Name: Pugni Chiusi (by Factory 13-11-23) (remastered version) by Silvio Vinci
Duration: 2 min 53 s
Description: Factory play "I Ribelli"... con Giuliano Dettori (voce), Davide Spanu (chitarra), Silvio Vinci (organo), Chris Pain (basso) , Luca Monaco (batteria)

Factory play "I Ribelli"... con Giuliano Dettori (voce), Davide Spanu (chitarra), Silvio Vinci (organo), Chris Pain (basso) , Luca Monaco (batteria)

Pugni Chiusi (by Factory 13-11-23) (remastered version)

 “Don’t Let Me Down (Live @ Bistrot 2019)” by FACTORY (Mark I)
Un omaggio viscerale e pieno d’anima ai Beatles, nel cuore del underground sassarese.

I FACTORY (Mark I) rendono omaggio ai Beatles con una versione intensa e sentita di Don’t Let Me Down, eseguita dal vivo nel 2019 in un Bar Bistrot gremito, caldo, vibrante di musica e partecipazione.
La voce di Fabrizio Cherubini si muove su territori profondi, quasi imploranti, restituendo tutta la fragilità e la forza emotiva della versione lennoniana. Alla chitarra, ospite d’eccezione Giorgio Sale costruisce un fraseggio appassionato, elegante e al tempo stesso ruvido, con un suono pieno e rotondo che dà corpo all’intero arrangiamento.
Silvio Vinci alterna con maestria il timbro elettrico e caldo del Wurlitzer con la maestosità vibrante dell’Hammond, creando un tappeto armonico che oscilla tra soul, psych e gospel urbano, mentre la sezione ritmica con Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria tiene insieme tutto con groove rotondo e sottile raffinatezza.
È una versione che non vuole stupire con virtuosismi, ma tocca corde profonde, sincera e rispettosa, eppure piena della personalità della band. Un ultimo sussurro collettivo della Mark I, che non ha mai suonato così vicina al cuore del pubblico come in quella notte.

Don't Let Me Down (Live @Bistrot 2019)-Remastered 2025

 “Love the One You’re With (Live @ Beat61 2017)” by FACTORY (Mark I)
Una versione elettrica, grintosa, e pienamente Factory

I FACTORY (Mark I) rileggono Love the One You’re With di Stephen Stills spogliandola delle morbidezze californiane dell’originale e portandola su un terreno decisamente più elettrico, asciutto e rock. Registrata dal vivo nel 2017 al Beat61, la versione della band è una dichiarazione d’intenti: niente fronzoli, solo groove, energia e presenza scenica.
Fabrizio Cherubini, alla voce, canta con piglio deciso e coinvolgente, trasformando la serenità west-coast in una sorta di mantra ritmico e urbano. La chitarra di Davide Spanu è protagonista assoluta: riff graffianti, dinamiche vive, e un suono sporco quanto basta, che traghetta il brano verso territori garage e soul-rock.
Chris Pain al basso costruisce una linea portante pulsante, essenziale ma potente, mentre Luca Monaco alla batteria lavora con precisione e groove, spingendo senza mai strafare. A dare profondità e colore c’è Silvio Vinci all’Hammond, che regala momenti di vibrazione psichedelica e toni gospel, in perfetta sintonia con lo spirito degli anni ’60.
Il risultato è una versione più terrena, diretta e “stradale” del brano: meno eterea, più concreta, ma piena di anima e forza collettiva. Un pezzo che, in questa veste, sembra scritto apposta per i FACTORY.

Love The One You're With (Live @Beat61 2017)-remastered 2025

“Cold Turkey (Live @ Bistrot 2019)” by FACTORY (Mark I)
Un viaggio psichedelico nel dolore, tra improvvisazione e trance elettrica

I FACTORY (Mark I) affrontano Cold Turkey di John Lennon con il rispetto che si deve a un brano leggendario, ma anche con l’ambizione di farlo proprio, trasformandolo in un’esperienza sonora dilatata, ipnotica, lisergica.
Dal vivo al Pub Bistrot di Sassari, nel 2019, la band esplora le pieghe più cupe e allucinate del brano, lasciando che siano le dilatazioni strumentali a guidare l’ascoltatore lungo un viaggio disturbante ma affascinante, fedele al tormento originale ma reinterpretato con spirito acid rock.
La voce di Fabrizio Cherubini è tesa, graffiata, quasi implorante, mentre Giorgio Sale (special guest) alla chitarra, costruisce paesaggi sonori fatti di feedback e delay , muovendosi tra riff ossessivi e improvvise esplosioni sonore. Chris Pain al basso mantiene una linea profonda, pulsante, quasi tribale, che sostiene l’intera architettura del pezzo, mentre Luca Monaco alla batteria lavora con dinamiche fluide, alternando minimalismo e pienezza espressiva.
Ma è Silvio Vinci, tra organo Hammond e Piano Rhodes coi suoi riverberi psicotropi, a suggellare il tutto, avvolgendo il brano in una coltre acida e spettrale, quasi da bad trip.
Questa Cold Turkey è più di una cover: è una discesa negli inferi del suono, un rituale notturno che trasforma il dolore in energia cosmica, tra silenzi tesi e deflagrazioni improvvise. Un perfetto congedo psichedelico per la Mark I.

Cold Turkey (Live @Bistrot Sassari -2019)-remastered 2025

“Impressioni di Settembre (Live @ Bistrot 2019)” by FACTORY (Mark I)
Un addio struggente e magnifico. Il testamento sonoro della Mark I.

Nel novembre del 2019, sul palco caldo e raccolto del Bistrot di Sassari, i FACTORY (Mark I) salutavano per l’ultima volta il pubblico con una versione intensa e magica di Impressioni di Settembre, capolavoro senza tempo della PFM. Un brano difficile, evocativo, ma che la band affronta con rispetto e al tempo stesso con una propria poetica sonora, sospesa tra fedeltà e improvvisazione.
Fabrizio Cherubini canta con voce sussurrata, malinconica, trattenuta, perfettamente in linea con lo spirito autunnale e contemplativo del brano. Intorno a lui si muove un arrangiamento raffinato e potente: Giorgio Sale alla chitarra disegna arpeggi di sostegno limpidi e precisi, lasciando spazio e profondità alla protagonista assoluta del pezzo, la tastiera.
Silvio Vinci, infatti, domina la scena sonora con un doppio intervento monumentale: il Mellotron che colora l’intro e i passaggi più eterei, e soprattutto il Moog che, con il suo fraseggio potente e rotondo, plasma l’inciso come un’onda che cresce e travolge. Il tutto culmina in un solo finale di Moog che lascia senza fiato: lirico, viscerale, pienamente progressive.
Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria si muovono con eleganza e misura, morbidi e precisi, costruendo una base pulita e rilassata che sostiene e amplifica le dinamiche del brano.
Il pubblico, rapito e poi in delirio, accompagna ogni passaggio con un rispetto quasi religioso, per poi esplodere in un applauso collettivo liberatorio. Un’esecuzione che resta impressa nella memoria, ultimo canto di una stagione irripetibile, quella della Mark I dei FACTORY.

Impressioni di settembre (Live 2019)-remastered 2025

 “You Do Something To Me (Live 2019)” by FACTORY (Mark I)
Un momento di grazia mod soul al Bistrot di Sassari

Nel cuore dell’inverno 2019, al Bistrot di Sassari, i FACTORY (Mark I) regalarono al pubblico una versione intensa, elegante e profondamente emotiva di You Do Something To Me, celebre ballata soul di Paul Weller. Una performance sospesa tra malinconia e raffinatezza, che ha saputo raccogliere l’anima mod britannica e rivestirla di colori caldi, mediterranei, profondamente umani.
Giorgio Sale -special guest- alla chitarra, cesella ogni fraseggio con misura e sensibilità, creando un tappeto armonico delicato ma presente, perfettamente complementare alla voce intima di Fabrizio Cherubini, che canta con sincerità e rispetto, senza mai strafare.
Il suono si arricchisce delle pennellate vintage di Silvio Vinci, che alterna il piano  e l’Hammond con naturalezza, creando un’atmosfera soul da club londinese anni ’70. I suoi accordi sospesi e il tocco caldo contribuiscono in maniera decisiva all’intensità dell’arrangiamento.
Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria si muovono su una dinamica dolce, rilassata, ma sempre espressiva, lasciando ampio respiro ai crescendo emozionali del brano.
Questa esecuzione live non è solo una cover: è una confessione collettiva, un sussurro intimo condiviso tra palco e pubblico, che in quel momento ha capito di assistere a uno degli ultimi atti di una formazione irripetibile.

You Do Something To Me (Live @Bistrot Sassari 2019)- Remastered

 “Getting in Tune (Live @ Falò – 30 Sett. 2017)” by FACTORY (Mark I)
Un’esplosione di energia pura, tra cavalcate sonore e urla liberatorie

Sul palco del Falò, in una notte elettrica del settembre 2017, i FACTORY (Mark I) affrontano Getting in Tune degli Who con la consapevolezza di chi sa di stare per suonare un brano monumentale — e lo fanno senza alcun timore reverenziale, trasformandolo in un momento di furia e bellezza collettiva.
Davide Spanu alla chitarra apre con riff densi e precisi, seguendo la linea originale di Townshend ma spingendola verso un tono più ruvido, quasi garage. Il suono è tagliente, compatto, ma sempre dinamico. A fare esplodere tutto è Silvio Vinci, che al pianoforte martella le armonie con forza crescente, fino a scatenare un solo incalzante, vertiginoso, che travolge l’intera band: una cavalcata sonora senza freni, in cui ogni musicista si lancia a ruota, compattando il groove come un treno in corsa.
Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria pestano con potenza e precisione, creando un muro ritmico solido e sporco, perfetto per sostenere l’onda d’urto lanciata dal piano e dalla voce.
Ed è proprio la voce di Fabrizio Cherubini a sorprendere: urla a squarciagola, lotta con le dinamiche vertiginose del brano, ne esalta i momenti più lirici e si tuffa nei più drammatici, personalizzando una linea vocale tra le più difficili del repertorio rock inglese, con coraggio e intensità.

Questa versione di Getting in Tune non è una semplice cover: è una scarica di adrenalina, una jam teatrale e viscerale, in cui i FACTORY mostrano tutta la loro identità. Una delle vette assolute della loro stagione live del 2017.

Getting In Tune (Live @Falò -sept 2017)- Remastered 2015

 “Cinnamon Girl (Live @ Falò – Giugno 2017)” by FACTORY (Mark I)
Un inno elettrico e sincero sotto il cielo di Porto Torres

Nel giugno del 2017, al Falò di Porto Torres, i FACTORY (Mark I) si presentarono in formazione completa e al massimo dello splendore, pronti a regalare una versione personale e vibrante del classico di Neil Young, Cinnamon Girl. Quella che ne uscì fu una cover ruvida, viscerale, piena di tensione emotiva, ma anche di equilibrio musicale, dove ogni membro della band sembrava sapere esattamente quando osare e quando trattenersi.
Fabrizio Cherubini, timido alla voce ma capace di regalare un’interpretazione intensa e malinconica, ha rispettato lo spirito dell’originale senza mai imitarlo, lasciando trasparire una fragilità sincera, umana. A far vibrare il pezzo nel profondo è Davide Spanu alla chitarra, con un suono saturo, caldo, preciso, che costruisce l’ossatura elettrica del brano e ne esalta le dinamiche più ruvide.
Luca Monaco e Chris Pain alla batteria e al basso spingono forte, creando un groove compatto, nervoso ma solido, che tiene il brano costantemente in tensione e allo stesso tempo lo fa correre, come una cavalcata attraverso le polverose strade della West Coast.
Silvio Vinci, con il suo Hammond denso e vibrante, prova a colorare il tutto con venature psichedeliche e soul, ed il risultato finale è come se la "Cinnamon Girl" evocata da Neil Young prendesse vita nel cuore della Sardegna con un vestito nuovo, fatto di vento caldo e fiori elettrici.
Un’esecuzione che ha racchiuso tutta l’anima della Mark I: cruda, poetica, piena di cuore e amplificatori accesi. Uno dei momenti più memorabili del 2017 firmato FACTORY.

Cinnamon Girl (live @Falò -Jun 2017)-Remastered 2025

“Whipping Post (Live @ Falò – Giugno 2017)” by FACTORY (Mark I)
Psichedelia selvaggia e southern blues in una versione da togliere il fiato

Durante il leggendario live al Falò di Porto Torres, nel giugno 2017, i FACTORY (Mark I) decisero di affrontare una delle vette più ardite del southern rock: Whipping Post degli Allman Brothers Band. E lo fecero con un’intensità devastante, trasformando il brano in un’esperienza sonora totale, tra visioni psichedeliche e sudore blues del profondo Sud.
Fin dalle prime battute, è chiaro che il basso di Chris Pain non è semplice accompagnamento: è un’onda portante, avvolgente e ipnotica, che sorregge l’intero brano con una presenza quasi fisica. Luca Monaco alla batteria non lascia tregua: pestato, sincopato, travolgente, guida la marcia come un tamburo di guerra, costante e spietato.
Ma è Davide Spanu a prendersi la scena con un lavoro chitarristico monumentale: da solo riesce a evocare le parti intrecciate di Duane Allman e Dickey Betts, alternando slide e fraseggi melodici con una padronanza impressionante. La sua chitarra urla, piange, duella con se stessa, e porta la band in territori mistici e selvaggi.
Silvio Vinci all’Hammond aggiunge magia e visione: le sue note favoleggiano, danzano, si intrecciano con la chitarra e la sezione ritmica in un crescendo psichedelico che sembra venire direttamente dal Fillmore East del ’71.
Fabrizio Cherubini, con la sua voce appassionata, sofferta e sincera, dà voce al tormento del testo con la solita, inconfondibile energia. Non imita, interpreta. Non si contiene, si lascia andare.

Il risultato? Una Whipping Post infuocata, lisergica, da brividi, in cui la psichedelia più acida si fonde con il southern blues più viscerale. Una delle vette assolute nella storia live dei FACTORY. Un’esecuzione che non si dimentica.

Whipping Post (Live @Falò -Jun 2017)- Remastered 2025

 “Credi nei sogni” (FACTORY – Mark I)

“Credi nei sogni” è una ballad psichedelica sognante e dilatata, una composizione originale firmata da Fabrizio Cherubini, in cui i FACTORY – nella loro formazione Mark I – toccano uno dei vertici emotivi e visionari della loro produzione.

Il brano è un vero viaggio astrale, sospeso tra le armonie solari dei Byrds, i riverberi lisergici dei Grateful Dead e le spirali cosmiche dei Pink Floyd di Live at Pompeii, con echi profondi dei Quicksilver Messenger Service. La voce di Cherubini guida con passione e delicatezza, mentre la band si apre in un flusso continuo, senza forzature, fluido e ipnotico.
Davide Spanu è assolutamente straordinario: il suo fraseggio ritmico, preciso ma mai rigido, sorregge l’intero sviluppo del brano, mentre i suoi assoli dilatati esplodono in aperture siderali, richiamando le fughe cosmiche di David Gilmour più ispirato.
Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria non si limitano ad accompagnare: viaggiano nello spazio, respirano insieme e costruiscono un groove che ondeggia come un’onda lunga, profonda e morbida. E poi Silvio Vinci, architetto sonoro: cesella trame con il Wurlitzer, sporcandole di malinconia e dolcezza, fino a scatenare un assolo d’organo Hammond che è pura psichedelia liquida, una colata lisergica che chiude il brano lasciando l’ascoltatore sospeso.
Con Credi nei sogni, i FACTORY si confermano al massimo della loro ispirazione visionaria: una band che sa costruire atmosfere, evocare mondi e, soprattutto, farci credere che sognare – in musica – sia ancora possibile.

Credi Nei Sogni (Live @Falò- jun 2017)-Remastered

 “The Night They Drove Old Dixie Down” (FACTORY – Mark I, Live @ Falò, giugno 2017)

In una calda e magica serata di giugno del 2017, sulle rive di Porto Torres, i FACTORY – Mark I – regalano una versione intensa e profondamente vissuta di “The Night They Drove Old Dixie Down”, immortale ballata firmata da The Band. Ma qui la dolente malinconia dell’originale si trasforma in una carica rock vibrante e muscolare, che riporta il pezzo a nuove latitudini emotive.
Silvio Vinci apre la strada con il suo pianoforte deciso e strutturale, costruendo l’impalcatura ritmica e melodica su cui poggia l’intera esecuzione. Il suono è caldo, tondo, eppure energico, capace di trasportare l’ascoltatore tra le polverose strade del Sud americano con uno spirito tutto mediterraneo.
Davide Spanu irrompe con le sue chitarre ruvide, rinforzando i ritornelli e donando al pezzo un’impronta quasi Springsteeniana, mentre la sezione ritmica – Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria – è rocciosa, quadrata, in perfetta sincronia, come un motore a combustione lenta ma inarrestabile.
Al centro della scena, Fabrizio Cherubini dà voce al dolore, alla rabbia e alla dignità ferita della Dixie con un piglio aggressivo e sentito, come se ogni parola fosse un macigno da scolpire nel fuoco della memoria. La sua voce graffia, vibra, si spezza e poi si rialza, restituendo al brano una nuova vita, viscerale e potente.
Quella sera al Falò, i FACTORY non hanno semplicemente suonato una cover: hanno reso omaggio alla storia, trasformandola in un grido moderno, pieno di orgoglio e passione. Un’esibizione che ancora oggi riecheggia tra le onde del Golfo dell’Asinara.

The Night They Drove Old Dixie Down (LIve @Falò -Jun 2017) -REMASTER 2025

tastierista 
1988-92- HIGHWAY 69
1993-96- MEDICINE MEN
1995-96- AMANITA 
1999-2000- MONEDA
2001-2002- KOSMEN
2006-2012- RAILROAD BLUES BAND
2012- COSMICK CHARLIE
dal 2013- FACTORY

Pugni Chiusi (by Factory 13-11-23) (remastered version)

Silvio Vinci

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