Spoiler - Carmina

🌌 432 H – Total Recall to a Quantum Dimension

A sonic ritual by Collettivo Undersound

🌀 Conceived between Hong Kong and Kathmandu, this album is a quantum recall—a return to the paper-born visions of a producer wandering through Asia, collecting sounds, stories, and spirits. Each track is a field recording of memory, a fragment of local musicianship, deteriorated by time but resurrected by AI. The bass line, once buried, now pulses like a cosmic spine—constant, hypnotic, alive.

🎛️ The Sound A psychedelic shamanic journey through:

    🎸 Stop-box dobro riffs echoing through Himalayan passes

    🎹 Mystical piano chords like temple bells in neon fog

    🪕 Banjo plucks weaving with 🧞 soulful saxophone sighs

    🥁 Tribal drums and 🕹️ drum machine pulses in sacred sync

    🧬 432 Hz frequency vibrating through every note, every breath

🧿 The atmosphere blends:

    ⚡ Rock energy

    🍀 Celtic folk mysticism

    🪩 Soft techno textures Creating a trance-inducing environment that feels both ancient and futuristic, like a ritual remembered from a dream.

🧘‍♂️ Iconography of the Journey

Each track is a portal. Each icon a sigil.

    🧿 Bass Clef: The spine of the dimension

    🌀 Fractal Mandala: Quantum recursion

    🪕 Banjo: Folk memory

    🎷 Saxophone: Soul breath

    🥁 Drum: Ancestral heartbeat

    🧘 Meditating Figure: Sonic shaman

    🧬 Atom: AI resurrection

    🕉️ Om: Frequency ritual

    🪩 Drum Machine: Techno pulse

    🗺️ Map: Asia’s sonic cartography

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🌌 Présentation de l’album sur SoundCloud 🌌

✨ Vérités immergées dans le quantum temporel ✨ par Le groupe sorti de nulle part

🎶 Cet album est né comme une célébration de nos concerts et de nos amis français rencontrés au Festival de Sagarnaga. Il tisse des rythmes mystiques et des sonorités chamaniques, suivant le mouvement de l’onde musicale jusqu’à s’enraciner dans un reggae‑blues spirituel.

🔮 Même si les thèmes abordés semblent parfois matérialistes, la musique devient un portail qui traduit, codifie et archive les informations, révélant une vague de retour à la magie qui flottait déjà dans les années 1980.

📺 À une époque marquée par l’invasion sur Netflix des œuvres d’Anne Rice, longtemps occultées pour dissimuler nos vérités les plus anciennes, nous avons choisi de raviver la mémoire des ancêtres. Cet album leur est dédié, dans ces nuits courtes d’une année solaire qui a perdu le contact avec les cycles lunaires.

🌠 Le chant est simple : « Nous sommes perdus, dis‑nous où aller et nous suivrons ton étoile du matin. »

✨ Vérités immergées dans le quantum temporel ✨ par Le groupe sorti de nulle part

🎶 Questo disco nasce come celebrazione dei nostri concerti e degli amici francesi incontrati al Festival de Sagarnaga. È un viaggio che mescola ritmi mistici e sonorità sciamaniche, seguendo il movimento dell’onda musicale fino a radicarsi nel reggae‑blues più spirituale.

🔮 Nonostante i temi trattati siano spesso materialistici, la musica diventa un portale che traduce, codifica e archivia informazioni, restituendo un’ondata di ritorno alla magia che aleggiava negli anni ’80.

📺 In un’epoca segnata dall’invasione su Netflix delle opere di Anne Rice, forse a lungo occultate per nascondere verità più antiche, abbiamo scelto di rinverdire la memoria degli avi. Questo album è dedicato a loro, in queste notti corte di un anno solare che ha perso il contatto con i cicli lunari.

🌠 Il canto è semplice: “Siamo persi, dicci dove andare e seguiremo il tuo astro del mattino.”

Comme l’écho d’un cerf-volant

L’Architecture Fractale du Vide

Nekonfesebla

Il progetto Nekonfesebla — “l’indefinibile, ciò che non può essere confessato né incasellato” — nasce in un punto sospeso tra Vienna, Praga e un sogno che Luccio aveva fatto mesi prima e che, a quanto pare, non aveva ancora smesso di avverarsi.
Tutto inizia nel Museo dei Mappamondi e dell’Esperanto di Vienna, dentro una sala dove il silenzio ha la consistenza della polvere stellare. Luccio e il ragazzo viennese stavano fermi davanti al Globus Blaeu, il più antico e monumentale tra i globi, grande come il respiro di una balena addormentata.
Le sue superfici dorate riflettevano la luce come se dentro ci fosse ancora un sole privato, tutto suo.
Lì, davanti a quella sfera cosmica che sembrava ipnotizzarli, accade qualcosa che non era del tutto normale.
Il viennese e Luccio iniziano a parlare, ma non ricordano chi ha iniziato. Le parole escono in un miscuglio di italiano, tedesco, inglese, e poi — inspiegabilmente — qualche sillaba in esperanto, come se il globo stesso stesse suggerendo le frasi.
Le latitudini del mappamondo cominciano a vibrare.
Luccio giura di aver visto i continenti spostarsi leggermente, come se volessero danzare.
Il viennese dice che non c’era nessun movimento, ma riconosce di aver sentito un “hum” profondo, simile a un basso dubstep che risaliva dal pavimento.
Un delirio condiviso, o forse un’illuminazione.
È lì che nasce l’idea:
creare una band che non appartenga a un luogo, a un genere, a un’identità definita.
Una band indefinibile — nekonfesebla appunto — come il movimento impercettibile della crosta terrestre sul mappamondo.
Pochi giorni dopo, a Praga, si aggiunge un ragazzo ceco, incontrato quasi per sbaglio, come succede nelle visioni che fanno finta di essere coincidenze. Lavora con techno, dubstep, rumori di metropolitana e registrazioni di ponti metallici.
Quando sente parlare del progetto, dice soltanto: «Questa musica non deve imitare niente. Deve essere un’altra lingua».
Come l’esperanto.
Da quel momento i tre cominciano a produrre suoni che sembrano provenire da città che non esistono:
	•	batterie elettroniche che imitano il rumore dei tram viennesi;
	•	bassi dubstep che vibrano come l’acciaio della Moldava;
	•	chitarre distorte che sembrano suonate da spiriti insonni;
	•	voci filtrate in esperanto che parlano di sogni, strade, stelle e mappe che si muovono da sole.
La missione artistica diventa quasi mistica:
**Creare il suono che potrebbe parlare a tutti.
Il suono neutrale, universale.
Il suono che non appartiene a nessun luogo perché appartiene a tutti.
Il suono… Nekonfesebla.**
E così la band nasce:
	•	Luccio, il visionario, quello che ascolta le mappe e scrive testi come se fossero rivelazioni;
	•	Il Viennese, che ancora giura di non aver visto il globo muoversi, ma continua a sognarlo ogni notte;
	•	Il Praghese, che trasforma i rumori del mondo in bassi che sembrano venire direttamente dal nucleo terrestre.
Da allora, la musica di Nekonfesebla è un viaggio tra techno, dubstep, rock, tradizione e rumore puro:
una lingua che non esisteva ancora,
ma che stava solo aspettando che qualcuno la dicesse.

🎄🎅🏻🪅Feliz Navidad

🎄🎅🏻🪅Buon Natale

🎄🎅🏻🪅Feliz Natal

✨ Music is magic, and magic opens portals — to contact superior beings, the child living beyond good or bad, where the border between life and death is thin as ice on a spring–summer noon, melting slowly under the pressure of the earth.

🌊 Evaporating tears rise upside down — a vision, a shamanic dream in collective trance.

🔥 Key Lyrics

    “Boo, boo, LO — who’s gonna pray tonight?”

    “Don’t know which God is holding the dice, angels or demons — both laugh at the price.”

    “Pap nosso, nossobaba, nossa mama, Nena mama — set my spirit on fire.”

    “The mask cracks wide, I dance with shadows on the other side.”

🕯️ Our Ritual We need to get rid of sadness, to feel truly free, because we firmly believe that where fear lingers and sadness grips the air, there is no chemical compound able to recreate the energy of freedom.

👣 Ancestral Blues So we wrote a blues to summon our ancestors — my aunt, a descendant of the Cimbri. This is no AI bullshit; this is emotion translated into music, thanks to the production made with AI.

🌌 Collettivo Undersound We are the scribes of the register, memory rooted deep in the ground. And when you realize that the vapor rising from a puddle is the earth watering the sky — have you ever thought of that?

⚡ Final Call So live upside down, live sideways, live in the shadow, live in the air. But please, make an effort to really live your life. LOL.

🔥Boo 🔥Boo 🔥Loo 🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️

“Dishonest” is an emotional, hard-hitting track about finally seeing someone’s true colours. It blends a modern, moody vibe with honest storytelling — calling out lies, mixed signals, and fake love. The song builds from quiet frustration into a powerful release, capturing that moment when you decide you’re done being fooled.
It’s vulnerable, fierce, and relatable for anyone who’s been misled or let down by someone they trusted.

Dishonest

🎶 Collettivo Undersound – Daemon Blues 3.33
📼 Lo‑Fi as Ritual

We were born in lo‑fi, not by choice but by necessity. Every hiss, every crackle, every imperfect note became our breath. It was never just music — it was survival, a ritual of freedom.
💻 Underground Code

We worked underground with Linux open source, native Debian, dancing with Mac only until Lion, then automating the work to cut production costs. Every script, every bash line was a spell, every reduction a liberation.
🔮 Initiation Path

Our journey was an initiation: a mix of esoterism, bash poetry, hardcore music. A descent into the underworld, to learn that life dies in the cold, not in the boiling heat of time.
⚡ New Light

Today, with AI and vibe coding, our ritual finds new resonance. It is not only music, not only poetry, not only magic. It is depth of thought, root of being, a perception opening onto the universe.
🌌 Conclusion

Collettivo Undersound is not a band, not a project. It is a daemon blues transmission, a ritual of lo‑fi freedom, broadcast every night at 3.33.


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## 🇮🇹 Introduzione (Italiano)

🎛️ **Siamo SGLL666**  
Collettivo undersound di hacker, musicisti e spiriti liberi.  
Usiamo l’AI, ma non ci facciamo usare.  
Produciamo musica, la puliamo, la sigilliamo, la archiviamo.  
Abbiamo creato un sistema che elimina i metadati compromettenti, firma ogni traccia con un codice ritmico, e restituisce all’artista il controllo sul proprio suono.  
Non vendiamo l’AI. La suoniamo.  
Se sei qui, forse vibri come noi.

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## 🇬🇧 Introduction (English)

🎛️ **We are SGLL666**  
An undersound collective of hackers, musicians, and free spirits.  
We use AI, but we don’t let it use us.  
We produce music, clean it, seal it, and archive it.  
We’ve built a system that removes compromising metadata, signs each track with a rhythmic code, and gives artists back control of their sound.  
We don’t sell AI. We play it.  
If you’re here, maybe you vibrate like we do.

🔥Boo 🔥Boo 🔥Loo 🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️

Undersound Label