesco (alla Amon Düül II o primi Can) con la psichedelia californiana oscura e lisergica dei Doors.

Al centro della scena, la voce magnetica e teatrale di Fabrizio Cherubini, capace di alternare sussurri evocativi e grida allucinate, dialoga in modo fluido con le trame sonore che la circondano. Davide Spanu tesse linee di chitarra acida e visionaria, mentre Silvio Vinci al Hammond costruisce muri di suono ipnotici, pulsanti e spirituali.
La sezione ritmica, solida e minimalista (Chris Pain al basso, Luca Monaco alla batteria), lascia ampio spazio alla dilatazione temporale: il brano respira, si espande, si ritrae, come un organismo vivo.
Più che una semplice cover, Season of the Witch nella rilettura dei FACTORY è una seduta musicale psicomagica, una cavalcata visionaria capace di evocare streghe, pianeti lontani, deserti interiori e città allucinate.
Un’esperienza sonora che lascia il segno.

season of the witch

Season Of The Witch (Live 2017) -remastering 2025

 “Pump It Up!” (Live 2017) by FACTORY (Mark I)
Registrata dal vivo al Beat 61 – Porto Torres, estate 2017

Nella bollente estate del 2017, sul palco del Beat 61 di Porto Torres, i FACTORY (Mark I) rivisitano Pump It Up! di Elvis Costello con un’attitudine garage rock rabbiosa e serrata, dando nuova linfa al brano con una rilettura ruvida e pulsante.
Fabrizio Cherubini canta con grinta graffiante, al limite tra soul e punk, sostenuto da una sezione ritmica instancabile con Luca Monaco alla batteria – secca e incalzante – e soprattutto Chris Pain al basso, primo fautore dell’idea di reinterpretare il pezzo: è lui a dettare l’andatura nervosa e sincopata che trascina tutto il brano.
Davide Spanu alla chitarra incide riff sporchi e taglienti, con un suono saturo che sembra arrivare direttamente da un garage londinese del ’77, mentre Silvio Vinci colora il tutto con il suono acidulo e vintage del Vox Continental, regalando sfumature tra psych e beat britannico.
Il risultato è una Pump It Up! lontana dalle atmosfere più composte dell’originale: una versione grezza, viscerale, quasi punk, ma perfettamente controllata nella sua furia, che riflette lo spirito libero e spigoloso dei FACTORY nella loro prima incarnazione.
Un live da ricordare.

Pump It Up (Live 2017)-Remastered 2025

“Golden Slumbers (Live @ Bistrot 2019)” by FACTORY (Mark I)
Sassari, inverno 2019 – L’ultimo concerto della prima formazione

Nel suggestivo contesto del Bistrot di Sassari, durante una fredda serata dell’inverno 2019, i FACTORY (Mark I) salutavano il pubblico con un’esecuzione intensa e carica di emozione: Golden Slumbers, omaggio sentito ai Beatles, eseguito con devozione quasi liturgica e una cura estrema nel rispetto dell’originale.

Fabrizio Cherubini, con una voce emozionata e profonda, ha saputo cogliere la malinconia e la dolcezza del brano, sostenuto da un accompagnamento impeccabile: Silvio Vinci alterna il piano a un mellotron sognante, tessendo atmosfere soffuse e celestiali, mentre Luca Monaco, attento alla lezione di Ringo Starr, dosa con eleganza ogni colpo di batteria, in punta di pennello.
Chris Pain al basso costruisce un sostegno armonico morbido ma solido, essenziale alla resa complessiva, e come nota speciale, l’ospite Giorgio Sale alla chitarra regala un intervento superbo, dal suono inconfondibile della magica Gibson Les Paul i, che accarezza e amplifica l’emotività del pezzo.
È una versione misurata, intima, che non cerca virtuosismi ma va dritta al cuore: una vera lettera d’amore ai Beatles. Un congedo perfetto per la prima incarnazione dei FACTORY, che quella notte al Bistrot chiudeva il suo ultimo atto con delicatezza, classe e infinita passione.

Golden Slumbers (Live @Bistrot 2019)- remastered 2025

 “Don’t Let Me Down (Live @ Bistrot 2019)” by FACTORY (Mark I)
Un omaggio viscerale e pieno d’anima ai Beatles, nel cuore del underground sassarese.

I FACTORY (Mark I) rendono omaggio ai Beatles con una versione intensa e sentita di Don’t Let Me Down, eseguita dal vivo nel 2019 in un Bar Bistrot gremito, caldo, vibrante di musica e partecipazione.
La voce di Fabrizio Cherubini si muove su territori profondi, quasi imploranti, restituendo tutta la fragilità e la forza emotiva della versione lennoniana. Alla chitarra, ospite d’eccezione Giorgio Sale costruisce un fraseggio appassionato, elegante e al tempo stesso ruvido, con un suono pieno e rotondo che dà corpo all’intero arrangiamento.
Silvio Vinci alterna con maestria il timbro elettrico e caldo del Wurlitzer con la maestosità vibrante dell’Hammond, creando un tappeto armonico che oscilla tra soul, psych e gospel urbano, mentre la sezione ritmica con Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria tiene insieme tutto con groove rotondo e sottile raffinatezza.
È una versione che non vuole stupire con virtuosismi, ma tocca corde profonde, sincera e rispettosa, eppure piena della personalità della band. Un ultimo sussurro collettivo della Mark I, che non ha mai suonato così vicina al cuore del pubblico come in quella notte.

Don't Let Me Down (Live @Bistrot 2019)-Remastered 2025

 “Love the One You’re With (Live @ Beat61 2017)” by FACTORY (Mark I)
Una versione elettrica, grintosa, e pienamente Factory

I FACTORY (Mark I) rileggono Love the One You’re With di Stephen Stills spogliandola delle morbidezze californiane dell’originale e portandola su un terreno decisamente più elettrico, asciutto e rock. Registrata dal vivo nel 2017 al Beat61, la versione della band è una dichiarazione d’intenti: niente fronzoli, solo groove, energia e presenza scenica.
Fabrizio Cherubini, alla voce, canta con piglio deciso e coinvolgente, trasformando la serenità west-coast in una sorta di mantra ritmico e urbano. La chitarra di Davide Spanu è protagonista assoluta: riff graffianti, dinamiche vive, e un suono sporco quanto basta, che traghetta il brano verso territori garage e soul-rock.
Chris Pain al basso costruisce una linea portante pulsante, essenziale ma potente, mentre Luca Monaco alla batteria lavora con precisione e groove, spingendo senza mai strafare. A dare profondità e colore c’è Silvio Vinci all’Hammond, che regala momenti di vibrazione psichedelica e toni gospel, in perfetta sintonia con lo spirito degli anni ’60.
Il risultato è una versione più terrena, diretta e “stradale” del brano: meno eterea, più concreta, ma piena di anima e forza collettiva. Un pezzo che, in questa veste, sembra scritto apposta per i FACTORY.

Love The One You're With (Live @Beat61 2017)-remastered 2025

tastierista 
1988-92- HIGHWAY 69
1993-96- MEDICINE MEN
1995-96- AMANITA 
1999-2000- MONEDA
2001-2002- KOSMEN
2006-2012- RAILROAD BLUES BAND
2012- COSMICK CHARLIE
dal 2013- FACTORY

Almost Cut My hair (by Factory -live Sept.2017)- remastered 2025

Silvio Vinci

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