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Andrea Vecchio aka SanthiAgo inizia la sua carriera di musicista con una formazione classica al conservatorio studiando uno strumento romantico e delicato: l'oboe.
Vince un concorso per suonare nell'orchestra giovanile di Bari ma la curiosità impaziente del giovane musicista lo porta a studiare e a sperimentare nuovi generi. 
Andrea è attratto dalla musica underground e dalle nuove tecnologie per la produzione della musica elettronica. 
Inizia un nuovo percorso che lo entusiasma e lo stimola diventando prima tecnico del suono e successivamente Sound Designer lanciandosi nell'approfondimento stilistico del proprio suono utilizzando Ableton Live e strumentazione varia come Tenori-On, Korg Koassillator e vari controller. 
In questo clima di sperimentazione nascono i primi lavori di SanthiAgo e in poco tempo iniziano collaborazioni e produzioni sempre più elaborate. Partecipa all' Homework Festival, realizza installazioni audio/video per spettacoli di danza contemporanea, firma le colonne sonore per alcuni cortometraggi, documentari e videopromo. 
SanthiAgo inizia a suonare in alcuni club bolognesi come il Kindergarten e il Cassero e il suo talento lo porta a suonare in moltissimi club e festival anche all' estero. 
Recentemente partecipa al Sonazone Festival di Ariano Irpino e alla Street Parade di Zurigo suonando nelle Collateral Zone. 
Attualmente è fondatore del progetto Electric Lorem: progetto di musica elettronica dedicato al mondo delle label e artisti emergenti che si sviluppa in un programma radiofonico su Radio Città del Capo e nell'organizzazione di eventi dove la musica elettronica si fonde con l'arte nelle sue più svariate forme.

« Le Bonk ? J’ai sauté partout pendant plus d’une heure… J’étais déchaînée » Yvonne, 77 ans

Incapables de s’entendre sur une playlist de soirée, fatigués de se mettre sur la gueule au moment de régler la radio, cinq colocataires aux goûts musicaux très différents décident de créer Le Bonk, pionnier de l’Electro-Brass, bâtard hasardeux issu d’un coït dégénéré entre l’agressivité de la toute-puissante Techno des free party, la virtuosité virile du Balkan kitch, le cri enragé et souffreteux du Jazz New-Orleans et la nonchalance sexuello-sexuelle du groove latino. Cette chimère musicale a pour dessein d’être comprise et aimée systématiquement de l’humanité entière.

Jailli du bouillon populaire des cultures de la rue, émanation de l’internationale des ghettos de la Terre, Le Bonk veut produire un son efficace et explosif sur scène : chaque concert voit le public osciller entre l’émeute et l’orgie, poussant les agents de sécurité à la bavure. Bref, un cocktail Molotov qui n’attend que de taxer un zippo à un pélo pour s’enflammer…

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