MARGARITONE

Testo: Filippo Marchini
Musica: Joe Natta

Bimbo non ci andare
nella grotta vicino al balzo, 
c’è un ormone grande e grosso
che cammina sempre scalzo.
Si chiama Margaritone
di giorno non si vede
ma quando c’era la neve ho visto l’impronta del suo piede!

Se scappi dalla mamma
e cerchi pericoli nel colle,
trovi un orco gigantesco
con la pancia grande e molle!
Si chiama Margaritone
ha un cappello di pelle di rospo,
stai attendo a dove vai perché lui ti trova nel bosco…
Dice che l’hanno visto mangiare anche i cornioli,
la pianta la biascia tutta e sputa i pippoli buoni…

Margaritone, Margaritone, mamma mia mi fa terrore!
Margaritone, Margaritone, laggiù alla grotta più non andare!

Nella grotta de’ pipistrelli
c’é Margaritone l’orco.
Ragazzi ‘un fate avventure
che finite in fondo a un solco…
Dice che quando dorme
un topino gli mangi le unghie,
quando poi si sveglia
non le trova e allora piange.

Margaritone, Margaritone, quando piscia è un acquazzone!
Per fortuna dura poco, quando scureggia è il terremoto!

È sempre spettinato
e questo è il suo segreto,
quando dorme i suoi capelli
glieli fanno i pipistrelli!
Un Olocco c’ha fatto l’uovo,
Margaritone ci ha fatto il brodo,
Il pulcino che gli è nato l’ha adottato!
Non andare non ci andare!
Non mi fare preoccupare!
Margaritone è lì che aspetta, si fa la barba con l’accetta!

Però che nostalgia, Margaritone se n’é andato,
forse sono cresciuto, forse è il tempo che è passato.
Non erano poi cattivi i mostri che c’erano ieri
ora se vai nel colle trovi solo uomini neri.

(Brano regolarmente depositato in SIAE)

MARGARITONE

Un decennio è un tempo importante per una collaborazione, che sia artistica o lavorativa. Lo è anche per un'amicizia, qual è il legame nato tra me e Joe Natta, che va oltre la musica.
L’immagine che riassume questo lavoro è una chiave in una porta antica. La chiave che apre stanze, la chiave di casa che il viaggiatore, ed anche l'emigrato, portano con se o affidano a qualcuno che rimane.
Nella chiave di casa c'è tutto: i ricordi, i sogni, le intimità più profonde. C'è anche l'avventura del destino ancora sconosciuto, quando giriamo la chiave e intraprendiamo il cammino. 
Fui io a cercare Joe per mettere in musica alcuni testi, era la fine del 2009. A quel tempo Joe Natta era conosciuto prevalentemente per pezzi comico/demenziali e cortometraggi, su cui ancora molti di noi ridono di gusto nonostante gli anni passati. Tutt'oggi mi sento di poter rivendicare la mia intuizione per la sua capacità di poter andare oltre quel genere, che comunque resta a comprovarne il genio e la creatività. Non sono stato io a portare Joe su un terreno culturalmente impegnativo, ma mi sono accorto che stava prendendo il mio stesso treno:in tempo per sedermi accanto a lui vicino al finestrino.
Nel frattempo le nostre vite hanno avuto i loro momenti importanti, a volte dolorosi. Le canzoni nate in questi anni in parte li riflettono. “La Ballata del Disoccupato”, brano sempre attuale, purtroppo, nel nostro Paese. “Tito Strocchi”, personaggio che ho approfondito durante la mia collaborazione al Museo Del Risorgimento. “Vecchio Nuovo Amico”, testo scritto tornando a piedi dopo un concerto di Joe a Lucca, in una serata in cui ebbi l'intuizione e la sensazione di aver ritrovato un amico d'infanzia.
Poi, sempre in tema storico e personale, “Le Due Patrie”, all'indomani della mia emigrazione in Ungheria, sulle orme di quel “Teleki Sándor” che aleggiava come una premonizione sulla mia famiglia, già mezza magiara, ad ogni passaggio per Ponte a Diana.
E lungo la Lima è nata "Le Storie Nell'Acqua", anche se scritta con lacrime di nostalgia già nell'emigrazione. “Corvin 1956”, omaggio alla Rivoluzione Ungherese che assieme a Le Due Patrie ha ottenuto il patrocino dell'Ambasciata Ungherese in Italia. Il “Quaqquaraqqua”, invettiva contro i venditori di promesse e i ciarlatani. Dedicati a Casoli Val Di Lima storie come "Orsolona", già pubblicata nelle Leggende Lucchesi, e alcuni inediti. “Casoli”, il canto della mia nostalgia. “Lilly e Fabrizio”, dedicata a due  compaesani e amici scomparsi. “Il Prete di S.Andrea”, una storia di fantasmi che mi ha inquietato fin da piccolo e che ha fatto tremare chi me la raccontava ogni volta che nel buio passava da quei luoghi. E poi “Margaritone”, elaborazione di un ricordo fanciullesco. Devo l'ispirazione e la conoscenza di queste storie al mio zio Rodolfo e a mio padre Marcello, che hanno saputo trasmettermi queste tradizioni orali, invitando nonni e bisnonni al racconto e scoprendone il valore letterario. Devo ovviamente anche ringraziare Joe, che con le "Leggende Lucchesi" mi ha stimolato a scrivere, corroborando l'idea di fissare i ricordi in una forma, la canzone, capace di proiettarli ben oltre il mio quaderno scarabocchiato.
Dieci anni è la distanza percorsa anche nel tempo, distanza tra Casoli e Ponte a Moriano, quando incontravo Joe e suo padre vicino al fiume Serchio, sulla via di casa, e parlavamo appoggiati al muretto.
Distanza sono i mille chilometri che mi separano dai miei affetti e luoghi in Italia.
Alla mia famiglia,agli amici in Italia che si ricordano di me e agli amici in Ungheria, che avvertono la mia nostalgia, la rispettano e la consolano.
(Filippo Lorenzo Marchini)

Che altro potrei aggiungere? Sono felice per queste parole e per questo album che, oltre a rappresentare una delle mie collaborazioni più sentite, incarna un’amicizia vera che dura da oltre 10 anni. 
(Joe Natta)

- Tutte queste canzoni sono regolarmente depositate in SIAE -

UNA PRUDUZIONE: http://www.joenatta.com

MARGARITONE

Filippo Marchini & Joe Natta