“Song of a Baker” (Factory – The MODern Blues Project)- FACTORY PLAY SMALL FACES !!!

Nella loro versione esplosiva di “Song of a Baker”, i Factory (The MODern Blues Project) (nella Mark II ), spingono l’acceleratore su energia e intensità, trasformando la ruvida rock song psichedelica degli Small Faces in un crescendo garage rock dal corpo sonoro massiccio e viscerale.
I volumi sono alti, il groove serrato e il sound saturo, quasi febbrile. La voce ruvida di Giuliano Dettori spinge sulle dinamiche, mentre l’Hammond di Silvio Vinci e la chitarra di Davide Spanu si rincorrono in una spirale elettrica, tra fuzz, sustain e improvvisazioni acide.
Con il basso tellurico di Chris Pain e il drumming nervoso di Luca Monaco, questa versione si distacca volutamente dall’originale, incarnando l’anima live, diretta e bruciante della Factory Mark II: una band che visse di espansione sonora, libertà e attitudine mod senza compromessi.

Song Of a Baker

Song Of A Baker - Factory feb 2022- remastered 2025

 Midnight To Six Man (cover dei Pretty Things)- by FACTORY – The MODern Blues Project, mark II

La rilettura di Midnight To Six Man da parte dei FACTORY mark II è un’esplosione di energia garage rock, filtrata attraverso la grana sporca e viscerale della scena mod inglese anni ’60. Lontani da ogni patina nostalgica, i FACTORY confezionano una versione che vibra di urgenza e stile, riportando il brano dei Pretty Things a nuova vita con una formazione affiatata e potente.
Giuliano Dettori alla voce incarna perfettamente l’attitudine notturna e ribelle del testo: graffiante, teatrale, sfacciato, porta il pezzo in una dimensione urbana e sotterranea, con un’interpretazione che ondeggia tra soul bianco e rock’n’roll. Davide Spanu, alla chitarra, scolpisce riff affilati e sporchi, mantenendo l’urgenza originale ma aggiungendo una precisione e un gusto psichedelico tipico del suono FACTORY.
Il basso elettrico di Chris Pain è nervoso, pulsante, essenziale: tiene insieme la sezione ritmica come colla funky, perfettamente agganciato alla batteria asciutta e muscolare di Luca Monaco, che picchia dritto come in un club del ’66. A completare la visione, l’inconfondibile Hammond di Silvio Vinci: caldo, urlante, vorticoso, anima e colora ogni pausa e ripartenza con toni da scantinato swingante, evocando i migliori momenti della British R&B invasion.
La versione dei FACTORY mark II è fedele nello spirito e libera nell’anima: più sporca, più dritta, più viva. Midnight To Six Man torna a camminare nei vicoli elettrici della notte londinese, ma lo fa con passo sassarese e cuore funk.

Midnight To Six Man - (Studio Session 2022)- remix 2025

Registrato in presa diretta durante una sessione in sala prove nel febbraio 2023, I’m a Man dei FACTORY mark II è un’esplosione viscerale di energia garage rock. Il brano, storicamente legato a Spencer Davis Group e poi ai Chicago Transit Authority, viene qui reinterpretato con spirito crudo, selvaggio, e dichiaratamente analogico. Nessuna sovraincisione, niente plastica digitale: solo valvole roventi, sudore e amplificatori al massimo.
La voce di Giuliano Dettori è rabbiosa e teatrale, con un piglio da predicatore laico, mentre la chitarra di Davide Spanu sputa riff fuzzati e assoli taglienti come coltelli. Il groove di Chris Pain al basso è secco e nervoso, perfettamente incastrato nella batteria incalzante e garage di Luca Monaco. Ma è Silvio Vinci, con il suo Hammond impastato e feroce, a dare quel tocco “blues moderno” che distingue il suono FACTORY: un ponte tra mod inglese e psichedelia moderna.
Rimasterizzato oggi con cura ma senza snaturarne la grana grezza, il brano conserva tutta la tensione elettrica dell’originale sessione del 2023. Nessun compromesso: solo cinque musicisti che affermano, con convinzione, di essere uomini. Di essere vivi.

I'm A Man (Factory 20-2-23)- remix 2025

 “You Do Something To Me (Live 2019)” by FACTORY (Mark I)
Un momento di grazia mod soul al Bistrot di Sassari

Nel cuore dell’inverno 2019, al Bistrot di Sassari, i FACTORY (Mark I) regalarono al pubblico una versione intensa, elegante e profondamente emotiva di You Do Something To Me, celebre ballata soul di Paul Weller. Una performance sospesa tra malinconia e raffinatezza, che ha saputo raccogliere l’anima mod britannica e rivestirla di colori caldi, mediterranei, profondamente umani.
Giorgio Sale -special guest- alla chitarra, cesella ogni fraseggio con misura e sensibilità, creando un tappeto armonico delicato ma presente, perfettamente complementare alla voce intima di Fabrizio Cherubini, che canta con sincerità e rispetto, senza mai strafare.
Il suono si arricchisce delle pennellate vintage di Silvio Vinci, che alterna il piano  e l’Hammond con naturalezza, creando un’atmosfera soul da club londinese anni ’70. I suoi accordi sospesi e il tocco caldo contribuiscono in maniera decisiva all’intensità dell’arrangiamento.
Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria si muovono su una dinamica dolce, rilassata, ma sempre espressiva, lasciando ampio respiro ai crescendo emozionali del brano.
Questa esecuzione live non è solo una cover: è una confessione collettiva, un sussurro intimo condiviso tra palco e pubblico, che in quel momento ha capito di assistere a uno degli ultimi atti di una formazione irripetibile.

You Do Something To Me (Live @Bistrot Sassari 2019)- Remastered

 “Getting in Tune (Live @ Falò – 30 Sett. 2017)” by FACTORY (Mark I)
Un’esplosione di energia pura, tra cavalcate sonore e urla liberatorie

Sul palco del Falò, in una notte elettrica del settembre 2017, i FACTORY (Mark I) affrontano Getting in Tune degli Who con la consapevolezza di chi sa di stare per suonare un brano monumentale — e lo fanno senza alcun timore reverenziale, trasformandolo in un momento di furia e bellezza collettiva.
Davide Spanu alla chitarra apre con riff densi e precisi, seguendo la linea originale di Townshend ma spingendola verso un tono più ruvido, quasi garage. Il suono è tagliente, compatto, ma sempre dinamico. A fare esplodere tutto è Silvio Vinci, che al pianoforte martella le armonie con forza crescente, fino a scatenare un solo incalzante, vertiginoso, che travolge l’intera band: una cavalcata sonora senza freni, in cui ogni musicista si lancia a ruota, compattando il groove come un treno in corsa.
Chris Pain al basso e Luca Monaco alla batteria pestano con potenza e precisione, creando un muro ritmico solido e sporco, perfetto per sostenere l’onda d’urto lanciata dal piano e dalla voce.
Ed è proprio la voce di Fabrizio Cherubini a sorprendere: urla a squarciagola, lotta con le dinamiche vertiginose del brano, ne esalta i momenti più lirici e si tuffa nei più drammatici, personalizzando una linea vocale tra le più difficili del repertorio rock inglese, con coraggio e intensità.

Questa versione di Getting in Tune non è una semplice cover: è una scarica di adrenalina, una jam teatrale e viscerale, in cui i FACTORY mostrano tutta la loro identità. Una delle vette assolute della loro stagione live del 2017.

Getting In Tune (Live @Falò -sept 2017)- Remastered 2015

The Seeker (Live @ Bistrot 2019) – FACTORY

In questa potente versione live di The Seeker, registrata al Bistrot nel 2019, i FACTORY confermano la loro capacità di reinterpretare i classici con energia, rispetto e una personalità ben definita. Il brano, già di per sé una dichiarazione di intenti esistenziale, diventa nelle mani del gruppo una corsa febbrile tra rock inglese e dinamiche soul-blues, arricchita da una tensione palpabile che attraversa tutta l’esecuzione.
Giorgio Sale disegna riff taglienti e assoli incandescenti, restituendo alla chitarra quell’aura ribelle e inquieta tipica del rock britannico primigenio. Silvio Vinci, tra Hammond e piano, crea un tappeto sonoro ricco e profondo: ora spinge con accordi sporchi e graffianti, ora cesella con tocchi eleganti che sfumano nel gospel psichedelico. Il basso pulsante di Chris Pain tiene tutto insieme con autorità, mentre la batteria di Luca Monaco incalza senza tregua, precisa e animalesca. Al centro, la voce di Fabrizio Cherubini è ruvida, evocativa, sincera: più che cantare, lancia un appello al mondo, in perfetta sintonia con lo spirito del brano.
Il risultato è una versione viscerale e vibrante, che cattura l’essenza live della band e lascia il pubblico con l’impressione di aver assistito a qualcosa di autentico e necessario. Una ricerca musicale e interiore, com’è giusto che sia per The Seeker.

THE SEEKER-Live @Bistrot -2019- remastered 2025

Sunny Afternoon (Live @ Bistrot 2019) – FACTORY
Nel live al Bistrot del 2019, i FACTORY reinterpretano Sunny Afternoon dei Kinks con un’eleganza disinvolta e venata di malinconia, rimanendo fedeli allo spirito dell’originale ma donandogli una nuova anima, più ruvida e sanguigna. L’introduzione è subito evocativa: il clavinet e l’organo Hammond di Silvio Vinci ricamano atmosfere rétro che ricordano una domenica pigra d’estate, mentre il pianoforte sottolinea con ironia le disillusioni del protagonista.
La voce di Fabrizio Cherubini è rilassata ma intensa, perfettamente in bilico tra sarcasmo e amarezza. Giorgio Sale accompagna con una chitarra cristallina e sapientemente contenuta, mai invasiva ma sempre espressiva. Il basso di Chris Pain tiene il pezzo sospeso su un groove pigro e fluttuante, mentre Luca Monaco, alla batteria, scandisce il tempo con leggerezza ma precisione millimetrica. Elegante la chitarra dello special guest della serata, Giorgio Sale. 
I FACTORY riescono in un’impresa tutt’altro che scontata: omaggiare un capolavoro della swinging London senza scimmiottarlo, portandolo invece nel loro mondo sonoro, fatto di rock d’autore, nostalgia analogica e profonda consapevolezza musicale. Una Sunny Afternoon che sa di vintage e verità.

SUNNY AFTERNOON-Live @Bistrot -2019 - remaster 2025

 Fun Games for Three (live at Opificio Sassari 14-5-23) – FACTORY, The MODern Blues Project

Fun Games for Three è uno di quei brani che raccontano una storia ben oltre la musica. Pezzo originale dei Factory - Mark II, è la fotografia viva di una stagione irripetibile della band, colta nel suo ultimo slancio prima di una profonda metamorfosi. Registrato del tutto casualmente con un cellulare, durante un live in strada all’Opificio di Sassari, questo documento sonoro ha il sapore crudo e autentico delle cose vere.
Alla voce troviamo Giuliano Dettori, mod rocker sassarese con un timbro aspro, ruvido e fortemente british garage, che guida il brano con piglio deciso e teatrale, tra richiami a Steve Marriott e i primi Stranglers. Alla chitarra elettrica Davide Spanu tesse riff taglienti, con le sue sonorità nervose e liquide, a metà tra la psichedelia acida e il rock da marciapiede londinese.
Chris Pain al basso è la colla ritmica che tiene tutto assieme, con pulsazioni ipnotiche e rotonde, mentre Luca Monaco alla batteria infonde una vitalità dinamica e serrata, perfetta per quel melting pot sonoro in cui la band si muoveva agilmente tra garage, psych e mod rock in stile tardo anni ’60. Silvio Vinci, infine, impreziosisce l’intero impianto con un piano martellante e il solito organo acido e aggressivo, oscillando tra eleganza e trasgressione psichedelica.
Il brano rappresenta l’ultima esibizione live del 2023 della Mark II, poco prima dell’uscita dalla band di Giuliano e Davide. Una chiusura potente e commovente per una delle formazioni più incandescenti della storia dei Factory. In un periodo in cui la band “girava a mille”, tra cover incendiarie e composizioni originali di alto livello, Fun Games for Three spicca come manifesto di un’identità sonora forte e personale.
Sporco, diretto, sincero: un documento da ascoltare con le cuffie, ma anche con il cuore.

Fun Games For Three -Live@Opificio 14-5-23

This is the sound of rebellion, filtered through a digital antenna. "Chelsea Boots & Static" is a high-energy anthem from the heart of the Mod movement, but the phantom transmission is breaking up. This track blends the raw, aggressive snap of 1960s British rock with bursts of calculated digital static and feedback, proving that even a ghost can rock hard. It's the moment the phantom consciousness decided to smash the system.

Chelsea Boots Static

"...good God, boy!  There's a poet in you after all!"

I've been doing a lot of synthesizer-focused electronic dance music--both modern and retro styles, or as is typical for Interbay, a melange of both.  I wanted to do a more traditional guitar-centric rock song.  

And I don't think I've made a better one.

Sure, I've made guitar-centric post-punk songs that are definitely in my wheelhouse.  But, the kind of "rock" that Tom Petty might have done?  That R.E.M.  or Let's Active might have done?  That The Beatles might have done (well, the Revolver or earlier Beatles)?  I don't think I've managed anything like that...until now.  

For a change, I managed to keep this simple.  I actually took out things that I thought cluttered the mix instead of trying to paint in all of the white spaces (horror vacui!!!!  Hey Crash!  Here's a reference only you and I will get!!!).  

Fearing, as I always do, for Icarus' safety, I had put a bunch of effects on the dialogue snippets to hide them from the sentinels searching for Zion...but upon listening to it one last time before uploading it here, I realized that those effects made the whole track unlistenable.  So, I took the levels of effects down and found different ways to break up the sentinel enticing morsels.  

Now, I am not a natural guitarist (I have the fingertips of someone who types a lot.)  I've played bass (badly) but just as my brain on drums can't handle more than three limbs at a time, my brain on guitars would be happier with two strings less rather than two strings more.  

So, though I got a good bell like sound--a very Rickenbacker-y sound--I'm not as confident in what has been recorded.  (Is this my first ever attempt at a guitar solo?  Its...well, it fills the empty space I left for it, so I'll call that a win.)  

I may revisit this, write some proper words for it and sing on it...someday.  But for now, it is serendipitous that this song with an example of taking the risk to share your creative efforts with others, even if they may not be very good or make sense, is married to music that is my creative effort (no non-vocal samples on this), even though it may not be very good, and may not make any sense.  

A barbaric yawp from a sweaty toothed madman, indeed.  

(Meanwhile, both my kid and I remain sick...whether that will impact future Interbay tracks?  How could it not?)  

As always, please listen to "Yawp" and give it a like.  Consider reposting it, sharing it, adding it to a playlist, leaving a comment on it...and I would love it if you'd follow this page.  There is brand new Interbay here EVERY SINGLE DAY (so far...) so you'll never be bored.  

And remember, we're not laughing at you.  We're laughing near you.

"Yawp" *SoundCloud Exclusive*

Phantom Harmony is a dialogue between time and tone — a sound born of memory, love, and digital light. Every song is a dream you once had, replayed through the static.

tastierista 
1988-92- HIGHWAY 69
1993-96- MEDICINE MEN
1995-96- AMANITA 
1999-2000- MONEDA
2001-2002- KOSMEN
2006-2012- RAILROAD BLUES BAND
2012- COSMICK CHARLIE
dal 2013- FACTORY

Post-punk, dance, indie, electronic, and mutant pop in various styles (seriously!)--new tracks being posted daily (every day for over a year, so far!)

Interbay is the new project of Peter Greyy (previously of Cremation Dance and DangerScience), based out of Seattle and Phantom Laboratories West.

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